sinodo vescovi papa bergoglio cei

AVANTI, BERGOGLIO! - IL SINODO ITALIANO VOLUTO DAL PAPA FA LITIGARE I VESCOVI: I FEDELISSIMI DEI PONTEFICE SPINGONO PER FARLO MA NELLA CEI C'È CHI LO VEDE COME UN COMMISSARIAMENTO E AGITA IL FANTASMA DELLE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE BASSETTI - LE PORPORELLE CONSERVATRICI VOGLIONO UNA CHIESA RATTRAPPITA, INCAPACE DI APRIRSI ALLA MODERNITÀ. E LA BATTAGLIA TRA I DUE BLOCCHI SI E’ GIÀ SPOSTATA SUL PROSSIMO CONCLAVE…

Claudio Tito per “la Repubblica”

 

SINODO DEI VESCOVI

La guerra sembrava sopita. O almeno che fosse stata siglata una sorta di tregua armata. Ma tutto rischia di esplodere di nuovo. E ancora una volta l' epicentro è la Curia Romana. Il detonatore, però, potrebbe essere piuttosto inaspettato: la Cei. La Conferenza episcopale italiana. Tra i vescovi italiani, infatti, da qualche tempo iniziano a emergere segnali evidenti di insofferenza rispetto alla linea del Pontefice. L'ipotesi avanzata negli ultimi mesi di un Sinodo italiano ha creato più di un malumore.

 

Gualtiero Bassetti, presidente Cei

L'idea non è stata riproposta direttamente dal Papa, ma è stata sollecitata a più riprese dai suoi sostenitori più fermi. E ha creato qualche dissapore nell' episcopato italiano. Che ha vissuto come una sorta di "commissariamento" se non addirittura come l'"archiviazione" di una storia, l'ipotesi sinodale. Al punto che alcuni dei vescovi più influenti avrebbero accennato negli ultimi giorni alla possibilità di un atto netto da parte del presidente della Conferenza episcopale, Gualtiero Bassetti. Ossia l'interruzione anticipata del suo mandato che per statuto si concluderebbe nel 2022.

 

La decisione, in realtà, non è stata ancora assunta. E nessun passo ufficiale e ufficioso è stato compiuto. Si tratta soprattutto di una aspirazione di alcuni prelati che trae origine dalle riflessioni svolte nelle sale della Cei dai chi è sempre stato critico nei confronti di Francesco e da chi che lo è diventato in una sorta di eccentrica saldatura.

 

papa francesco tagle

L'eventuale motivazione ufficiale addotta, comunque, non sarebbe certo quella di una contestazione alla linea sostenuta da Bergoglio. Semmai Bassetti, nominato proprio dall'attuale Pontefice, farebbe riferimento alla sua età: compirà 78 anni ad aprile. Quindi ben oltre il limite dei 75 che segna il "pensionamento" di chi ricopre incarichi diocesani o di vertice. Certo, dal 2018 proprio il Santo Padre ha modificato questa regola introducendo una norma che impone di presentare la rinuncia al Papa con quest' ultimo che la deve accogliere o rifiutare. Le cariche, ossia, "non cessano ipso facto".

 

Bassetti, dunque, dovrebbe formulare la sua richiesta prima di procedere con le "dimissioni". Resta il fatto che solo la ventilazione di questa soluzione sta riaprendo le tensioni in Vaticano. Del resto, tutti descrivono un clima di nervosismo nella Curia di Roma. Soprattutto in pochi ormai nascondono un certo isolamento che circonda il Papa. Lo scontro è sempre lo stesso. Tra innovatori e conservatori.

 

SINODO DEI VESCOVI

Come ha avvertito proprio Bergoglio nei giorni scorsi citando il cardinal Martini, suo confratello gesuita, «la Chiesa è rimasta indietro di 200 anni». Il Santo Padre fin dall'inizio ha cercato di colmare quel ritardo. Mentre il blocco conservatore sembra quasi più propenso ad accettare l'idea di un cattolicesimo chiuso in una sorta di ridotta della testimonianza pur di non aprirsi alla contemporaneità. Il fulcro del conflitto è proprio questo.

 

angelo sodano papa francesco1

La posta in gioco è quella di una Chiesa disponibile ad accogliere il futuro e in grado di essere un punto di riferimento ecumenicamente globale oppure rattrappita in se stessa. La recente nomina del cardinale filippino (ma con ascendenze anche cinesi) Tagle a Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, rientra in questo disegno. Che tutto - all' interno della mura vaticane e nella Curia nonostante sia stata radicalmente rinnovata proprio dal Pontefice - si stia dunque svolgendo sotto l'aura dell'inquietudine lo si capisce anche da alcuni episodi minori. Come l'addio del cardinal Sodano dall'incarico di decano del collegio cardinalizio.

 

papa francesco tagle

L'ex segretario di Stato ha presentato la sua rinuncia e Francesco l'ha accolta. Negli stessi giorni lo stesso Sodano aveva organizzato una messa per celebrare i 50 anni di sacerdozio di Bergoglio. Cerimonia che si è svolta regolarmente alla presenza di quasi tutta la Curia ma durante la quale il Papa ha fatto in modo di non prendere la parola lasciando tutti di stucco. Un segno di distacco e forse di sfiducia.

 

È invece diventata ormai una consuetudine che il Pontefice colga al volo tutte le occasioni per far visita o incontrare ogni comunità gesuitica. In Italia e all' estero. Come se si sentisse protetto solo tra i suoi confratelli. È accaduto, ad esempio, poco prima di Natale per la presentazione degli scritti di padre Fiorito che il Papà chiama "maestro" o nel suo recente viaggio - a novembre - in Giappone. Dove Francesco ha fatto in modo di andare a salutare padre Juan Haidar, gesuita argentino che adesso insegna filosofia all'università Sophia di Tokyo.

 

Gualtiero Bassetti

La battaglia tra innovatori e conservatori sta assumendo nella Santa Sede anche una versione ulteriore: quella che alcuni chiamano sovranismo teo-geografico. In cui le Chiese nazionali o continentali (a cominciare da quella americana e africana) trasformano il nervosismo conservatore in spinte centrifughe se non addirittura scismatiche.

 

È anche per questo che Francesco sta concentrando molti dei suoi sforzi per organizzare e orientare per tempo il prossimo Conclave. Le sue nomine a cardinale sono per lo più dettate dall'esigenza di non frenare in futuro l'impulso innovatore. Una attenzione che specularmente stanno coltivando anche i membri del blocco anti-Bergoglio. Anche se, ovviamente, i tempi del Conclave sono lontani. Persino gli avversari di Francesco, infatti, sanno che nessuno può ipotizzare in questa fase le sue dimissioni. Due Papi emeriti e uno in carica provocherebbe una situazione di confusione eccessiva, persino per la Chiesa millenaria.

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO