matteo salvini stefano donnarumma ferrovie dello stato

IL CAOS ALLA STAZIONE TERMINI È UNA QUESTIONE POLITICA (E ORA SPUNTA L'IPOTESI DI PRIVATIZZAZIONE DI FS) - IL NODO FERROVIARIO DELLA CAPITALE, COME TANTI ALTRI IN ITALIA, È INGOLFATO DAI TROPPI TRENI, MILLE AL GIORNO: TAGLIARLI SIGNIFICA CREARE DISAGI AI PASSEGGERI E PERDITA DI VOTI PER IL GOVERNO, CHE "IMBRIGLIA" FS - SALVINI SPINGE PER LA PRIVATIZZAZIONE DI FERROVIE: "LO STATO NON CE LA FA PIÙ" - IN ATTESA DELLE DECISIONI IMPOPOLARI, IL GOVERNO MELONI CONSEGNA LA PALLA NELLE MANI DELL’AD DI FERROVIE, STEFANO DONNARUMMA...

1. FERROVIE, RETE AL COLLASSO DIECIMILA INTERRUZIONI E LA POLITICA IMBRIGLIA FS

Estratto dell’articolo di Aldo Fontanarosa per “La Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2024/10/04/news/ferrovie_italiane_guasto_privatizzazione-423534649/

 

stefano donnarumma al forum di cernobbio

Troppi treni ad alta velocità in viaggio tra la capitale e Milano. Troppi treni in transito nella centralissima, comodissima, ingolfatissima Roma Termini: addirittura 1000 ogni giorno. Troppe ditte esterne coinvolte nella manutenzione della rete di binari, che adesso accusa 10.000 interruzioni l’anno, fragile e indifesa.

 

Nel 2024, i viaggiatori arrivano nelle stazioni del Paese facendo – prima ancora del biglietto – il segno della croce. È successo tra luglio e agosto quando uno degli orgogli nazionali, l’Alta velocità, si è fatta media velocità, abbonandosi a ritardi ricorrenti. È successo il 2 ottobre quando l’immagine dei tabelloni di Termini, spenti e senza informazioni, ha fatto il giro del mondo. [...]

MATTEO SALVINI STEFANO DONNARUMMA

 

Il governo Meloni, che certo sta disperdendo sulle banchine dei treni una parte del suo consenso, studia una privatizzazione delle Ferrovie che Matteo Salvini incoraggia in un clima di resa: «Lo Stato», dice a sorpresa il ministro dei Trasporti il 30 settembre da Milano, «non ce la fa più» a sostenere da solo i viaggi su binario. Una privatizzazione che, semmai sarà decisa, produrrà degli effetti benefici soltanto tra molti anni.

 

E invece l’emergenza è adesso e imporrebbe ai manager di Ferrovie scelte immediate, parecchio impopolari. Prendiamo Roma Termini. Il 2 ottobre, i guasti nella stazione della capitale sono stati gravissimi (capiremo presto perché). Ma i loro effetti sulla circolazione nazionale addirittura nefasti, per un motivo banale. Roma Termini è sovraccarica di convogli, in transito ogni giorno.

 

stefano donnarumma al forum di cernobbio

Oltre 300 sono solo quelli dell’Alta Velocità, gli altri sono treni “minori” (come gli Intercity e i Regionali). Treni “minori” che andrebbero dirottati altrove per decongestionare Termini e salvaguardarne la rete. E invece – denuncia l’economista Andrea Giuricin in un intervento sul Foglio – i Regionali sono addirittura aumentati negli ultimi 5 anni. A Roma come a Milano Centrale.

 

Ferrovie ha decine di manager esperti e attrezzati. Dipendesse da loro, molti Regionali verrebbero indirizzati subito alla Stazione Tiburtina di Roma, che peraltro è stata rilanciata nel 2011. Dipendesse da loro, molte Frecce di Fs si fermerebbero nella splendida stazione di Napoli Afragola (opera dell’architetta Zaha Hadid) invece di spingersi fino a Napoli Centrale. Scelte del genere - obbligate, forse - presentano un solo problema: sono impopolari e vengono tacitamente osteggiate, sospettarlo è lecito, dal governo di turno.

baloccarsi vignetta by rolli per il giornalone la stampa

 

Perché Tiburtina non è comoda e centrale quanto Termini; perché Afragola – a differenza di tante stazioni minori in Europa – è una cattedrale nel deserto. Manca di una metropolitana che ti porti in centro città e non la avrà per molti anni. [...]

 

Anche le corse ad altavelocità da Roma a Milano sono troppe: fino a 160 al giorno tra Frecce e Italo. I convogli dal muso a punta andrebbero sforbiciati, loro pure. Ma diminuire l’offerta di posti, a costo di un aumento dei prezzi, farebbe perdere voti.

 

E allora tutte le strade e tutti i treni portano a Termini. Dove il 2 ottobre ha preso forma un incidente – più che “raro”, come Ferrovie lo ha definito – angosciante. In Italia perfino il più piccolo ospedaledi provincia manda un paziente in sala operatoria con un salvagente. Se viene a mancare la corrente elettrica, il chirurgo continua a maneggiare il bisturi perché il gruppo elettrogeno d’emergenza è subito partito in soccorso.

matteo salvini post di ferragosto 2023

 

Anche nel mondo ferroviario qualsiasi “macchina” è ridondante: quando una si ferma, viene immediatamente rimpiazzata da quella di riserva. A Termini invece, mentre una cabina elettrica andava in tilt il 2 ottobre alle 6 e 30 (per un banale errore di una ditta esterna addetta alla manutenzione, raccontano), quella di riserva non l’ha sostituita come avrebbe dovuto.

 

In attesa delle decisioni impopolari che non arriveranno, e delle indagini interne sulla doppia avaria di Termini, si lavora alla privatizzazione. Il governo Meloni consegna la palla nelle mani dell’amministratore delegato di Fs, Stefano Donnarumma, che dovrà formulare delle proposte. E questo manager dal solido curriculum (già alla guida di Acea e Terna) ha chiarito subito la tempistica. L’operazione privatizzazione richiederà almeno 2 anni e prenderà corpo soltanto nel 2026. I benefici dell’apertura di Ferrovie agli investitori privati si potranno sentire, dunque, solo fra 3 anni. [...] Tanti, troppi tecnici ad avvicendarsi sulla stessa panchina. E a sancire che un’azienda chiave per il Paese, Fer rovie, resta ancora proprietà della politica.

 

Stefano Donnarumma

2 - TRENI, IERI ANCORA RITARDI E DISAGI SOSPESA LA DITTA ACCUSATA DEL GUASTO

Estratto dell’articolo di Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”

 

[...] E adesso è scontro tra maggioranza e opposizione: «L’uomo del giorno è Salvini!

Per un chiodo ha bloccato tutta l’Italia. E ora che ha trovato il colpevole, il chiodo, Salvini torna a occuparsi di Pontida. I pendolari di Termini si attacchino: al chiodo, naturalmente!», lo sfottò nei confronti del ministro della Lega da parte del leader di Iv, Matteo Renzi.

 

E torna all’attacco, come aveva fatto già mercoledì, anche la segretaria del Pd, Elly Schlein: «Il ministro Salvini quando cerca il responsabile della paralisi deve fare solo una cosa: guardarsi allo specchio». Così come Angelo Bonelli di Avs: «Salvini consegni le dimissioni a Mattarella».

 

PUNTO DEL GUASTO CHE HA MANDATO IN TILT I TRENI A ROMA

Andrea Casu, deputato del Pd e vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, lancia l’allarme: «Secondo la relazione annuale dell’Autorità di regolazione dei trasporti la capacità commerciale della nostra rete ferroviaria ha un limite dell’85 per cento, ma sono stati stipulati contratti per utilizzarla oltre questo limite. Il ministro Salvini sembra più interessato a vendere le ferrovie ai privati che a farle funzionare».

 

Dalla maggioranza, invece, si levano voci a difesa del leader della Lega: «Sull’alta velocità, è vero, si registrano spesso difficoltà — eccepisce Alessandro Cattaneo, di Forza Italia — magari per problemi di manutenzione o di traffico che dovrebbe essere alleggerito. Ma l’opposizione non può attaccarsi a una giornata nera. No a strumentalizzazioni».

 

E i sindacati? «Ferrovie dello Stato favorisca una internalizzazione di molti servizi che negli anni sono stati esternalizzati», avverte il segretario della Cisl Luigi Sbarra. La Cgil, con il segretario confederale Pino Gesmundo, parla di «disastro quotidiano», mentre il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, punta il dito sulle «gare al massimo ribasso fatte senza garantire la sicurezza».

PUNTO DEL GUASTO CHE HA MANDATO IN TILT I TRENI A ROMAMATTEO SALVINI IL FERROVIARIO - VIGNETTA BY MACONDOBLOCCO TRENI A TERMINI - VIGNETTA BY OSHOstazione termini a roma 3stazione termini a roma 2stazione termini a roma 1stazione roma termini

 

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)