di maio conte salvini cannabis

ALLA CANNA DEL GAS - DI MAIO CONTINUA A MENARE SU SALVINI: “USA LA MARIJUANA PER DISTRARRE DAL CASO SIRI”. CONTE GLI FA ECO: “IL GOVERNO È IN MANO MIA, NON DI SALVINI. L’ATTACCO AI NEGOZI DI CANNABIS SHOP NON È ALL’ORDINE DEL GIORNO”. MA IL MINISTERO DISPONE CONTROLLI E PARTONO LE PRIME CHIUSURE - DIVIETO DI APRIRLI VICINO ALLE SCUOLE. GIUSTO, QUELLO È TERRITORIO DEI PUSHER CON LA ROBA TOSSICA

 

 

CONTE,IDEA COMANDI SALVINI ILLUSIONE OTTICA,GUIDO IO

 (ANSA) - L'idea che nel governo comandi Matteo Salvini è "una illusione ottica". "Alla guida ci sono io". Lo afferma Giuseppe Conte intervistato dal quotidiano spagnolo "El Pais" che utilizza questa frase per il titolo del servizio. "Salvini è il capo della Lega e di una delle forze di questo governo. Un importante ministro e vicepresidente con cui ho tenuto molti confronti e incontri nei Consigli dei ministri, cui partecipa anche Di Maio.(

SALVINI DI MAIO

 

 

1. CONTE: NON CHIUDETE I CANNABIS SHOP

A.Z. per “la Repubblica

 

Niente cannabis shop entro i 500 metri da scuole, ospedali, centri sportivi, parchi giochi e controlli a tappeto alla ricerca di quello " zero virgola" in più di principio attivo che basta a dichiarare "l' effetto drogante" dei prodotti da marijuana light legalmente in vendita.

La direttiva annunciata da Salvini ed emessa in 24 ore dal Viminale punta alla chiusura dei punti vendita di canapa light, con qualunque escamotage possibile.

 

In attesa che il 31 maggio le sezioni unite della Cassazione dicano la parola definitiva sulla legittimità della vendita dei prodotti da marijuana light entro il limite del principio attivo dello 0,6 per cento, il ministro dell' Interno dà ufficialmente il via alla sua crociata contro i cannabis shop davanti a uno dei due chiusi ieri a Civitanova Marche dal questore di Macerata Antonio Pignataro.

 

È lui l' apripista di quei provvedimenti di chiusura che, applicando l' articolo 100 del testo unico di pubblica sicurezza richiamano « esigenze di ordine e sicurezza pubblica connesse alla commercializzazione di prodotti a base di cannabis, ossia vera e propria sostanza stupefacente » . Perché i controlli a campione eseguiti sui prodotti in vendita finiscono spesso per rivelare un principio attivo superiore a quello 0,6 per cento. Dunque " effetto drogante", negozi chiusi e gestori denunciati per spaccio.

 

matteo salvini giuseppe conte a pian de giullari firenze

«La droga fa male, senza distinzioni - ribadisce Salvini - e lo spaccio è legato alla malavita. Lo Stato non può essere spacciatore.

 

Mi auguro che il senatore del M5S Mantero ritiri la proposta sulla droga libera. Se bisogna liberalizzare qualcosa, parliamo invece della prostituzione». Una posizione sulla quale né il M5S né il premier Conte sono disponibili a condividere alcunché. « Ho un' agenda con un' ordine del giorno molto fitto, questo non è all' ordine del giorno», taglia corto Conte lasciando a Di Maio l' affondo politico: « Salvini lo vedo un po' nervoso. Mi auguro che non sia il solito tema di distrazione di massa che vuole usare per coprire il caso Siri. Sui canapa store gli dico che se ci sono irregolarità certo bisogna chiuderli. Poi mi auguro che con la stessa tenacia voglia chiudere le piazze di spaccio a Napoli, perché poi una bimba di 3 anni ci finisce in mezzo».

 

I produttori e i commercianti di cannabis light protestano: «Non siamo pusher, vendiamo un brand». E mentre, come aveva sollecitato Salvini, le prime feste della Cannabis (a cominciare da quella di Torino del 17 maggio) vengono annullate, viene invece confermataper domani a Roma la Million Marijuana March, una sfilata per « dire sì alla legalizzazione e no al proibizionismo».

 

 

2. NEGOZI DI CANNABIS LIGHT SCATTANO LE CHIUSURE «MAI VICINI ALLE SCUOLE»

Cristiana Mangani per “Il Messaggero

Fontana, Salvini, Tajani e Conte al Salone del Mobile

 

La campagna è partita: tre negozi che vendono canapa light sono stati chiusi dalla polizia nelle Marche e i titolari sono stati denunciati per spaccio di sostanze stupefacenti. Conta poco se si tratta di attività commerciali aperte sulla base di una legge. Il ministro dell' Interno Matteo Salvini ha dichiarato guerra a chiunque faccia affari con i prodotti derivati dalla mariujana, perché - dice - «va contrastata la droga che fa male ai nostri figli». E ha emesso una direttiva che fissa nuove regole e una stretta nei controlli ma non chiusure generalizzate.

 

LE INFIORESCENZE

Punti principali del documento sono le infiorescenze della canapa, «impropriamente pubblicizzata come consentita dalla legge n. 242/2016». Per il leader leghista è fondamentale che venga fatto uno screening sul territorio e venga accertato se questi negozi si trovino in zone considerate sensibili, ovvero vicini «a scuole, ospedali, centri sportivi, parchi giochi, e, più in generale, tutti quei luoghi affollati e di maggiore aggregazione, soprattutto giovanile».

 

Con particolare attenzione agli shop di prossima apertura per i quali viene data come indicazione «una distanza di almeno 500 metri» dai luoghi indicati come a potenziale rischio. Qualcosa che ripercorra un sistema già adottato per le sale da gioco, perché - viene spiegato - «il consumo delle cosiddette droghe leggere rappresenta spesso un viatico per l' assunzione di quelle pesanti».

 

dolci alla cannabis 8

Insomma, la guerra è cominciata. E con questa la polemica politica interna al governo. Salvini ha chiesto al senatore dei 5 stelle Mantero di ritirare la proposta sulla droga libera, scongiurando il rischio - dice - di «uno Stato spacciatore». Però al suo invito ha risposto in modo secco il premier Conte: «Ho un' agenda con un' ordine del giorno molto fitto, la chiusura di questo tipo di negozi non è all' ordine del giorno».

 

Ancora più pungente Di Maio: «Oltre a fare questo - ha affermato riferendosi al collega - lo pregherei anche di chiudere le piazze di spaccio della camorra e della mafia».

L' ordinanza emessa per i tre negozi dal questore Antonio Pignataro, potrebbe essere solo l' inizio della crociata. A Macerata e dintorni le motivazioni per l' apposizione dei sigilli sono state il superamento della quantità di Thc, la sostanza psicoattiva usata per trattare la pianta. Una decisione che è piaciuta a Salvini, tanto da fargli dire che «il modello Macerata potrà essere replicato con successo in tutta Italia». «Gli spacciatori non li voglio - ha aggiunto - la droga fa male. Meglio un uovo sbattuto». E ha alzato il tiro: «Se bisogna legalizzare o liberalizzare qualcosa, parliamo invece della prostituzione».

 

LA COLTIVAZIONE

E mentre Macerata avvia la battaglia, da Torino arriva una risposta dai toni ben diversi: il consiglio comunale a prevalenza 5 stelle dà il via alla coltivazione della cannabis a scopo terapeutico su proprietà comunali. Anche se nello stesso capoluogo piemontese è stato pure deciso di annullare il Festival internazionale della Canapa, in programma dal 17 al 19 maggio al Pala Alpitour. Una scelta dovuta proprio alle dichiarazioni del ministro, che hanno spinto diversi espositori a dare forfait. A Roma, invece, qualcuno ha rilanciato e non ha rinunciato alla sfilata, come avviene da 19 anni, per dire «sì alla legalizzazione» e «no al proibizionismo». Senza contare che sono volati gli stracci anche all' interno dello stesso Viminale, con scintille tra i funzionari gialloverdi.

 

dolci alla cannabis 7

«Non vedo per quale motivo i negozi vadano chiusi - ha dichiarato il sottosegretario all' Interno Carlo Sibilia, in quota 5s - Lo Stato deve stare vicino alle piccole e medie imprese». Gli ha risposto l' omologo leghista, Stefano Candiani: «Se dovessimo lasciare fare a chi la vede come lui ci troveremmo presto i cannaioli al posto dei caldarrostai nelle piazze d' Italia».

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."