ALLORA IL VIZIETTO DELLA PISTOLA È COMUNE A DESTRA - NON SOLO IL FALLIMENTARE LUCA BERNARDO, ANCHE GABRIELE ALBERTINI HA IL PORTO D'ARMI: "È COSÌ DAGLI ANNI 70, FINII AL CENTRO DELLE ATTENZIONI DELLE BR E I TERRORISTI MI PEDINARONO. MI SENTO PIÙ AL SICURO CON LA RIVOLTELLA. LE MINACCE DEI NO GREEN PASS A SALA? ACCETTI LA SCORTA, I PAZZI SCATENATI POSSONO ANCHE ESSERE PIÙ PERICOLOSI DEGLI IDEOLOGI ORGANIZZATI"

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Andrea Senesi per www.corriere.it

 

gabriele albertini e beppe sala gabriele albertini e beppe sala

«La cosa che mi ha meravigliato di questa faccenda è che il sindaco di Milano non fosse già sotto tutela».

 

Gabriele Albertini, anche lei finì sotto scorta?

«All’inizio del mandato giravo la città in Vespa. Dopo l’omicidio di Massimo D’Antona mi chiamò però il capo della polizia per annunciarmi che mi avrebbero assegnato una vigilanza di tre uomini. Ma ero finito al centro delle attenzioni delle Br fin dalla fine degli anni 70, per la mia attività in Confindustria.

 

GABRIELE ALBERTINI E BEPPE SALA GABRIELE ALBERTINI E BEPPE SALA

Dal covo di via Monte Nevoso si è scoperto che i terroristi mi pedinarono anche per un certo periodo. Grazie al fatto che stavo spesso fuori città dalla mia fidanzata di allora mi lasciarono poi perdere. Ero a capo della Piccola Industria di Milano. I miei omologhi di Genova e Torino sono stati gambizzati. Erano anni terribili, tanto che io ho il porto d’armi dal 1974».

 

Girava con la pistola?

«Ho vissuto tutte le situazioni a rischio. Dalla stagione dei rapimenti a quella del terrorismo. Ho il porto d’armi e lo rinnovo ogni anno. Quando esco di casa ho con me tre cose: orologio, cellulare e rivoltella. Mi sento più al sicuro».

 

matteo salvini a pranzo per convincere gabriele albertini matteo salvini a pranzo per convincere gabriele albertini

Negli anni di Palazzo Marino portava in municipio la pistola?

«No, perché avevo a fianco a me, appunto, un servizio di vigilanza con tre carabinieri bravissimi».

 

Da sindaco si è poi trovato in situazione pericolose?

«Minacce di morte dirette in quegli anni non mi sono mai arrivate. Magari qualche lettera minatoria, ma niente di più. Era il clima generale però a essere ancora avvelenato, il terrorismo era ai titoli di coda ma sparava ancora.

 

gabriele albertini gabriele albertini

Nell’attentato alla sede di via Tadino della Cisl i brigatisti compilarono di fatto la condanna a morte del povero Marco Biagi, che con noi aveva scritto il Patto per Milano. E anche in quel volantino si faceva riferimento a me come ex presidente di Federmeccanica».

 

Vede analogie con la galassia No vax e No pass?

«Quelle di oggi mi paiono schegge impazzite di ribellismo con venature di patologie personali. Però i pazzi scatenati possono anche essere più pericolosi degli ideologi organizzati».

 

luca bernardo fotomontaggio con la pistola luca bernardo fotomontaggio con la pistola

Ha fatto bene il sindaco Sala a denunciare gli insulti e le minacce?

«Altroché. Mi dispiace per lui e anzi ne approfitto per esprimergli tutta la mia solidarietà. Gli consiglio di accettare la scorta. È una tutela doverosa per chi occupa una posizione come la sua. Non è questione di essere coraggiosi: qui si tratta di difendere le istituzioni».

 

gabriele albertini gabriele albertini

Bisogna usare una mano più ferma coi cortei del sabato?

«Quando una manifestazione non è autorizzata è la legge che prevede che vada sciolta. Senza usare i lanciafiamme, ma con gli idranti e gli sfollagente, se serve. Ogni opinione è legittima se non ha finalità eversive e se è espressa nel rispetto della legge.

 

gabriele albertini 3 gabriele albertini 3

Manifestare dove si vuole, quando si vuole, danneggiando i commercianti, ecco questi sono atti illegali. Sono minoranze aggressive che fanno danni. Perché diecimila persone non sono niente. Senza contare che i non vaccinati sono di per sé un pericolo per tutti».

 

Cosa si sente di dire a Sala?

«È un uomo ragionevole, dovrà sopportare questa situazione con pazienza. Il sindaco è un ruolo di grande esposizione. E l’anomalia, ripeto, è che finora non abbia avuto una scorta. Se ce l’hanno i ministri, anche quelli senza portafoglio, non vedo perché il sindaco di Milano non debba essere protetto».

 

gabriele albertini riccardo de corato gabriele albertini riccardo de corato gabriele albertini 2 gabriele albertini 2

 

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