umberto bossi

CAVERNOSA, STRASCICATA E RAUCA: IL SUCCESSO DI UMBERTO BOSSI ERA NELLA SUA VOCE - BELPOLITI: "AVEVA IL POTERE DI FAR VIBRARE LE CORDE SEGRETE DEGLI ASCOLTATORI, ECCITAVA E INSIEME RASSICURAVA. MUTUAVA LE "BRUTTE PAROLE" DAL MARKETING POLITICO CHE I RADICALI AVEVANO SDOGANATO NEGLI ANNI OTTANTA - È STATO PER GRAN PARTE DEL NORD DEL PAESE UNO-COME-NOI: LA GESTUALITÀ TIPICA DEL FREQUENTATORE DI BAR. NEL NOVEMBRE DEL 1993 IN UN CAPANNONE INDUSTRIALE DI CURNO ARRINGO' IL POPOLO LEGHISTA E SE LA PRESE CON LA MINISTRA MARGHERITA BONIVER: AVAMBRACCIO TESO FUORI DALLA CAMICIA E PUGNO CHIUSO MIMA UN GIGANTESCO FALLO E ACCOMPAGNA IL GESTO CON LE PAROLE: 'SIAMO ARMATI BENE, ARMATI DI QUESTO MANICO QUI'" - VIDEO

 

Marco Belpoliti per "la Repubblica"

 

UMBERTO BOSSI CE L HA DURO

Chissà cosa avrebbero detto gli spettatori che nel 1953 assistevano alla proiezione del film di Federico Fellini I vitelloni se qualcuno avesse vaticinato loro l'arrivo al parlamento italiano, dominato da democristiani e comunisti, di un leader politico che somigliava ad Alberto, il personaggio interpretato da Sordi. Eppure proprio questo è accaduto. Nel 1987 un giovanotto stagionato di 46 anni, senza arte né parte, cantante fallito, eterno studente di medicina, di nome Umberto Bossi è eletto al Senato della Repubblica dopo aver fondato tre anni prima la "Lega autonomista lombarda".

 

UMBERTO BOSSI

Oggi che il Senatùr ha compiuto ottant' anni, e mentre la sua Lega sta compiendo l'ennesimo cambio di pelle per restare identica a sé stessa, forse è venuto il momento di chiedersi come abbia potuto quest' uomo determinare i destini dell'Italia prima di lasciare nel 2012 la carica di capo assoluto del movimento a seguito di uno scandalo. Da dove gli è derivato il carisma prima che l'ictus del 2004 lo bloccasse?

 

Dalla postura e dalla voce, prima di tutto. Bossi si presentava sui palchi della Lega come un cantante, simile a uno degli urlatori canori degli anni Sessanta e Settanta stringendo il microfono nella mano, un atteggiamento da stella rock che firma autografi ai fan, qualcosa di radicalmente diverso dai politici dell'epoca. Poi c'è la sua voce cavernosa, profonda, strascicata e soprattutto rauca, che aveva il potere di far vibrare le corde segrete degli ascoltatori, di suscitare risposte emotive, che eccitava e insieme rassicurava. I suoi seguaci si sentivano in sintonia con lui.

 

UMBERTO BOSSI CE L HA DURO

Era la sua capacità di dare voce alla collera covata da una parte della popolazione del Nord nei decenni precedenti, una massa indistinta e diversa al proprio interno per collocazione geografica e sociale. Con quella voce enucleava una serie d'argomentazioni che non si collocavano sul piano del discorso razionale, fornendo così un idioma composto di neologismi e invenzioni lessicali, sintatticamente traballante, ma efficace.

 

Parlava alle viscere e al cuore, non alla mente o alla ragione dei suoi ascoltatori. Il Senatùr mutuava le "brutte parole" dal marketing politico che i radicali avevano sdoganato negli anni Ottanta, usando forme della comunicazione politica sorprendenti e inattese, dai gazebo all'ampolla con l'acqua del Po.

 

marco formentini umberto bossi

Mobilitava simboli eterocliti in una costruzione mitologica sgangherata e singolare. Se si pensa al modo con cui si presentò in Costa Smeralda nel 1994 per incontrare il "miliardario" Silvio Berlusconi, si capisce qual corde toccassero il corpo e la voce di Umberto Bossi: in calzoncini corti da ginnastica e canottiera, la canotta operaia e quella del brianzolo in vacanza.

 

Un perfetto everyman. In un Paese che modernizzandosi perdeva progressivamente i propri simboli religiosi e politici, il tramonto progressivo della falce e martello e della bandiera rossa, la Lega del fazzoletto e della cravatta verde - colore ecologico - metteva in campo, ben prima di Berlusconi, una mitologia di nuovo tipo.

 

umberto bossi marco formentini 4

Il Senatùr è stato per gran parte del Nord del Paese uno-come-noi: la gestualità tipica del frequentatore di bar. Del resto proprio i bar sono state le prime informali sedi leghiste, dove si parlava dialetto e si facevano gli incontri con il Capo. Un marketing politico ruspante e immediato che ha preceduto con le sue invenzioni quello astutamente pubblicitario di Berlusconi nel decennio successivo. Poi c'è stato il maschilismo di fondo di un movimento composto per la maggior parte di uomini - chi si ricorda una leader donna della Lega? Nel novembre del 1993 in un capannone industriale di Curno Bossi arringa il popolo leghista e se la prende con la ministra socialista Margherita Boniver: avambraccio teso fuori dalla camicia e pugno chiuso mima un gigantesco fallo e accompagna il gesto con le parole: «Siamo armati bene, armati di questo manico qui».

umberto bossi marco formentini

 

Lo plaude la platea composta di uomini e insieme di donne. Nasce il "celodurismo" leghista, qualcosa di diverso dalla virilità fascista, come ha scritto Lynda Dematteo, studiosa francese, per cui la virilità animalesca e antisociale dei leghisti non corrisponde per nulla a quella di Mussolini. Dematteo ha notato che per vent' anni i leghisti hanno rovesciato i loro complessi di inferiorità trasformandoli nel "segno dell'aristocrazia nordista": sentendosi disprezzati da una gran parte del paese, disprezzavano a loro volta. Un meccanismo compensativo che ha funzionato ottimamente.

umberto bossi giuseppe leoni

 

Ovviamente Bossi non è tutta la Lega, perché negli anni si è costituito al Nord un blocco sociale presente nelle istituzioni di comando saldato agli interessi della media borghesia nordista, e in particolare alla piccola e media industria del nuovo triangolo industriale. In tutta questa vicenda il Senatùr ha avuto un ruolo decisivo quale icona. Sulle sue tracce si è mosso Matteo Salvini, ma senza possedere le doti telepatiche di Bossi, come si è visto negli ultimi anni. Leader si nasce e non sempre lo si diventa. Il Leone azzoppato di Cassano Magnago è rimasto unico.

gad lerner saluta umberto bossi al congresso della lega 2UMBERTO BOSSI DAVIDE E BRUNO CAPARINIumberto bossi da giovane 1umberto bossi da giovane 2umberto bossi con silvio berlusconiumberto bossi 4umberto bossi 5umberto bossi 1umberto bossi da giovaneumberto bossi 2IL DITO MEDIO DI UMBERTO BOSSI AL CONGRESSO DELLA LEGAumberto bossi 6Umberto Bossi e Giancarlo Pagliarinigiuseppe leoni umberto bossi umberto bossi

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...