antimafia dna gratteri russo melillo

ANTIMAFIA DEGLI SCAZZI - IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA FINISCE IN PEZZI SUL VOTO PER IL NUOVO DIRETTORE DELLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA, POSTO LASCIATO LIBERO DA FEDERICO CAFIERO DE RAHO, ANDATO IN PENSIONE - GRATTERI È IN POLE, MA OCCHIO A MELILLO, VICINO AL PD, E ALL'INTERNO RUSSO: ALLE AUDIZIONI A PORTE CHIUSE IN CUI I CANDIDATI RISPONDEVANO ALLE DOMANDE DEI CONSIGLIERI NON È PASSATA INOSSERVATA LA PRESENZA DI...

Paolo Ferrari per “Libero Quotidiano

 

NICOLA GRATTERI CAFIERO DE RAHO

Nicola Gratteri, il procuratore di Catanzaro, come anticipato da Libero nei giorni scorsi, con due preferenze è da ieri in pole per essere nominato nuovo procuratore nazionale antimafia, posto lasciato libero lo scorso febbraio da Federico Cafiero De Raho, andato in pensione per raggiunti limiti di età.

 

NICOLA GRATTERI CAFIERO DE RAHO

Per occupare il prestigioso ufficio di via Giulia, nel centro della Capitale, avevano fatto domanda, oltre a Gratteri, i procuratori di Napoli, Giovanni Melillo, di Catania, Carmelo Zuccaro, di Messina, Maurizio De Lucia, e di Lecce, Leonardo Leone De Castris. Aveva fatto domanda anche il vice di Cafiero De Raho, Giovanni Russo.

 

cafiero de raho foto di bacco

In Commissione per gli incarichi direttivi al Consiglio superiore della magistratura, a favore di Gratteri hanno votato il pm antimafia Sebastiano Ardita, ex davighiano di Autonomia&indipendenza, ed il laico in quota M5s Fulvio Gigliotti.

 

NICOLA GRATTERI

Per Russo si sono espressi il togato di Magistratura indipendente Antonio D'Amato, presidente della Commissione, ed il laico in quota Forza Italia Alessio Lanzi.

 

nicola gratteri 4

PARTITA APERTA

Per Melillo, invece, la togata progressista di Area, la sua corrente, Alessandra Dal Moro. Si è astenuto il togato della corrente centrista Unicost, quella un tempo dominata da Luca Palamara, Michele Ciambellini.

 

Considerata la delicatezza dell'incarico, la scorsa settimana tutti gli aspiranti erano stati convocati al Csm per rispondere alle domande dei vari consiglieri circa il modo in cui vorranno impostare il lavoro alla Dna in caso di nomina.

 

Giovanni Melillo

Fra i compiti principali quello di coordinare le indagini antimafia su tutto il territorio nazionale. Va ricordato, poi, che da qualche anno la Dna ha esteso le proprie competenze anche all'antiterrorismo, tema molto sensibile nell'ultimo periodo.

 

giovanni melillo 1

Si è trattato di audizioni a porte chiuse dove non è però passata inosservata la presenza del magistrato siciliano Nino Di Matteo. L'ex pm del processo "Trattativa Stato-mafia" non è uno dei componenti della Commissione per gli incarichi direttivi ma, prima di essere eletto al Csm nel 2019, prestava servizio proprio alla Procura nazionale antimafia. Ufficio dove tornerà il prossimo mese di settembre al termine del mandato a Palazzo dei Marescialli.

 

GIOVANNI RUSSO

LO SCONTRO

Di Matteo si era scontrato ai tempi con Cafiero De Raho che lo aveva "rimosso" a maggio del 2019 dal pool che si stava occupando delle indagini sui mandanti occulti delle stragi dei primi anni '90, trasferendolo ad altro incarico all'interno della Dna.

 

La causa scatenante era stata una intervista, verosimilmente non concordata in anticipo, durante la trasmissione di Andrea Purgatori su La7 Atlandide. Al momento del voto in Plenum, a questo punto in programma il mese prossimo, l'appoggio dei pm antimafia del Csm potrebbe non essere sufficiente per Gratteri.

 

nino di matteo 1

Mancherebbero all'appello, come si è visto con il voto del forzista Lanzi, i voti dei componenti laici non pentastellati. Sul filo di lana potrebbe avere allora la meglio Melillo, che in passato è stato il capo di gabinetto dell'allora ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd).

 

Melillo, magistrato molto esperto e ben voluto nelle stanze del potere, era stato nominato procuratore di Napoli a luglio del 2017, battendo, 14 voti a 9, proprio Federico Cafiero De Raho, fino a quel momento procuratore di Reggio Calabria. In caso contrario, resterebbe la soluzione interna, il vice Russo, che darebbe continuità all’ufficio.

 

Vale la pena di sottolineare che i due precedenti numeri uno della Dna, Pietro Grasso e Franco Roberti, terminato l'incarico sono finiti in politica con il Pd. Grasso è stato nella scorsa legislatura presidente del Senato, Roberti è attualmente europarlamentare.

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