ALTRO CHE MASTER A CHICAGO E ALTRO CHE LAUREE - QUEL CHE DAVVERO NON POTREMMO MAI PERDONARE A GIANNINO E' LA PATACCA DEFINITIVA: LA SUA PARTECIPAZIONE ALLO ZECCHINO D'ORO – CORREVA L’ANNO 2009 E GIANNINO METTEVA GIA’ LE MANINE AVANTI: ”NON TROVERETE IL MIO NOME NELL'ALBO D'ORO, PER RAGIONI DI FAMIGLIA PARTECIPAI CON LE GENERALITA' DI UN PARENTE’’ - OVVIAMENTE "NON SVELERO' MAI LO PSEUDONIMO, NON VORREI CHE DAGOSPIA NE FACESSE UN TORMENTONE’’ - PAROLE SANTE OSCAR…

da Il Foglio del 12 novembre 2009

Oscar Giannino ci spiega perché lo Zecchino d'Oro non può chiudere "Ho cantato anche io con il Mago Zurlì. Quel programma mi fece capire che non ero destinato a lavorare in Fiat" "Sì, c'ero anch'io. Ho cantato anch'io allo Zecchino d'Oro, in un'epoca in cui quel programma era un punto di riferimento assoluto per chi era bambino in quei primi anni del boom. Era una passione straordinaria, che accomunava tutti attorno al vestitino da mago di Cino Tortorella, a Mariele Ventre e al passerotto dal fiocco rosso".

A parlare è Oscar Giannino. Scoppia il caso dell'esclusione di Cino Tortorella, lo storico Mago Zurlì, dall'edizione di quest'anno dello Zecchino d'Oro; la Cisl lancia l'allarme e una campagna, per il rischio che in seguito al taglio dei fondi questa edizione del mezzo secolo sia anche l'ultima; e così per salvare una trasmissione che ha fatto la storia della tv e del costume si muove ora anche il ministro per l'Attuazione del programma di Governo Gianfranco Rotondi. "Come ministro, come papà di due bambine che lo Zecchino d'Oro non se lo perdono mai e come italiano che con quell'evento è cresciuto".

Ma nell'attesa che la situazione si risolva, il Foglio riporta la testimonianza di un suo autorevole ex-redattore, che prima di diventare una colonna del giornalismo economico italiano, e anche prima della sua precedente carriere di dirigente del Pri, nella prima metà degli anni '60 dello Zecchino d'Oro fu un giovanissimo concorrente.

Anche se il suo nome nell'albo d'oro non lo troverete perché, per ragioni familiari, partecipò con le generalità di un altro parente. E per confidarsi pone anche la condizione di poter non indicare né quel suo pseudonimo, né la canzone interpretata, né il piazzamento.

"Non vorrei che Dagospia o qualcuno del genere ne facesse un tormentone". Malgrado questa preoccupazione, però non c'è imbarazzo nel racconto. "Era un processo di selezione a livello di base che aveva carattere veramente nazionale, e che cominciava a inculcare a bambini ancora molto piccoli valori di merito ben distinti dal velinismo di oggi. Io, che frequentavo un oratorio dei Salesiani, mi ricordo una manifestazione interminabile in cui il bambini dovevano cantare allo sbaraglio per tutto un sabato.

Una tensione lunghissima, in cui il merito era anteposto a tutto. Per arrivare all'Antoniano contava la capacità interpretativa, contava un minimo di intonazione, ma ancora più importante era il riuscire a dar voce ai diversi caratteri dell'universo dell'infanzia di un paese che iniziava a sentirsi uno.

Era un grande programma non demagogico per rappresentare anche nei difetti di pronuncia e nelle calate dialettali un'immagine delle diverse culture del paese, che era presente fin nelle selezioni dal basso con attenzione quasi antropologica. E per i bambini, appunto, era l'occasione per misurarsi fuori dai contesti scolastico e familiare con un criterio di merito, fin dalla più infantile delle esperienze".

Sembra quasi la descrizione di uno strumento di ideologia risorgimentale, più che cattolica. Deamicisiano nel senso originale del termine... "Proprio così. Posso dirlo in maniera particolare io, che venivo da una città come Torino, che di quel'ideologia era impregnata.

L'oratorio salesiano che io frequentavo era di fronte alla Fiat, costruito con gli stessi mattoni rossi della Fiat, ed era stato costruito in un pezzo di quei terreni agricoli che gli Agnelli avevano fatto destinare a altro uso quando avevano dovuto fare Fiat Mirafiori: un pezzetto che era stato dato a suore e salesiani, quasi per riscattare tutta quell'operazione. Virginia Agnelli, si chiamava.

Conviveva col Nido della Fiat, frequentato da gente che aveva scritto ‘Fiat' sul grembiulino. Assieme c'erano poi la scuola elementare e l'istituto tecnico industriale. Si attraversava la strada, e si entrava a lavorare alla Fiat. Lo Zecchino d'Oro diventava un modo per dimostrarci che non eravamo fatalmente condannati a questo destino: di diventare per forza operai alla catena di montaggio della Fiat".

Qualche altro ricordo? "Potei partecipare alle selezioni solo impuntandomi. Mi presentai alle selezioni con una canzone di Gianni Morandi. Una cosa che ricordo pure è che per partecipare alle selezioni bisognava impegnarsi ad acquistare un'enciclopedia per ragazzi molto diffusa all'epoca: "Conoscere".

Ma ricordo soprattutto Mariele Ventre: bravissima, straordinaria. Una dedizione veramente infinita nell'inculcare la musica anche nel meno musicofilo dei bambini, fino ad ottenere risultati strepitosi". E com'è che ora lo Zecchino d'Oro è a rischio di chiusura? "L'Italia di oggi è molto diversa, e probabilmente è fin dagli anni Ottanta che si è persa la cifra di quell'intuizione geniale.

Probabilmente è stata dannosa anche l'internazionalizzazione esasperata. Ma senza più quel tipo di Italia da rappresentare è pure vero che senza i concorrenti stranieri sarebbe degenerata in un banale concorso per giovani cantanti".

 

OSCAR GIANNINO SBRAITA SUL PALCOOSCAR GIANNINO OSCAR GIANNINO IL LAUREATO - ACCELERARE IL DECLINOComizio di Oscar Giannino zecchino-d'oroMago Zurlitortorella mago zurll Gianni Morandi

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…