meloni zaccaro albano

SUL CASO ALBANIA SCOPPIA LA RIVOLTA NELLE CHAT DEI MAGISTRATI: “MELONI VUOLE RISCRIVERE IL DIRITTO, È PIÙ PERICOLOSA DI BERLUSCONI” (E LA DUCETTA POSTA SUI SOCIAL LA MAIL DEL GIUDICE CHE L'ATTACCA) - ZACCARO DI “AREA”, LA CORRENTE DI SINISTRA DELLE TOGHE: "I MAGISTRATI SONO ACCUSATI DI FARE POLITICA MA SPETTA AL GOVERNO NON ESONDARE. AL TEMPO DI BERLUSCONI LA TENSIONE ERA PARTE DEL CONFLITTO DI INTERESSI. OGGI NELL’OCCHIO DEL CICLONE CI SONO, PURTROPPO, GIUDICI CHE…”

 

Ilaria Sacchettoni per roma.corriere.it - Estratti

 

giovanni zaccaro

Sono i post e i messaggi che suggeriscono ragionamenti, spunti, distinguo. E tradiscono malessere, più spesso addirittura sgomento per l’ultima esternazione dell’esecutivo e della politica che accusa, a loro dire, senza conoscere.

 

Venerdì 18 ottobre, dopo l’attacco della premier Giorgia Meloni ai giudici che sull’Albania remerebbero contro, Facebook si fa tazebao: «”I magistrati — posta una giudice — dovrebbero aiutare il governo a risolvere i problemi” dice il Presidente del Consiglio. Errore gravissimo di diritto costituzionale: i magistrati non hanno il compito di collaborare all’attuazione del programma di nessun governo bensì hanno il dovere di applicare le leggi, i regolamenti e le norme sovranazionali al cui rispetto l’Italia si è obbligata. Si chiama separazione dei poteri».

 

 

GIOVANNI ZACCARO

Perplessi, preoccupati, quasi feriti da quelle che ritengono «sgrammaticature» istituzionali, refusi impensabili sotto il profilo del rispetto tra poteri. Legge i mal di pancia diffusi Giovanni Zaccaro, segretario di Area (la sinistra delle toghe): «Vale la pena di fare una premessa: in epoca berlusconiana lo scontro era tra una fetta di politica e i pm che indagavano sugli affari dell’allora premier. La tensione era parte del conflitto di interessi. Oggi nell’occhio del ciclone ci sono, purtroppo, giudici che applicano norme...».

 

Il salto di qualità è sotto gli occhi di chiunque, riflette il segretario della corrente Area Giovanni Zaccaro. La platea di magistrati avverte il timore che tocchi, prima o dopo, a loro stessi difendersi. E che non sarà cosa indolore.

ellekappa vignetta meloni albania

 

La questione del rimpatrio dal centro albanese? Nelle chat tra magistrati le risposte alle accuse di certa politica. Messaggino di sabato 19 sullo stesso tema: «Dopo la sentenza della corte di giustizia (riguardo i paesi sicuri che, come ribadito dal presidente di Anm Giuseppe Santalucia, deve essere tenuta in considerazione, ndr) era ovvio che la giudice decidesse di riportare in Italia i migranti».

 

Esistono norme vincolanti, condivise, stringenti rispondono i togati. «I magistrati sono accusati di fare politica — sottolinea Zaccaro — mentre spetterebbe al governo non esondare».

 

 

GIOVANNI ZACCARO

(...) Sospira Zaccaro: «Qui si ignora la procedura: gli ordini del questore sono simili tra loro e le decisioni del giudice sono ripetitive allo stesso modo. Quanto alla rapidità è imposta dalla procedura stabilita dal protocollo Italia-Albania».

 

Sorprendono i toni utilizzati soprattutto. «Toni delegittimanti», lamentano. Di nuovo Zaccaro: «I magistrati devono tutelare i diritti per dovere. È il cuore del loro lavoro. La sensazione è che la politica, non solo in Italia ma in tutto il mondo direi, vari norme bandiera, provvedimenti pensati per moltiplicare il consenso...».

 

 

«PEGGIO CHE AI TEMPI DI BERLUSCONI…»

Estratti da open.online

 

(...) Già perché al di là della questione di specie la preoccupazione di molti, tra i magistrati, è per la dimensione generale e politica dello scontro aperto dai meloniani. «In epoca berlusconiana lo scontro era tra una fetta di politica e i pm che indagavano sugli affari dell’allora premier. La tensione era parte del conflitto di interessi. Oggi nell’occhio del ciclone ci sono, purtroppo, giudici che applicano norme…», dice a Ilaria Sacchettoni Giovanni Zaccaro, segretario di Area (corrente di sinistra).

migranti in albania - vignetta by vukic

 

Concetti del tutto simili a quelli messi in evidenza da un altro togato assai ascoltato, Marco Patarnello: «L’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi», scrive il sostituto procuratore della Cassazione a tutti gli indirizzi della mailing list di Magistratura Democratica.

MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

 

Un attacco, dunque, «molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni» rispetto a quello cui ci si era “abituati” ai tempi del fu Cavaliere. Perché? Lo spiega sempre Paternello, nella mail visionata e pubblicata stamattina dal Tempo. «Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a sua carico e quindi non si muove per interessi personali, ma per visioni politiche, e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto».

 

L’isolamento della magistratura e la «chiamata alle armi»

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3

La situazione è più grave e preoccupante di quanto non lo fosse nell’era berlusconiana, spiega ancora Paternello, anche per un’altra ragione. E cioè che oggi «la magistratura è molto più divisa e debole rispetto ad allora»; di più, «è isolata nella società». Mentre, sul fronte politico, si registra il fenomeno opposto. E cioè che «la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme, e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale, ribaltando principi cardini che consideravamo intangibili.

 

silvia albano

Di qui l’appello ai colleghi e stringere i ranghi: «A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura». Il Tempo osserva nel dare la notizia che l’esponente di spicco delle “toghe rosse” di Magistratura Democratica «sembra quasi bramare la falange politica contro il governo». In realtà Paternello nella mail distingue piuttosto chiaramente i due piani: «Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini a un giudice indipendente. Senza timidezze».

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 1

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."