roberto gualtieri

ALTRO SMACCO A 5 STELLE PER ZINGA - SALTA IL BLITZ DEL PD PER DARE PIENI POTERI AL TESORO DI GUALTIERI SULL'ENERGIA. UN PROGETTO GRADITO A METÀ DEL M5S. COSÌ, DI FRONTE AGLI STREPITI DELLA LEGA E AL PARERE NEGATIVO DELL'ARERA, L'AUTHORITY PER L'ENERGIA, LO SPACCHETTAMENTO DEL GESTORE DEI SERVIZI ENERGETICI È SALTATO. SOSPESO ANCHE IL TENTATIVO DI PORTARE L'ENEA SOTTO IL CAPPELLO DEL TESORO

Claudio Antonelli per ''la Verità''

 

L'emendamento era troppo smaccato. Così, di fronte agli strepiti della Lega e soprattutto al parere negativo dell'Arera, l'Authority per l'energia, reti e ambiente, lo «spacchettamento» del Gestore dei servizi energetici è saltato. Sospeso anche il tentativo di portare l'Enea, l'agenzia per le nuove tecnologie e l'energia, sotto il cappello del Tesoro. L'emendamento firmato Gianluca Benamati è in capo al Pd. Formalmente l'obiettivo sarebbe stato quello di creare due distinti poli. Il primo in capo al gruppo Gse, che si sarebbe dovuto occupare in via esclusiva di gestione dei servizi energetici con particolare riferimento allo sviluppo delle energie rinnovabili, all'efficienza energetica, alla gestione degli oneri di sistema e dei flussi informativi dell'intero sistema elettrico.

roberto gualtieri

 

Il secondo polo, legato all'Enea, si sarebbe interessato allo studio, alla ricerca e all'innovazione tecnologica applicati al settore delle tecnologie energetiche avanzate e dei sistemi energetici avanzati. Il condizionale resta d'obbligo perché Pd e 5 stelle proveranno di nuovo a infilare l'emendamento in qualche decreto, nonostante l'intervento dell'Arera sia un unicum. Non è mai accaduto infatti che una Authority intervenisse per bloccare un semplice emendamento, ma ciò fa comprendere l'importanza del blitz e la sfacciataggine dell'operazione.

 

A cominciare dal primo firmatario dell'emendamento saltato. Benamati è infatti un dipendente di Enea in aspettativa e, secondo Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento energia della Lega, il suo intervento sarebbe una leva per mettere le mani sul maxi fondo da 500 milioni erogato dal governo proprio a Enea, tramite un articolo del decreto Rilancio. È evidente «che la proposta, oltre a evidenti criticità sul piano strategico e operativo, rappresenta per Benamati una situazione di grave conflitto di interessi», spiega Arrigoni, «L'emendamento, inoltre, sembra costruito per tentare nuovamente il commissariamento di Gse e l'azzeramento dell'attuale cda affinché le imminenti nomine dei vertici delle altre società del gruppo siano a totale appannaggio del M5s. Il governo e i ministri competenti non possono restare in silenzio».

 

La denuncia della Lega però non tiene conto delle sfumature. Il blitz per dare anche sull'energia pieni poteri al Mef parte dal Pd, ed è sostenuto da metà dei grillini. Ad esempio, il ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, non avrebbe gradito la «riforma» del Gse e dell'Enea. Al contrario, il sottosegretario Davide Crippa su questo tema si è mostrato allineato con il Pd. O meglio, con la parte dei democratici decisa a portare sotto il cappello del Tesoro anche questa prerogativa.

 

ENEA

Il principale motivo è quello di uscire da un'impasse che dura ormai da più di un anno, eliminare numerose parti in causa e creare una filiera di nomine molto più veloce. Il problema è che, per natura e statuto, il Gse deve essere indipendente dal governo e godere di un imprinting tecnico. Portando pure la scelta scelta delle nomine sotto il cappello del Mef si snaturerebbe il percorso di scelte apolitiche. Basti sapere che è proibito applicare a Gse o Enea i concetti dello spoils system.

 

Lo sa bene il Tesoro, che su queste partite si è defilato. Pur essendo beneficiario della «riforma», non si è battuto per tenere in vita l'emendamento di Benamati. A seguito dell'intervento a gamba tesa dell'Arera, la mossa del Pd e di mezzo M5s avrebbe arrecato solo danni. Il ministero dell'Economia, guidato da Roberto Gualtieri, tiene molto di più a realizzare la propria riforma, affidata per il momento a una bozza di Dpcm che in queste ore giace in un cassetto della scrivania di Giuseppe Conte.

 

L'obiettivo del testo - già raccontato dalla Verità - è completare senza alcuna valutazione da parte del Parlamento una riorganizzazione del Mef, interna ed esterna. Lo schema darebbe infatti più poteri al direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, rispetto alla struttura del ministero. E al tempo stesso accorperebbe, sempre in capo al Tesoro, enormi poteri decisionali sulle partecipate dello Stato. Si capisce che il tentativo di plasmare il ministero a immagine e somiglianza di Rivera con il favore delle tenebre sia ormai saltato.

alessandro rivera

 

Aggiungere anche la partita del Gse e dell'Enea non avrebbe fatto altro che scaldare gli animi dentro la maggioranza già divisa e combattuta sulle scelte di Gualtieri. È chiaro che l'obiettivo è quello di creare un ministero sempre meno dipendente dalla politica e sempre più sotto la stretta osservanza dei tecnici e di chi ha voluto che Giovanni Tria in pieno governo gialloblù scegliesse di promuovere alla carica più alta del Mef un dirigente che di leghista e grillino non aveva nulla e confermasse all'incarico che ricopre dal 2008 Fabrizia Lapecorella. Il riferimento è a più di un consigliere del Quirinale.

 

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”