assad arabia saudita vladimir putin siria

L'ACCORDO TRA ASSAD E RIAD È UNO SCHIAFFO DI PUTIN A BIDEN – GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DELLA RUSSIA, IL DITTATORE SIRIANO STA PER SIGLARE UN'INTESA DIPLOMATICA CON L'ARABIA SAUDITA CHE SEGNA IL SUO RITORNO NEL CONSESSO INTERNAZIONALE – DOPO L’INTESA TRA IRAN E SAUDITI SPONSORIZZATA DALLA CINA, È UN SEGNALE ULTERIORE CHE I PAESI DEL MEDIO ORIENTE STANNO COSTRUENDO NUOVE ALLEANZE ALLE SPALLE DEGLI USA, SOTTO LA REGIA DI XI E PUTIN – INTANTO I  I JET RUSSI CONTINUANO LE PROVOCAZIONI SOPRA LE BASI AMERICANE IN SIRIA, COME HANNO GIÀ FATTO SUL MAR NERO…

1 – 

Estratto dell'articolo di Luca Gambardella per “Il Foglio”

 

soldati americani nel nord della siria

Venerdì notte, vicino Hasaka, nel nord-est della Siria, un drone iraniano ha attaccato una base della coalizione a guida americana, uccidendo un contractor e ferendo altri cinque soldati. Come risposta, il presidente Joe Biden ha ordinato di bombardare le postazioni delle milizie filoiraniane nella regione di Deir ez Zor. Solo poche ore prima, il generale Michael Kurilla, capo del Comando centrale degli Stati Uniti, aveva avvisato i parlamentari del Congresso americano che “l’Iran è militarmente molto più capace in termini esponenziali rispetto a cinque anni fa” […].

 

bashar al assad con vladimir putin

In più ci sono le provocazioni della Russia, che sostiene il regime di Bashar el Assad e che ha una base in Siria dal 2015. Il generale americano Alexus Grynkewich, capo delle operazioni aeree nella regione, ha dichiarato mercoledì scorso che nell’ultimo mese i caccia russi hanno sorvolato a bassa quota la base militare americana di al Tanf, in Siria, almeno 25 volte, quasi una volta al giorno.

 

[…] Secondo Grynkewich, i russi non cercano lo scontro aperto, però “il rischio di un errore aumenta, e visto come sono andate le cose con l’incidente del drone MQ-9 sul Mar Nero…”, ha detto il generale americano. Ma i russi in Siria non si fermano alle provocazioni, c’è anche un piano politico molto visibile. Uno dei primi risultati della triangolazione fra Mosca, Pechino e Teheran ha portato al reintegro di Assad nel consesso internazionale.

 

Bashar el Assad in Arabia Saudita

Grazie alla mediazione del Cremlino e al sostegno di quasi tutti i paesi del Golfo – Iran incluso – il dittatore siriano è vicino a siglare un accordo storico con l’Arabia Saudita per normalizzare le relazioni fra i due paesi. Dopo l’intesa fra Teheran e Riad sponsorizzata dalla Cina, questo è un segnale ulteriore che i paesi del medio oriente stanno costruendo una nuova alleanza alle spalle degli Stati Uniti. Per Assad, è la rivincita che attendeva da anni: dimostrare ai sauditi, che più di tutti avevano voluto cacciarlo dalla Lega araba, che senza di lui a Damasco non può esserci stabilità.

 

bashar al assad con vladimir putin

[…] Se oggi ad Assad è permesso di viaggiare all’estero con tappeti rossi e picchetti d’onore, il merito è di Putin. Domenica scorsa, il presidente siriano, accompagnato dalla moglie Asma, è sbarcato negli Emirati Arabi Uniti e ha abbracciato lo sceicco Mohammed bin Zayed al Nahyan, che ha favorito, a sua volta, l’accordo con i sauditi. […]

 

2 – ALTRA SBERLA A BIDEN IN MEDIO ORIENTE: PUTIN FA RIAVVICINARE ARABIA E SIRIA

Stefano Graziosi per “La Verità”

 

A PECHINO L’ACCORDO TRA ARABIA SAUDITA E IRAN

[…] Secondo il Wall Street Journal, l’Arabia Saudita e la Siria starebbero trattando per ripristinare, tramite la mediazione della Russia, i loro rapporti diplomatici: rapporti che si erano interrotti nel 2012, a seguito dello scoppio della guerra civile siriana.

 

La notizia di questa distensione è stata accolta positivamente da Pechino, che aveva a sua volta mediato il disgelo diplomatico, registratosi due settimane fa, tra Riad e Teheran. Insomma, quello che va delineandosi è un quadro preoccupante, che mostra come gli Usa - e più in generale l’Occidente - stiano perdendo progressivamente terreno in termini di influenza sul Medio Oriente.

 

A PECHINO L’ACCORDO TRA ARABIA SAUDITA E IRAN

Siria e Iran risultano i principali alleati regionali di Mosca: in particolare, Teheran fornisce al Cremlino droni contro Kiev e, a luglio, Gazprom ha siglato con la Repubblica islamica un’intesa da 40 miliardi di dollari nel settore energetico. Era inoltre marzo 2021, quando Pechino ha firmato col regime degli ayatollah un accordo di cooperazione venticinquennale.

 

L’Iran ha tra l’altro recentemente partecipato a esercitazioni militari congiunte con Russia e Cina nel golfo di Oman, mentre il governo di Bashar al Assad è a sua volta spalleggiato dal Cremlino e può contare su solidi legami con Teheran. Senza dimenticare che, a gennaio dell’anno scorso, Damasco ha siglato un memorandum d’intesa per accedere alla Belt and Road Initiative.

 

A PECHINO L’ACCORDO TRA ARABIA SAUDITA E IRAN

Dal canto suo, l’Arabia Saudita, un tempo molto vicina agli Usa, si è sempre più avvicinata a Russia e Cina. Non solo. Appena pochi giorni fa, Assad si è recato in visita negli Emirati arabi uniti, che di Riad risultano un ferreo alleato. […]

 

Che cosa sta succedendo? Succede che i nodi della fallimentare politica mediorientale di Biden stanno purtroppo venendo al pettine. Nei primi mesi di presidenza, l’inquilino della Casa Bianca scelse di tenere una linea severissima con i sauditi, cercando al contempo di ripristinare il controverso accordo sul nucleare con l’Iran.

 

Risultato: Biden ha isolato Israele e spinto Riad tra le braccia di cinesi e russi, rafforzando indirettamente il regime degli ayatollah.

 

Biden e Mohammed Bin Salman in Arabia Saudita 4

[…] Un Biden che non ha ancora chiuso del tutto all’eventualità di rilanciare l’accordo sul nucleare iraniano: accordo, ricordiamolo, storicamente sostenuto dai russi. Questo ovviamente non vuol dire che tra Washington e Teheran i rapporti siano idilliaci (gli Usa hanno appena bombardato in Siria strutture affiliate alle Guardie della rivoluzione, dopo che un contractor americano era rimasto ucciso in loco a causa dell’attacco di un drone iraniano). Eppure, nonostante tensioni e trattative in stallo, una chiusura definitiva al rilancio dell’intesa sul nucleare da Biden non è ancora arrivata.

 

Biden e Mohammed Bin Salman in Arabia Saudita 4

Il presidente americano sta quindi portando l’Occidente a contare sempre meno in Medio Oriente. E adesso il problema rischia di aggravarsi anche per l’Ue. […] Anche a causa di Biden, l’Ue potrebbe ritrovarsi in un vicolo cieco. In un quadro così compromesso, i corridoi umanitari rischiano di presentare un’utilità ridotta e la soluzione difficilmente potrà essere quella di dare altri soldi alla Turchia per trattenere sul proprio territorio i rifugiati siriani (sulla scia del controverso accordo siglato nel 2016 tra Ankara e Bruxelles). […]

 

 

 

Biden e Mohammed Bin Salman in Arabia Saudita 2

soldati americani raid americano in siria dopo l attacco del drone iraniano bashar al assad con vladimir putin

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...