vito crimi luigi di maio

L'ATTRAVERSAMENTO DEL PEONE – DEPUTATI E SENATORI GRILLINI AL PRIMO MANDATO SONO MOLTO SPAVENTATI DAL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI. E FANNO BENE! – CON IL VIA LIBERA AL TERZO MANDATO I BIG SI RICANDIDERANNO E SI PAPPERANNO I POSTI DISPONIBILI. CHE SARANNO MOLTI MENO, VISTI I SONDAGGI: I DEPUTATI PENTASTELLATI POTREBBERO PASSARE DA 226 A 65, E I SENATORI NON SUPERARE I 40…

 

 

Laura Cesaretti per “il Giornale”

 

DI MAIO E IL MANDATO ZERO

La «riforma» che - in mancanza di idee migliori - è diventata la bandiera principale del Movimento Cinque Stelle trova - bizzarramente - i suoi più feroci avversari proprio nelle retrovie parlamentari grilline. Si tratta di una resistenza sorda e sotterranea, che - salvo rarissime eccezioni - non ha il coraggio di venire alla luce per non essere immediatamente fulminata come eresia.

 

Ma è molto più vasta di quanto si pensi, come raccontano i parlamentari di altri partiti, schierati per il No al referendum, che raccolgono gli affanni, le lacrime e i tormenti dei grillini. Per comprendere il terrore che corre sul filo dentro i gruppi parlamentari dei 5 Stelle alla vigilia del referendum sul taglio dei parlamentari, e dopo la sostanziale abolizione del limite dei due mandati, basta fare un po' di conti.

luigi di maio vito crimi

 

Nel marzo 2018, col trionfale 32 per cento, entrarono alla Camera e al Senato due eserciti di eletti grillini: 226 alla Camera dei deputati, 112 al Senato. Altissima la percentuale dei parlamentari di prima nomina, grazie al successo elettorale: quasi il 65%. Certo oggi i due gruppi si sono assai ridotti, a causa delle continue fuoriuscite: meno 26 alla Camera, meno 17 al Senato. Ma questo ridimensionamento non è nulla rispetto alla possibile ecatombe che si verificherà con le prossime elezioni.

 

luigi di maio strappa le poltrone in piazza montecitorio flash mob m5s per il taglio dei parlamentari

Difficile fare calcoli esatti, visto che ancora non è chiaro con quale legge elettorale si andrà a votare la prossima volta. Ma le simulazioni più attendibili, fatte sulla base degli ultimi (pessimi) risultati elettorali di M5s e dei (bassi) sondaggi in circolazione, raccontano di una vera e propria ecatombe: da 226 i deputati potrebbero diventare tra gli 85 e i 65, lasciando sul terreno tra i 120 e i 140 cadaveri politici.

 

DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO VITO CRIMI

Analogamente al Senato potrebbero essere rieletti tra i 40 e i 25 uscenti. Le cause tecniche sono due: il crollo dell'appeal elettorale grillino, e il taglio dei parlamentari voluto dai medesimi grillini, che ridurrà complessivamente di un terzo i posti in palio. A rendere ancor più drammatica la prospettiva, soprattutto per i tanti novellini entrati in Parlamento grazie all'onda gialla del 2018 (e subito affezionatisi profondamente al proprio ruolo e seggio), c'è stata l'operazione Rousseau.

grillo fico di maio di battista

 

Con l'addio alla famosa regola dei due mandati, possono contare sulla ricandidatura anche i parlamentari che oggi sono alla seconda legislatura. E si tratta di tutti i vip e i dirigenti: dal ministro degli Esteri Gigino Di Maio al presidente della Camera Roberto Fico, tutti i membri di governo (Bonafede, Buffagni, D'Incà, Patuanelli e via elencando) ai vari capetti con incarichi di partito o parlamentari: Crimi, Taverna eccetera. Tutta gente che, grazie al ruolo, ha goduto in questi anni di grande visibilità, ospitate tv, possibilità di costruirsi cordate e clientele. Senza contare i «dissidenti» da tenere buoni con la garanzia di un posto al sole: il disoccupato Di Battista, stufo di fare il girovago, le varie ex ministre come Barbara Lezzi e Giulia Grillo e così via.

ANDREA COLLETTI

 

Con pochi posti al sole da assicurare, e tanti aspiranti in prima linea, la sorte dei parlamentari di prima nomina è segnata: sono vittime predestinate. Finora, ad avere il coraggio di venire allo scoperto affermando che bisogna votare no al referendum è stato solo il deputato Andrea Colletti: «È una riforma mal pensata e mal strutturata, che lede la rappresentatività parlamentare». Nelle ultime ore si è aggiunta la voce critica di Marco Rizzone, il parlamentare accusato di aver intascato il bonus Iva: «Si cavalca la rabbia per provare a riprendersi un po' di consenso con il referendum». Ma a votare «no» nel segreto dell'urna, nella ciurma parlamentare grillina, c'è da giurare che saranno molti, molti di più.

IL VOTO SU ROUSSEAU PER IL MANDATO ZERO E LE ALLEANZEdi battista di maio

 

DI BATTISTA DI MAIOALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO

 

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