putin tv

L'ARCHEO-CENSIMENTO DEI FILO PUTIN DE NOANTRI - GIA' NEL 2021 CIRCOLAVA UN SAGGIO DELLA "COLUMBIA UNIVERSITY PRESS" CON L'IDENTIKIT DELL'INTELLETTUALE ITALIANO PRO-RUSSIA CHE PERCEPISCE MOSCA COME UN’OPPORTUNITA' E NON COME MINACCIA, CREDE CHE L’OCCIDENTE SIA RESPONSABILE DELLE RIVOLUZIONI UCRAINE E DELLA CRISI NELLE RELAZIONI RUSSIA-OVEST - TRA I NOMI CITATI, C'ERANO DIEGO FUSARO, CARLO FRECCERO, NICOLAI LILIN, IL LEADER DI CASAPOUND SIMONE DI STEFANO, LO STORICO FRANCO CARDINI E IL REPORTER DI GUERRA FAUSTO BILOSLAVO...

Maurizio Stefanini per www.linkiesta.it del 30 marzo 2021

 

vladimir putin

Come l’Italia divenne Russlandversteher: e questo il soggetto di «Russian Influence on Italian Culture, Academia, and Think Tanks», capitolo sull’Italia del libro Russian Active Measures Yesterday, Today and Tomorrow.

 

Il libro, pubblicato dalla Columbia University Press, si presenta come una antologia di contribuiti «in cui studiosi di una vasta gamma di discipline condividono le loro prospettive sulle attivita segrete russe note come misure attive russe, aiutano i lettori a osservare la profonda influenza dell’azione segreta russa sulle politiche, le culture e la mentalita delle persone degli Stati stranieri e istituzioni sociali, passate e presenti».

 

LA DISINFORMAZIONE DI vladimir putin

«Disinformazione, falsificazioni, grandi processi farsa, cooptazione del mondo accademico occidentale, memoria e guerre cibernetiche e cambiamenti nelle dottrine di sicurezza nazionali e regionali degli Stati presi di mira dalla Russia» sono esaminati attraverso il prisma di nuovi documenti scoperti negli archivi dell’ex Kgb, che mettono in luce la continuita profonda tra i metodi sovietici e quella della Russia di Putin. Non a caso, ex-agente del servizio segreto dell’Urss.

 

LA DISINFORMAZIONE DI vladimir putin

La curatrice Olga Bertelsen e Assistant Professor of Intelligence Studies alla Embry- Riddle Aeronautical University di Prescott, Arizona, e autrice di vari studi sulla storia ucraina. L’autore della prefazione e Jan Goldman: Professor of Intelligence and Security Studies at the Citadel, Charleston, South Carolina, e editor-in-chief of the International Journal of Intelligence and CounterIntelligence.

 

I due autori del capitolo sull’Italia sono Luigi Sergio Germani, direttore dell’Istituto Gino Germani di Scienze sociali e Studi strategici, esperto di Russia e uno dei sette autori del rapporto dell’Atlantic Council del 2017 The Kremlin’s Trojan Horses 2.0: Russian Influence in Greece, Italy, and Spain ; e Massimiliano Di Pasquale, esperto di Ucraina sulla quale ha appena pubblicato un libro.

 

Vladimir Putin

Come ricordano appunto Germani e Di Pasquale, il termine «Russlandversteher» e nato nel dibattito politico tedesco recente. Viene reso normalmente con «simpatizzante della Russia», ma piu letteralmente e «uno che comprende la Russia».

 

Nel senso che non solo comprende le ragioni della Russia, ma le ritiene legittime, e ne spiega appunto questa legittimita. In questo testo, pero, il termine ha forse una sfumatura ulteriore. Non si tratta solo di spiegare la legittimita degli interessi russi, ma anche di convincere gli italiani che questi interessi sono complementari a quelli del nostro Paese, o che per difendere gli interessi del nostro Paese ci potrebbe essere utile fare sponda con certi interessi del Cremlino che vengono ad essere coincidenti.

       

vladimir putin

Piu in dettaglio, gli intellettuali e esperti di politica estera filo-russi presenti in Italia sono da Germani e Di Pasquale divisi in due grandi categorie: i neo-Euroasianisti e, appunto, i Russlandversteher.

 

«I neo-eurasiatici italiani hanno visioni radicali filo-Mosca e anti- occidentali. Sono spesso ammiratori di Aleksandr Dugin, un analista politico russo con stretti legami con il Cremlino, noto per le sue opinioni scioviniste e fasciste. Percepiscono la Russia di Putin come un modello sociale e politico, nonche un potenziale alleato contro l’Ue e le elite globaliste che avrebbero impoverito l’Italia e l’hanno privata della sua sovranita. I neo- eurasiatici esprimono opinioni radicali anti-Nato e anti-Ue e invocano un’alleanza strategica tra Europa e Russia», spiegano.

 

putin con la tosse in diretta 1

«I Russlandversteher, italiani, invece, hanno una posizione filo-russa moderata e pragmatica, spesso basata su considerazioni di realpolitik. Tendono a percepire che: a) la Russia e un’opportunita piuttosto che una minaccia; b) l’Occidente e in gran parte responsabile delle rivoluzioni ucraine e dell’attuale crisi nelle relazioni Russia-Ovest; e c) anche se l’Italia e un membro della Nato e dell’Ue, ha bisogno di avere un ’rapporto speciale’ con la Russia al fine di garanzia nazionale ed energetica dell’Italia».

 

Anche in questa componente c’e una componente di risentimento per l’Europa a guida tedesca, che spesso si unisce infatti a simpatie per Trump o per la Brexit. Una idea abbastanza diffusa tra i Russlandversteher e pero soprattutto quella secondo cui i veri nemici dell’Occidente sono la Cina e/o l’Islam radicale, piuttosto che Putin.

 

vladimir putin al concerto per il settimo anniversario della annessione della crimea 1

Putin puo invece essere un utile alleato nei loro confronti: una suggestione sempre presente e quella dello schema «triangolare» per cui Kissinger da Segretario di stato di Nixon imposto l’alleanza tra Occidente Cina maoista contro l’Urss, facendo prevalere la convergenza di interessi strategici sulla purezza ideologica. Compito dell’Italia dovrebbe essere dunque anche quello di far capire a Usa e Occidente questa cosa.

 

Lo studio riconosce che le posizioni del primo tipo sono minoritarie. Sono pero in espansione, e tendono oggi ad essere collocabili in un’area ideologica che si colloca a destra, in contrasto con una storia recente in cui l’ideologia filo-russa era ancorata soprattutto a sinistra.

 

vladimir putin

Il saggio ricostruisce la storia dei sentimenti filo-russi in Italia indietro nel tempo, in cui si ricorda che il 24 ottobre Vittorio Emanuele III e Nicola II firmarono a Racconigi una alleanza tra Italia e Impero Zarista, e anche come al di la degli slogan ufficiali su antibolscevismo e antifascismo Mussolini abbia tentato spesso di fare sponda con Stalin per controbilanciare lo strapotere di Hitler, prima di arrivare alla dichiarazione di guerra. La macchina di propaganda del regime fascista, pronta a pompare le malefatte dei «rossi» in Spagna, tacque ad esempio sull’Holodomor, il genocidio per fame in Ucraina del 1932-33. E anche le relazioni economiche tra Italia fascista e Urss si mantennero sempre floride.

 

Alexander Dugin

In seguito, nella Prima Repubblica i governi a guida democristiana legarono l’Italia alla Nato e alla Comunita economica europea e i partiti della maggioranza usarono spesso anche la propaganda antisovietica in campagna elettorale, ma da Enrico Mattei a Togliattigrad continuarono a fare affari col blocco comunista in quantita.

 

Era pero un atteggiamento di fatto filo-russo che non era ostile all’Occidente. Viceversa, il Pci gramsciano e togliattiano tra 1944 e 1989 cerco di costruire una «egemonia culturale» in cui era presente non solo l’esaltazione del socialismo reale, ma anche una continua denigrazione dell’American Way of Life, e poi in generale del «consumismo occidentale».

 

Alexander Dugin

Quello che dopo il 1991 si caratterizza come «eurasianismo» riprende in pratica questo humus culturale, facendolo pero virare da sinistra a destra e dal rosso al rossobruno.

 

Restano l’avversione verso il capitalismo, la democrazia liberale, la cultura Usa, l’integrazione europea. Piuttosto che basati su slogan come il no a imperialismo e sfruttamento del proletariato, pero, vengono ancorati a temi come la difesa dei valori cristiani tradizionali contro la globalizzazione, l’immigrazione, il femminismo, le teorie di gender e le lotte Lgbt.

 

In effetti questo interesse anticipa l’arrivo al potere di Putin, e anticipa anche la ripresa di «misure attive» da parte dei Servizi russi per influenzare l’opinione pubblica occidentale dopo la stasi del periodo di Eltsin.

 

matteo salvini con maglietta no sanzioni alla russia (e dietro savoini)

Sono piuttosto certi ambienti di estrema destra a scommettere che dopo il collasso del comunismo il previsto fallimento della transizione eltsiniana potra fare della Russia un terreno fertile per le loro idee, ed a prendere contatto con personaggi come il gia citato Dugin, Aleksandr Prokhanov, Sergei Baburin, Sergei Glaziev o Vladimir Zhirinovsky.

 

Uno dei pionieri italiani di questo movimento e individuato dallo studio in Claudio Mutti: ex-attivista di estrema destra, esperto di lingue Ugro-Finniche, e fondatore delle Edizioni all’Insegna del Veltro, con cui oltre a testi di Corneliu Codreanu, Julius Evola, Pierre Drieu La Rochelle e anche Adolf Hitler pubblica anche, nel 1991, la prima traduzione in italiano di una antologia di saggi di Dugin.

 

savoini salvini

Altri personaggi di riferimento sono gli ex-dirigenti del Msi Carlo Terracciano e Maurizio Murelli, e l’esperto di geopolitica Tiberio Graziani. Il loro momento arriva in particolare al tempo dell’intervento di George W.Bush in Iraq, quando la loro campagna anti-Usa riesce a collegarsi a settori di estrema sinistra del cosiddetto Campo Antimperialista. Su questa ondata nel 2004 Mutti e Graziani fondano Eurasia. Rivista di studi geopolitici che apre il suo primo numero con un saggio di Dugin.

 

Varie intelligenze di questa area iniziano a penetrare anche nella Lega, specie dopo che nel 1999 Umberto Bossi in occasione della crisi del Kosovo ha preso posizioni filo-serbe. In particolare a lavorare per il collegamento tra eurasianismo, Lega e Dugin e il giornalista Gianluca Savoini.

 

diego fusaro

Nel 2001 il processo si arresta momentaneamente, quando la Lega di Bossi decide di tornare con Berlusconi in una alleanza occidentalista, e dopo gli attentati alle Torri Gemelle appoggia anche l’intervento Usa in Afghanistan. Ma Berlusconi attraverso il rapporti personale che stabilisce con Putin ha a sua volta poi una sterzata filo-russa, anche se piu del tipo Russlandversteher.

 

L’animosita nel centro-destra italiano verso i tradizionali alleati occidentali cresce dopo che Angela Merkel e Nicolas Sarkozy sono indicati come mandanti di un golpe anti- berlusconiano, si accresce quando la Primavera Araba crea un contraccolpo di rifugiati che investe in pieno l’Italia, e tocca il parossismo con una crisi economica il cui peggioramento e imputato alle rigidita tedesche.

 

Su questa base il 15 dicembre 2013 a Torino Salvini e eletto segretario di una Lega lanciata verso una nuova proiezioni nazionale e sovranista, in un Congresso dove tra gli ospiti d’onore sono Viktor Zubarev e Alexei Komov: rispettivamente deputato del partito putiniano Russia Unita e fiduciario dell’oligarca Konstantin Malofeev. Il ruolo di Savoini e della sua Associazione Culturale Lombardia-Russia cresce, prima di andare a sbattere sulle intercettazioni dell’Hotel Metropol.

 

CARLO FRECCERO

Nel frattempo, dopo la rivoluzione colorata in Georgia del 2003 e quella in Ucraina del 2004 Putin risponde richiamando in vita e anche modernizzano l’apparato sulle «misure attive» dell’epoca sovietica, anche appoggiandovi strumenti nuovi come il canale all-news Russia Today, l’agenzia Sputnik e una serie di fondazioni e istituti.

 

Pure nel 2004 il 28 novembre esce sul Corriere della Sera un articolo di Sergio Romano che si intitola «La spina di Putin», che chiede di tener conto degli interessi di Putin in Ucraina e che e considerato un po’ una prima uscita allo scoperto del mondo Russlandversteheritaliano.

 

Secondo Germani e Di Pasquale, anche la rivista di geopolitica italiana mainstream Limes a partire dal numero 3 del 2008 Progetto Russia inizia a diventare sempre piu Russlandversteher, con vari articoli che arrivano addirittura a appoggiare la spartizione di Ucraina e Georgia, anche se nella rivista continuano a essere pubblicati articoli di differente orientamento.

 

GIULIETTO CHIESA A MATRIX (2006)

Nel 2009 torna alla carica Sergio Romano, con la prefazione al libro di Edward Lucas sulla Nuova Guerra Fredda pubblicato da Bocconi University Pressin cui gli da del «russofobo». In particolare dopo la Rivolta di Maidan si vede che mentre su opposte sponde politiche il Giornale e il Manifesto si schierano compattamente contro la protesta ucraina, negli stessi Corriere della Sera e Repubblica il numero degli articoli filo-Putin cresce, pur venendo sempre bilanciato con «pezzi» di diverso orientamento.

    

E anche Massimo Cacciari inizia a fare interventi Russlandversteher. Secondo Oksana Pakhlyovska, docente di lingua e letteratura ucraina alla Sapienza, tra il 2014 e il 2015 ben 35 libri sull’Ucraina vengono pubblicati in Italia. Alcuni sono di autori sconosciuti, altri di accademici affermati, ma la gran parte sono anti-Maidan.

 

giulietto chiesa libro pro putin

In questo clima anche l’Euroasianismo esce dalla marginalita per entrare nel dibattito mainstream, per almeno in alcune sue tematiche. Specie dopo che alle elezioni del 2018 in Italia primi due partiti diventano forze politiche che a questo humus hanno attinto, come il Movimento Cinque Stelle e la Lega.

 

Tra i personaggi indicati nel saggio come autori di libri e pubblicazioni ispirati a tali tematiche sono il marxista dei dibattiti CasaPound Diego Fusaro, l’ex-inviato nell’Urss e poi teorico del complotto dell’11 settembre Giulietto Chiesa, l’autore della “Educazione Siberiana” Nicolai Lilin, il leader di CasaPound Simone Di Stefano, l’ex-seguace di Toni Negri Giuseppe Zambon, l’ex-direttore di Rai 2 Carlo Freccero, il docente di storia del Caucaso a Ca’ Foscari Aldo Ferrari, il reporter di guerra di destra Fausto Biloslavo, lo storico cattolico e medioevista Franco Cardini, quel Sebastiano Caputo direttore del giornale on line L’intellettuale dissidente il cui programma Rai annunciato a inizio 2019 fu bloccato per le proteste della comunita ebraica riguardo alle sue posizioni pro-Iran e pro-Hezbollah, il noto complottista e collaboratore di Sputnik Maurizio Blondet, l’ex-vicedirettore di Famiglia Cristiana Fulvio Scaglione.

 

putin hitler stalin

Ancora piu importante, pero, e una rete di connessione con think tank e universita, che partono evidentemente dall’interesse anche legittimo a coltivare determinate relazioni: specie in un momento in cui trovare finanziamenti non e particolarmente facile.

La Fondazione Russkii Mir, strettamente collegata al Cremlino, ha ad esempio centri di cultura russa alle Universita di Milano, Pisa e Orientale di Napoli.

 

A sua volta l’Istituto di Stato di Mosca di Relazioni Internazionali ha una partnership con la Luiss che gestisce un doppio Master in collaborazione anche con Enel, e l’Istituto ha un simile rapporto con doppio Master anche con la Sapienza, ed un altro rapporto ancora con Urbino.

 

vladimir putin in versione hitler

Germani e Di Pasquale osservano come vari docenti legati a questi rapporti alla Luiss e alla Sapienza hanno espresso punti di vista pesantemente anti-Kiev, fino a appoggiare una spartizione dell’Ucraina. La Sapienza inoltre ha una relazione di collaborazione con l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) stabilito nel 2010 da Tiberio Graziani, che ha contati con varie entita russe ed e anche finanziato dal ministero degli Esteri italiano. L’IsAG ha organizzato vari eventii per spiegare che Putin e calunniato dai russofobi, e Graziani e spesso intervistato da Sputnik.

        

C’e poi il caso di Ca’ Foscari a Venezia, che nel 2014 ha nominato professore onorario Vladimir Medinskii: non solo ministro della Cultura russo, ma fautore della riabilitazione di Stalin. Perfino la Sioi, storica Societa Italiana per l’Organizzazione Internazionale tradizionale centro di formazione per aspiranti alla carriera diplomatica ora presieduta da Franco Frattini, il 24 settembre 2015 organizzo una conferenza sulla crisi ucraina in cui c’erano vari esperti italiani e russi, ma neanche un ucraino.

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…