matteo salvini

CARROCCIO AL CARTOCCIO – DOPO LE CAPRIOLE NEL RUOLO DI "KING-PIPPER" QUIRINALIZIO, TORNA IL SALVINI DI LOTTA E DI GOVERNO. I LEGHISTI NON VOTANO LE NORME ANTI-COVID IN CONSIGLIO DEI MINISTRI E TROVANO LA SPONDA DEI 5STELLE NELLA REPLICA DELL'ASSE SALVINI-CONTE ANDATO IN SCENA PER IL QURINALE - LA RASSICURAZIONE DEL CARROCCIO: "NESSUNA CRISI DI GOVERNO". E DRAGHI? TIRA DRITTO COME SE NULLA FOSSE…

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

La Lega non cambia. Dopo la tormentata rielezione di Sergio Mattarella e le capriole di Matteo Salvini nel ruolo di king maker quirinalizio, dopo la manifesta volontà di Mario Draghi di una ripartenza rapida ed efficace del governo, come se nulla fosse i rappresentanti leghisti in Consiglio dei ministri puntano i piedi. Non votano, chi assente (Giancarlo Giorgetti) chi presente (Massimo Garavaglia ed Erika Stefani), il decreto con le nuove anti-Covid sulla scuola.

 

Didattica a distanza (Dad) e quarantene in primis. La ragione: «Discriminano i bambini non vaccinati». Uno strappo, al di là del merito, clamoroso. Perché avviene dopo lo scontro sul Colle, lo sbriciolamento del centrodestra, l'alert lanciato da Draghi a ripartire senza indugi e bandiere identitarie nell'azione del governo. E alla vigilia del giuramento di oggi di Sergio Mattarella. Però dalla Lega fanno sapere che Salvini «non vuole aprire alcuna crisi». Che «Giorgetti non intende dimettersi, anzi».

DRAGHI SALVINI

 

Insomma, i leghisti si limitano a voler continuare nello schema del piede in due staffe: al governo e assieme all'opposizione. A Draghi, naturalmente, questa situazione risulta indigesta. Però, almeno nella fase attuale, tira dritto come se nulla fosse, confermando la linea a favore di chi ha compiuto il dovere civico di vaccinarsi.

 

E fa passare il decreto senza tentennamenti. Come se le bizze leghiste siano ormai un male endemico con cui convivere. La prova sono le parole con cui il premier ha rintuzzato le critiche manifestate da Garavaglia in Consiglio dei ministri: «Capisco le difficoltà, gli scrupoli e le perplessità. Ma la distinzione tra vaccinati e non, anche nelle scuole, è giusta e va introdotta». E così è stato.

CONTE SALVINI

 

DECISIONE LUNARE

A rendere ancora più clamoroso lo strappo del Carroccio è il contesto in cui è avvenuto. Draghi nell'illustrare il provvedimento in Consiglio dei ministri, aveva descritto misure volte a garantire «una ancora maggiore riapertura del Paese». Una scuola in presenza «da sempre la priorità del governo», per venire «incontro alle esigenze delle famiglie, che trovano il regime attuale delle quarantene troppo complicato e restrittivo».

 

La sintesi: «Vogliamo un Italia sempre più aperta, soprattutto per i nostri ragazzi». Temi che sulla carta avrebbero dovuto ricevere la standing ovation di Salvini & C, da sempre contrario alle restrizioni anti-Covid. «Invece i suoi ministri», come dice un membro del governo, «hanno preferito guardare il dito che indicava la luna e non la luna».

 

MATTEO SALVINI E GIUSEPPE CONTE

 Vale a dire: hanno attaccato a testa bassa la norma che prevede la Dad per i bambini non vaccinati. E questo per continuare a strizzare l'occhio a No Vax. La notizia del nuovo affondo leghista è trapelata poco dopo le sei di sera. «Per dissenso», hanno battuto le agenzie di stampa, «il ministro Garavaglia non vota il provvedimento sulla scuola e lascia il Consiglio dei ministri. La Stefani invece resta».

 

Sembrava l'annuncio di una rottura nella delegazione del Carroccio. Tanto più che Giorgetti veniva dato presente a palazzo Chigi, ma fuori dalla riunione del governo «per non votare in dissenso», dicevano alcune fonti. Tutto falso. Sia Garavaglia che Stefani erano rimasti immobili attorno al tavolo ovale della stanza dell'esecutivo al primo piano di palazzo Chigi.

MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

 

E fonti vicine al ministro dello Sviluppo economico erano corse a rassicurare: «Non c'è alcuna spaccatura. E nessuna intenzione della Lega, o di Giorgetti, di uscire dal governo». Era seguita spiegazione: «Il ministro era assente perché impegnato in una delicata riunione sulla crisi di Intel. Quando Giorgetti è arrivato a palazzo Chigi, la cabina di regia era già finita e il Consiglio dei ministri cominciato. Dunque tutto era deciso e si dava un contentino al ministro Speranza. Così è rimasto fuori, condividendo in pieno la decisione di Garavaglia di astenersi sul provvedimento».

 

L'ASSE CON M5S E LO STOP PD

A peggiorare la situazione, in serata, è arrivata la sponda dei 5Stelle alla Lega nella replica dell'asse Salvini-Conte andato in scena per il Qurinale: «Non possiamo dirci soddisfatti per la differenza di trattamento tra studenti vaccinati e non».

 

Abbastanza per far scattare la reazione del Pd. Enrico Letta ha fatto trapelare: «Quanto accaduto un atto preoccupante che rischia di aumentare l'instabilità e creare nuova confusione nel Paese. Noi siamo determinati a sostenere, col massimo dell'impegno e della responsabilità, l'operato del governo. Confidiamo che sia solo un incidente di percorso e che da domani la maggioranza torni compattamente al fianco di Draghi». Si vedrà.

fedriga salvini giorgettigiancarlo giorgetti e matteo salvini 2salvini giorgetti

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO