vladimir putin joe biden mondo guerra

BENTORNATI, ANNI CINQUANTA! - DOMENICO QUIRICO: “ADDIO INTERNAZIONALISMO: TORNERANNO IN CAMPO GLI STATI UNITI IN GRANDE, DOPO AVER FALLITO LA GLOBALIZZAZIONE PLANETARIA. NON UN PROGRESSO PER L'EUROPA” - “RITORNEREMO A SCORRERE GLI INDICATORI BRUTALI DELLA FORZA. LA DOMANDA SARÀ NON PIÙ: CHE PIL HAI QUEST'ANNO? MA QUANTI MISSILI E DRONI KILLER PUOI SCHIERARE, IN CHE COALIZIONE MILITARE TI TROVI?"

Domenico Quirico per “La Stampa”

 

DOMENICO QUIRICO

Siamo in un periodo climaterico, in un momento di trapasso. Ci arroccheremo sempre più alla nostra parte del mondo, al nostro campo, all'ombra della nostra quotidianità, alle sue tradizioni, a casa nostra. E poi le abitudini, le mille deliziose superfluità: quelle che, in un mondo di opposti e di nemici per la pelle, di avversari che si studiano per indebolirsi senza subire danni, serviranno a resistere e a farci sentire diversi e migliori dagli altri, da quelli che stanno al di là del nuovo Muro d'Europa.

 

PUTIN BIDEN

La guerra e l'impossibilità di viaggiare se non tra noi (constatazione amara dopo anni in cui tutto il mondo era a nostra disposizione) ci ricondurranno al gusto di questi beni. La nuova letteratura, che non si è ancora formata, nascerà da questo stato d'animo forzatamente campanilistico, sì, dal respiro di sollievo per essere di qua.

 

Addio internazionalismo, dal carattere fluido, avventuroso e aleatorio: l'Occidente e null'altro, una sorta di universalismo rimpicciolito, forzatamente provinciale. Vorremmo ritrovare, come accadeva prima, le nostre abitudini anche altrove. Ma altrove non le ritroveremo, anzi le troveremo insidiate.

xi jinping joe biden

 

Non credo lo si debba confondere con il vecchio isolazionismo di marca americana, piuttosto è il suo contrario, necessità di difendere il proprio sistema di vita.

Per questo torneranno in campo gli Stati Uniti in grande, dopo aver fallito la globalizzazione planetaria. Di nuovo come potenza che conserva e difende quelle nostre care abitudini. Non un progresso per l'Europa. Semmai la constatazione di debolezza e sconfitta come protagonista autonoma della Storia.

 

TELEFONO ROSSO GUERRA FREDDA

Per comodità di trovare un precedente storico si può dire che questo frammento del terzo millennio, a causa della guerra, assomiglierà agli anni cinquanta del secolo scorso. Che furono tutt' altro che ruggenti, intirizziti dalla guerra fredda, in perenne angoscia di veder superato il Limite, quel Limite.

 

Da una parte e dall'altra dei due schieramenti facili alla scomunica e all'ostracismo ci si impegnerà in una continua, martellante opera di propaganda e di catechizzazione, con argomenti capovolti ma identici: non distraetevi, loro preparano l'aggressione, vogliono soffocarci, state in guardia.

vladimir putin

 

Ci legherà un sentimento nevrastenico di minaccia alla sicurezza che vien dal sospetto di avere nemici sicuri e troppo astuti e amici pochi ed infidi. Oltre alle malattie croniche, i problemi insolubili, le illusioni senza speranza.

 

È stato Putin, l'ideatore e il colpevole di questo disordine, nel discorso al nuovo cosmodromo a scandirlo in modo chiaro: quando noi russi riuscimmo a inviare per primi un uomo nello spazio, Gagarin, umiliando gli americani, eravamo isolati e assediati dall'occidente esattamente come ora, eppure abbiamo vinto Il gusto crescente e profondo per se stessi sarà una caratteristica di questo ennesimo dopoguerra.

vladimir putin

 

La sua difesa sarà come negli anni cinquanta la minaccia dell'altro, sentito come pericolo estraneo. Genererà un'accresciuta coscienza di se stessi, coscienza della propria storia diversa e del proprio valore; e una ondata di patriottismo occidentale (e ''asiatico'' dall'altra parte). Dentro l'incubatrice di questa corsa a sottolineare le differenze e non ciò che ci rende eguali o almeno simili potrà svilupparsi un nuovo reciproco imperialismo di cui dovremo essere i viaggiatori testimoni.

 

reattore incompleto di chernobyl

Ho pensato quale potrebbe essere la manifestazione semplice ma efficace di questo cambiamento, la prova che certi atteggiamenti si sottraggono ormai alla superficiale vicenda quotidiana calandosi nel regno stabile degli istinti. Constatazione, temo, dell'efficacia eversiva, brutale dell'attacco di Putin al nostro mondo di ieri. Ecco. Dagli anni sessanta del secolo scorso, epoca che definimmo del boom, e poi nell'epoca del capitalismo entusiasta, ci eravamo abituati a registrare la classifica tra le nazioni su base economica, con l'indicatore del prodotto interno lordo.

 

MANIFESTAZIONE CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA A ROMA

Il sismografo della ascesa e della decadenza di vecchi e nuovi dragoni della scena mondiale era scritta nella classifica del Pil: la Cina e la Corea avanzano, la Gran Bretagna precipita, il Brasile sale Dentro spuntava anche un giudizio politico sulle classi dirigenti, perfino una valutazione morale su regimi e leader.

 

Piccoli stati fino ad allora secondari erano trattati come potenze di cui tener conto grazie agli sfavillanti indici in crescita, inturgiditi dai grandi affari. Slum miserabili e periferie infernali sparivano d fronte al mitico cinque, sei, sette per cento... Era quello che contava, riverberandosi su tutto, influenza politica, possibilità diplomatiche, ruolo all'interno di organizzazioni continentali o in grandi organismi economici. L'Europa ne era il simbolo: debole, rissosa, divisa ma economicamente protagonista.

 

vladimir putin joe biden ginevra

Ora ritorneremo a scorrere gli indicatori brutali della forza. La domanda sarà non più: che Pil hai quest' anno? ma quanti missili e droni killer puoi schierare, in che coalizione militare ti trovi? Addio valvole di sicurezza, cuscini ovattati, che impedivano gli urti troppo forti.

Putin voleva spazzare via il nostro mondo del Pil, nel quale è un protagonista secondario, semplice fornitore di materie prime soggette agli sbalzi del mercato e alle nuove mode della ecologia. Il suo Pil è quello dei missili e dei carri armati e lì conta.

 

mariupol

La fine della neutralità di Svezia e Finlandia che chiedono di entrare nella Nato è un brusco segnale. Si può restar neutrali in un mondo in cui la competizione è economica, non in un mondo che si contende gli spazi geografici e utilizza il peso della potenza. La storia finlandese illustra questo mutamento.

 

L'eroe nazionale è il maresciallo Mannerheim che alla guida delle guardie bianche cacciò i rossi dalla Finlandia all'inizio della rivoluzione bolscevica. Poi guidò i finlandesi in due guerre consecutive contro l'Urss, la seconda che si confonde con il secondo conflitto mondiale, in parte a fianco dei tedeschi.

sanna marin

La punizione fu dura in morti, distruzioni, perdite territoriali. Una parte della Carelia è diventata Russia, l'esodo della popolazione fu totale, lasciò il vuoto alle sue spalle, una fertilità deserta come per una bomba atomica di quelle che definiscono "pulite". La neutralità fu lo strumento per essere i vicini della Russia restando diversi. Ora questo equilibrio che per settanta anni sembrava miracoloso, rafforzato dalla fine dei blocchi ideologici e dal tempo delle guerre solo economiche, è spazzato via.

magdalena andersson sanna marin magdalena andersson sanna marin putin biden

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…