CE LE DIAMO IN FRONTE LE FRONTIERE, SE SBAGLIAMO A RIAPRIRE - L’UNIONE EUROPEA NON SA COME MUOVERSI SUI CONFINI DOPO SETTIMANE DI NEGOZIATI: L'ACCORDO PER RIAPRIRE A LUGLIO SLITTA ANCORA - C'È UNA LISTA CON 15 PAESI DA CUI SONO FUORI STATI UNITI, RUSSIA E BRASILE - VIA LIBERA ALLA CINA SOLO SE GARANTIRÀ LA RECIPROCITÀ ALL'EUROPA - L’OK A PAESI NON COSI’ CENTRALI PER TURISMO E AFFARI COME RUANDA, GEORGIA, MONTENEGRO E NUOVA ZELANDA…

-

Condividi questo articolo


Alberto D'Argenio per “la Repubblica”

 

controlli aeroporto 5 controlli aeroporto 5

L'Ue non sa decidere sulla riapertura delle sue frontiere esterne. Dopo settimane di negoziati, i partner europei non hanno ancora trovato un accordo sulla lista dei Paesi ai quali aprire le porte dal primo luglio dopo la serrata dei confini causa pandemia che si protrae dal 17 marzo. La decisione deve dunque essere presa entro mercoledì e al momento non è chiaro se la bozza di lista verde con 15 Paesi sarà approvata dalle capitali. L'elenco lascerebbe fuori Stati Uniti, Russia e Brasile.

 

Ma il vero problema è la Cina. Gli europei hanno definito una serie di criteri per decidere le nazioni con le quali riattivare i collegamenti. Il principale è un tasso epidemiologico simile a quello del Continente: meno di 16 contagiati ogni 100mila abitanti. Vi rientrano Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Tailandia, Tunisia e Uruguay. A questi si aggiunge la Cina, inserita in fondo alla lista con un asterisco: Pechino entrerà a pieno titolo nell'elenco solo se garantirà la reciprocità all'Europa.

 

controlli aeroporto 4 controlli aeroporto 4

Una condizione dal sapore politico: mira ad allungare i tempi per la ripresa dei viaggi dalla Repubblica popolare. Molti governi Ue temono infatti una dura reazione di Donald Trump per il diverso trattamento tra Cina e Usa. Inoltre gli europei nutrono il sospetto che i dati cinesi sui contagi siano poco affidabili. Per non dire di peggio.

 

Un vulnus che oltre a mostrare il fianco agli attacchi mediatici e politici di Washington, rappresenta un rischio sanitario: turisti e businessman cinesi potrebbero riattivare la catena del contagio da noi. Le capitali si sono arrovellate alla ricerca di un criterio scientifico che escludesse la Cina senza essere accusate di scelta arbitraria, ma non hanno trovato la soluzione.

 

controlli aeroporto 1 controlli aeroporto 1

Di fronte all'ennesimo stallo, venerdì la Croazia, presidente di turno dell'Unione, ha lanciato una consultazione informale sulla bozza di lista. I governi si sarebbero dovuti esprimere entro le sei di ieri pomeriggio. L'idea era di lanciare il processo per l'adozione formale dell'elenco solo se ci fosse stata una maggioranza qualificata a favore. Peccato che a ieri sera non tutte le capitali, tra cui Roma, si erano ancora pronunciate. Lasciando il testo in bilico. Per superare il rischio flop, i croati hanno annunciato che la procedura scritta formale per l'adozione della lista sarà lanciata domani mattina.

 

Un modo per lasciare a Macron e Merkel - favorevoli all'accordo - l'intera giornata di oggi per convincere gli scettici. La lista dovrà passare a maggioranza qualificata dopo una consultazione scritta di 24 ore. Ieri sera Polonia, Spagna e Portogallo esprimevano ancora dubbi, cautela arrivava dai nordici e altri paesi, come l'Italia, restavano indecisi.

 

controlli aeroporto 4 controlli aeroporto 4

Se alla fine la lista dovesse passare, da mercoledì i cittadini dei Paesi che vi rientrano potranno riprendere a viaggiare in Europa e gli europei residenti potranno rientrare a casa senza quarantena. L'elenco sarà aggiornato ogni 14 giorni - con ingressi o esclusioni - a seconda dell'andamento dell 'epidemia. Se la lista dovesse invece essere bocciata, l'Europa rischierebbe il caos. A quel punto martedì ci sarebbe una riunione d'urgenza degli ambasciatori Ue a Bruxelles con due possibili esiti. Il primo prevede l'estensione della chiusura delle frontiere per altri quindici giorni, fino al 15 luglio. Il secondo di lasciare alle singole capitali la scelta dei Paesi a cui riaprire.

 

controlli aeroporto 3 controlli aeroporto 3

Scenario da non escludere, visto che diversi partner, come Grecia, Cipro e Malta, premono per la riapertura giudicata salvifica per la stagione turistica. Tuttavia se anche solo un governo per ragioni politiche o economiche dovesse riaprire a nazioni a rischio, permettendo ai loro cittadini di girare liberamente per l'Europa dopo il primo ingresso, si teme che gli altri governi possano tornare a chiudere Schengen, tornata in funzione giusto il 15 giugno. L'Europa andrebbe di nuovo in pezzi, come a inizio pandemia.

 

Con il risultato che i Paesi a vocazione turistica, come l'Italia, si troverebbero di nuovo isolati. Con un significativo danno economico in vista dell'estate. Timori per turismo tenuta di Schengen e per la reazione di Washington Con il via libera all'accordo da mercoledì si potrà riprendere a viaggiare verso l'Europa I miliardi donati Il vertice dei donatori della Commissione Ue ha raccolto 6,15 miliardi di euro per cure e vaccino contro il coronavirus.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...