conte babbo natale

BABBO CONTE PORTA IL REGALO SOTTO L’ALBERO: VUOLE ELARGIRE UN BONUS NATALIZIO DA CINQUECENTO EURO PER CHI HA SUBITO ALMENO OTTO SETTIMANE DI CASSA INTEGRAZIONE - MA LA MAGGIORANZA NON VUOLE SAPERNE: IL PROGETTO È COSTOSO (1,7 MILIARDI) E AD EROGARE IL BONUS DOVREBBE ESSERE L'INPS CHE È GIÀ NEL MIRINO PER GLI INSOPPORTABILI RITARDI NELL’EROGAZIONE DEI SUSSIDI - CONTE L'ANNO SCORSO PROPOSE IL “BONUS BEFANA” (CHE FU UCCELLATO SUBITO)

Alessandro Barbera per “la Stampa”

giuseppe conte roberto gualtieri 1

 

L'idea viene direttamente da Palazzo Chigi: un bonus natalizio da cinquecento euro per chi ha subito almeno otto settimane di cassa integrazione. Per raccontare quel che sta accadendo di questi tempi nel governo, occorre entrare nelle case dei protagonisti. Venerdì, poco prima della mezzanotte e dopo sette ore di riunione fiume on line, dal Tesoro arriva la richiesta di un nuovo collegamento. Alcuni erano pronti per andare a dormire, altri stavano per affrontare un consiglio dei ministri notturno.

ANTONIO MISIANI

 

Alla breve riunione sono convocati i ministri economici, i vice del Tesoro, i referenti dei partiti. Approvato il terzo decreto (il cosiddetto "ristori") per le attività commerciali bloccate dal virus, già si lavora al quarto. C' è da discutere di come spendere altri otto miliardi di euro, gran parte dei quali necessari a rinviare tre scadenze fiscali (30 novembre, 16 e 27 dicembre) delle imprese. Il decreto arriverà entro fine mese, subito dopo il voto in Parlamento (quest' anno è il quarto) per autorizzare altri venti miliardi di spese emergenziali. Il lavoro di mediazione è complicato. Forza Italia è disposta a votare a favore purché la maggioranza tenga conto di alcune sue richieste nel successivo decreto.

 

Renato Brunetta, incaricato dal Cavaliere dei contatti, chiede di superare l' eredità più odiosa del virus, ovvero la differenza di trattamento fra garantiti e non garantiti, dipendenti e autonomi. Dario Franceschini ad esempio preme per un aiuto ai lavoratori messi al tappeto dalla seconda ondata, quelli del turismo e dello spettacolo. È per questo che l' idea del premier, piombata d' improvviso nella trattativa, è accolta con freddezza.

 

laura castelli con mascherina

Dubbi vengono dai tre vice di Gualtieri - il Pd Antonio Misiani, la grillina Laura Castelli, Maria Cecilia Guerra di Leu - né piace al responsabile economico di Italia Viva Luigi Marattin. L' obiettivo è quello di dare certezze a chi - a causa delle solite burocrazie - è spesso costretto ad aspettare mesi per ottenere l' assegno. Il progetto di Conte è costoso (1, 7 miliardi) e ad erogare il bonus dovrebbe essere proprio chi (l' Inps) è accusato dei ritardi. Marattin è il più contrario di tutti: «Che vado a raccontare ai ristoratori con l' acqua alla gola? Vogliono riformare la cassa integrazione e renderla più efficiente? Prontissimo. Non mi chiedano di alimentare le divisioni nel Paese».

 

Come sempre il problema è far tornare i conti: per i soli rinvii fiscali servono cinque miliardi. È quanto necessario ad evitare i pagamenti Irpef, Irap e Ires a tutte le imprese con meno di cinquanta milioni di fatturato e perdite di almeno un terzo rispetto all' anno precedente. Per realizzare il bonus di Conte occorrerebbe ridurre la platea del Natale senza tasse.

titti brunetta e renato

 

Il premier non è nuovo a idee simili sotto l' albero. L' anno scorso si inventò il bonus Befana, ma finì nel nulla perché legato ad un piano (quello di incentivazione dei pagamenti elettronici) che fu poi ridimensionato. Il bonus per i cassintegrati rischia di fare la stessa fine, per ragioni prima politiche che di bilancio.

 

Spiega Brunetta: «Non è nostra intenzione diventare parte della maggioranza, siamo a disposizione nell' interesse del Paese. Ma per noi è essenziale che il governo accolga alcune nostre proposte per le categorie in difficoltà». Gestire la seconda ondata del virus, per quanto meno grave della prima, si sta rivelando più difficile.

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini

 

Per questo il premier, spinto dal Quirinale, deve coinvolgere l' opposizione nelle grandi scelte. Ieri ha telefonato a Matteo Salvini che gli ha dato un sì di massima al voto della Lega in Parlamento a favore delle nuove spese. «Ci spieghino però come vogliono spendere i soldi, e la smettano di parlare di bonus per monopattini». In apparenza tutto ciò per Conte dovrebbe essere la garanzia di un lungo futuro a Palazzo Chigi. Di fatto - presto o tardi - potrebbe rivelarsi la premessa di scenari imprevedibili.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?