patuanelli paola de micheli

AUTOSTRADA SENZA USCITA - CONTE E DI MAIO TORNANO A PARLARE DI ''REVOCA'' DELLA CONCESSIONE, SULL'ONDA DEL NUOVO CROLLO, DEI VENTI VIADOTTI A RISCHIO, E PURE DEL TRACOLLO DELLA TRATTATIVA SU ALITALIA. DA AUTOSTRADE TENGONO IL BASSO PROFILO: SIA TONINELLI CHE PATUANELLI (OLTRE OVVIAMENTE ALLA DE MICHELI, VOLTO PIU' AMICHEVOLE PER I CONCESSIONARI RISPETTO AI GRILLINI) HANNO PARLATO DI ''REVISIONE'', MA CHE SARÀ APPLICATA A TUTTI, NON SOLO AD ASPI

1. CONTE TORNA A PARLARE DI ''REVOCA'' DELLA CONCESSIONE

Estratto da www.repubblica.it

 

roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli

Venti viadotti a rischio, sotto inchiesta da parte della Procura di Genova: diciotto sulle autostrade tra la Liguria e il Piemonte, tra cui il Pecetti e il Fado sulla A-26, chiusi lunedì sera; uno, il Paolillo, sulla Napoli-Canosa di Puglia; l'altro, il Moro, a Pescara, sulla Bologna-Taranto. Ponti descritti in una relazione trasmessa al Mit, che presentano elevate criticità, tanto da far dire al pm Walter Cotugno (titolare dell'inchiesta sui falsi report) che "Autostrade e Spea, delegata al monitoraggio, non hanno il controllo sulla sicurezza dei viadotti". 

 

Un assist al premier Conte, che qualche ora dopo torna con un vecchio cavallo di battaglia dei 5S: "Sulla revoca della concessione di Aspi a seguito del crollo del ponte Morandi siamo in dirittura d'arrivo, il procedimento amministrativo è in corso, non faremo sconti. Il nostro obiettivo è tutelare l'interesse pubblico di tutti i cittadini". La concessionaria, contattata da Repubblica, in serata, sceglie il basso profilo e non risponde. Ma va ricordato che la Commissione Toninelli aveva escluso la possibilità di revoca, appunto per evitare l'apertura di contenziosi.

roberto tomasi

 

 

 

2. REVISIONE DELLE CONCESSIONI

Marco Conti e Umberto Mancini per “il Messaggero

 

Il governo accelera sulla revisione delle concessioni autostradali. O almeno ci prova. Lo fa sull'onda emotiva dei recenti dissesti che hanno messo in luce la scarsa manutenzione di strade, ponti e viadotti. Ma più in generale, perché il discorso va ovviamente allargato, spinto dalla necessità di riavviare il piano annunciato e mai realizzato del rilancio delle infrastrutture, partendo proprio dalla messa in sicurezza del territorio. A Palazzo Chigi vogliono dare un'accelerata molto forte visto che, tra l'altro, il nuovo modello tariffario è stato già delineato. Un modello che punta ad ottenere non solo pedaggi più bassi ma ad implementare gli investimenti, aumentando allo stesso tempo i controlli sulla rete. Un tavolo tecnico è già al lavoro al Mit e interlocuzioni con i principali concessionari sono state avviate. 

paola de micheli parla fitto fitto con stefano patuanelli

 

LA RIFORMA

La riforma del sistema approvata dall'Art, l'Autorità dei Trasporti, è pronta da mesi. E prevede, a grandi linee, che gli extra ricavi dovuti a maggior traffico delle società autostradali si traducano in riduzioni delle tariffe. Tariffe - ed è questa la maggiore novità - che registreranno annualmente, con un meccanismo di premi e penalità, anche la qualità del servizio. 

 

Il concessionario, almeno nelle intenzioni dell'Art, sarà poi obbligato a efficientare ogni anno i propri costi operativi e gestionali, in modo da pervenire a un tetto fissato per legge calcolato tramite il confronto con le migliori pratiche del settore. C'è da dire che la riforma, così come è stata designata, ha già incassato il no secco dell'Aiscat, l'associazione che raggruppa i concessionari, che l'ha bollata come statalista e dirigista. Perchè, qualora fosse approvata, andrebbe ad incidere su contratti in corso. 

 

L'esecutivo vuole però sfruttare l'occasione dell'aggiornamento dei piani economici e finanziari scaduti (che riguardano ben 16 concessionarie), per andare avanti. Ieri, in un incontro con la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli il nuovo ad di Aspi, Roberto Tomasi, ha assicurato il massimo impegno proprio sul fronte delle manutenzioni e delle verifiche. L'obiettivo di Autostrade per l'Italia - che ha varato un maxi piano di controlli - è proprio quello di arrecare meno disagi alla mobilità, mentre sul fronte delle tariffe l'impatto della riforma sarà tutto sommato modesto. 

viadotto a6 torino savona

 

Come accennato le linee guida dell'Art vanno ad incidere su 16 società per le quali il periodo regolatorio quinquennale previsto dalle vigenti convezioni risulta scaduto. Il governo, in sostanza, vuole che i nuovi criteri che misureranno investimenti e i miglioramenti dell'efficienza dei gestori entrino subito in vigore, ovvero all'inizio del nuovo anno. 

 

L'effetto, almeno in teoria, dovrebbe essere quello di moderare le tariffe tramite il price cap, un meccanismo che prevede un indicatore di produttività annuale il quale verrà calcolato con cadenza quinquennale per valutare i diversi aspetti della efficienza della gestione. Inoltre, annualmente le tariffe saranno tarate riconoscendo solo gli investimenti effettivamente realizzati secondo i piani concordati con il Mit. 

 

viadotti a rischio

Una stretta poi ci sarà sull'uso dei fondi legati alle manutenzioni che dovranno essere velocizzate. Spetta ora a Palazzo Chigi aumentare il pressing con le concessionarie, passando dalle parole ai fatti, trovando soprattutto un'intesa all'interno delle forze di maggioranza. Luigi Di Maio continua ad attaccare Autostrade e a chiedere la «revoca» della concessione. Ieri il collega di partito e di governo Stefano Patuanelli, pur precisando che la questione «non è di mia competenza», ha invece parlato di «revisione totale». 

 

Più attenta a misurare le parole è la ministra De Micheli che da sempre parla di «revisione obbligatoria per tutti e sedici i concessionari» rifacendosi alla delibera dell'Art. Una linea politicamente consona a ciò che il premier Conte disse in aula a settembre nel discorso sul quale ottenne la fiducia dal Parlamento. 

 

paola de micheli 3

Ciò non toglie che, qualora la magistratura riconoscesse la responsabilità di Atlantia nella caduta del Ponte Morandi, la procedura di «caducazione», come la chiama il premier Conte, troverebbe il supporto necessario. «Il procedimento amministrativo - ha ribadito ieri sera Conte in conferenza stampa - è in corso, adesso si tratta di tirare le fila, e come sempre detto non faremo sconti. Il nostro obiettivo è tutelare non un interesse privato ma quello pubblico, di tutti i cittadini». La revoca costerebbe 23,5 miliardi e una durissima battaglia legale.

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)