luigi di maio davide casaleggio

CASALEGGIO ERGO “SUM” – LA PRIMA EDIZIONE "DI GOVERNO" DELLA “CERNOBBIO GRILLINA” È UN FLOP: A IVREA NON CI SONO LE GRANDI IMPRESE NÉ LE LOBBY E PURE I MINISTRI M5S DISERTANO QUASI TUTTI. IN PRATICA CI SONO SOLO ZEMAN E TRAVAGLIO –  IL NODO DELLE CANDIDATURE PER LE EUROPEE: DI MAIO, CHE NON PARTECIPA AL BRINDISI, INSISTE CON LA SOLFA DELLE CAPILISTA DONNE, ESTERNE E POSSIBILMENTE VIP (TRANNE L'ASSESSORE DELLA APPENDINO GUIDO MONTANARI) MA GLI EUROPARLAMENTARI USCENTI NON HANNO INTENZIONE DI FARSI FREGARE

Simone Canettieri per “il Messaggero”

 

davide casaleggio sum #03

La chiusura del padrone di casa è alta e bassa, davanti a una sala che non si è mai riempita per tutta la giornata. Segno dei tempi. «Siamo come il capitano di Kirkegaard che deve decidere se muovere battaglia, ma intanto la nave procede e se noi non decidiamo in che modo usare la tecnologia, la nave comunque va avanti e saranno gli altri a decidere la battaglia».

davide casaleggio e luigi di maio a sum #03

 

Poi Davide Casaleggio diventa pop (o almeno ci prova) e tira fuori la metafora dei Giochi senza frontiere che gli raccontava il padre, Gianroberto, per la cui memoria si fa da tre anni questo Sum all' Officina H dell' Olivetti. E quindi il grande capo di Rousseau dice che la tecnica deve mettere al centro l' uomo, senza farsi distrarre dai sacchi che arrivano. Finisce così con una cena per gli iscritti dell' associazione, la terza edizione di un evento che per la prima volta è sottotono.

 

LE ASSENZE

sum #03

Mancano le grandi imprese e le lobby, in questa che nasce come una Cernobbio grillina ma che finisce per specchiarsi nella flessione pentastellata. Al contrario dello scorso anno, quando, di questi tempi, l' aria di governo pervadeva un po' tutti i grandi portatori di interesse (da Italgas all' asse delle imprese del Nord capitanato da Massimo Colomban e Arturo Artom). Ora c' è la consapevolezza che il player dell' esecutivo non si trovi qui, ma nella Lega. E dunque l' attenzione evapora.

laura castelli sum #03

 

Al momento del brindisi manca anche Luigi Di Maio, che ha assistito a tutti i panel, salvo andarsene in serata verso Milano. Anche la delegazione ministeriale è ridotta: Giulia Grillo e Alberto Bonisoli. Battuta dei maligni grillini che stazionano al bar: «Ti credo, sono i ministri a rischio, devono farsi vedere».

marco travaglio sum #03

 

Stop. Si vedono poi i sottosegretari più in auge: Laura Castelli, Stefano Buffagni, Manlio Di Stefano, Mattia Fantinati, Vito Crimi. Il vero forfait è quello dei parlamentari: su 330 qui se ne sono contati sì e no una decina. Una ridotta di fedelissimi: Stefano Patuanelli ed Emilio Carelli. Poi Gianluigi Paragone, Alberto Airola e Luca Carabetta per vicinanza territoriale. E gli altri? Nisba. Ancora più rumorosa l' assenza degli europarlamentari.

zdenek zeman a sum #03

 

L' unico è Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente dell' assemblea. Ma questa è un' altra storia da raccontare. Perché dietro le quinte c' è grossa agitazione per la faccenda dei capilista esterni che Di Maio vuole piazzare «per stupire tutti». Una mossa alla Renzi del 2014. Con quasi tutte donne, appunto.

 

L' unica eccezione dovrebbe essere rappresentata da Guido Montanari, assessore all' urbanistica nel Comune di Torino e vice di Chiara Appendino. Non a caso, prima di arrivare a Ivrea Di Maio ha comunicato la decisione alla sindaca che, raccontano, non l' ha presa proprio benissimo. Ma come Garibaldi a Teano alla fine ha detto «obbedisco».

luigi di maio sum #03

 

LE CASELLE

Se la circoscrizione del Nord-Ovest è coperta, il problema è quella opposta. Serve una donna forte nel Veneto. E al momento non c' è. Nelle isole il problema dovrebbe essere stato risolto invece con Chiara Cocchiara, l' ingegnere aerospaziale di Gela, inserita da Forbes tra i trentenni più influenti nel mondo.

 

Ignazio Corrao

C' è maretta. Soprattutto tra gli europarlamentari uscenti. Un big come Ignazio Corrao, capo delegazione a Strasburgo, all' idea di essere scalzato da un esterno ha minacciato nei giorni scorsi anche di ritirare la candidatura. C' è poi il nodo Centro-Italia dove, visto che il collegio ruota intorno a Roma, si sta cercando di capire come rapportarsi con il Campidoglio. Scegliere una figura che dica a Roma abbiamo lavorato bene è complicato.

 

zdenek zeman francesco cancellato sum #03

Martedì Casaleggio sarà a Bruxelles per un evento sulla democrazia digitale, intanto è pronto a chiedere un accesso agli atti al Garante per vedere come si è comportato quando il Pd è finito nei guai per la privacy dopo gli attacchi informatici (i casi citati sono quelli del circolo dem Firenze quando uscì in rete, tra l' altro, il numero di telefono di Renzi).

 

sum #03 1

Alla fine si è parlato anche qui di sovranismo, ma digitale. E la più applaudita oltre a Zeman è stata l' assessore all' innovazione di Barcellona, la romana Francesca Bria. Tutto molto serio e anche un po' mogio. Certo, non c' era Beppe Grillo a tirare su gli animi. «La Lega ci logora, io ve lo dico da sempre», è il messaggio recapitato a Ivrea.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…