carlo nordio giusi bartolozzi alberto rizzo

CHE GIUSTIZIA AVREMO? - IL NEO MINISTRO NORDIO CHIAMA COME CAPO DI GABINETTO IL 63ENNE ALBERTO RIZZO: COME PRESIDENTE DEL TRIBUNALE A VICENZA VARÒ UN SEVERO CODICE CONTRO OGNI ALLUSIONE SESSUALE SUL POSTO DI LAVORO - COME VICE MINISTRO DOVREBBE AVERE GIUSI BARTOLOZZI, CHE LASCIÒ FORZA ITALIA DOPO IL SUO NO A UN EMENDAMENTO PRO-BERLUSCONI CHE PUNTAVA ALL'AMPLIAMENTO DEL PERIMETRO DELLA RIFORMA CARTABIA ALL'ABUSO D'UFFICIO E ALLA DEFINIZIONE DI PUBBLICO UFFICIALE - DOPO IL SUO NIET, FU ATTACCATA PESANTEMENTE DA MARTA FASCINA

CARLO NORDIO

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

Il neo Guardasigilli Carlo Nordio sembra aver scelto i suoi più stretti collaboratori. Il suo capo di gabinetto sarà, Csm permettendo, un magistrato conservatore, il sessantatreenne di Bressanone Alberto Rizzo di Magistratura indipendente, in toga dal 1987, molto apprezzato come presidente del Tribunale di Vicenza, che, negli ultimi anni, ha scalato le classifiche di efficienza. La vice dovrebbe essere l'ex deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi, passata nel gruppo misto e non ricandidata.

ALBERTO RIZZO

 

Nordio ha inviato al Csm la richiesta per il collocamento fuori ruolo dei due e mercoledì il plenum voterà. Rizzo è presidente del Tribunale di Vicenza dal 2015. Nel 2008 era stato distaccato alla presidenza del Consiglio dei ministri come consigliere giuridico della Protezione civile di Guido Bertolaso.

 

Dopo un anno, con il ministro Angelino Alfano, era entrato nell'ispettorato di via Arenula, dove è rimasto sino al 2015, attraversando i governi Monti, Letta e Renzi. Sette anni fa è stato nominato presidente del Tribunale, fortemente sponsorizzato dal consigliere laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin. Nei corridoi del ministero si vocifera che anche Alfonso Bonafede lo avesse sondato per affidargli un ruolo e che Marta Cartabia avesse pensato a lui come capo degli ispettori.

CARLO NORDIO STRINGE LA MANO A GIORGIA MELONI DOPO IL GIURAMENTO

 

I fan di Rizzo sottolineano come a Vicenza la durata media dei processi ordinari sia passata da sette anni a tre, i contenziosi in materia di lavoro e famiglia a uno, l'arretrato da 8.300 fascicoli a meno di 1.000. Un arretrato che ha dei costi per la collettività a causa della ritardata o negata giustizia e dei risarcimenti collegati a queste mancanze.

ALBERTO RIZZO

 

Per snellire la macchina Rizzo ha puntato molto sulla digitalizzazione dei procedimenti e nel suo tribunale si fa un gran uso delle videoconferenze: evitano alle persone con difficoltà di doversi recare fisicamente in tribunale e sono la prassi per le separazioni consensuali. La spending review è un altro dei pallini del magistrato altoatesino. Velocità e risparmio sono le sue parole d'ordine, un programma che certamente proverà a estendere all'intero territorio italiano.

carlo nordio al quirinale

 

Nel settembre 2021 ha introdotto per i circa 300 dipendenti del Tribunale un codice etico molto discusso. Per Rizzo, nasce dalla necessità di sensibilizzare le persone alla cultura del rispetto con tanto di percorso formativo rivolto agli addetti al controllo dei costumi, soprannominati dallo stesso presidente «sentinelle». Cioè delle persone che si sono dichiarate disponibili a fare gli osservatori sull'ambiente di lavoro, a evidenziare eventuali comportamenti sconvenienti e a raccogliere le denunce dei dipendenti. Un'iniziativa che a qualcuno ricorderà più la Cina che una provincia del Nord-est italiano.

ALBERTO RIZZO

 

In un anno sono stati segnalati due casi di apprezzamenti non graditi che hanno portato a provvedimenti di tipo organizzativo (spostamenti) e non disciplinare. «Il codice ha una funzione soprattutto preventiva» ha detto Rizzo in Tribunale. Il regolamento sarebbe stato «adottato al fine di garantire il diritto a un ambiente di lavoro sereno e favorevole così da rispettare la parità e dignità tra uomo e donna e nel contempo consentire la piena attuazione dei principi fondamentali di uguaglianza e libertà delle persone» si legge nel documento. Segue l'elenco dei «comportamenti da censurarsi».

 

carlo nordio al quirinale

Una lista che potrebbe rendere nervosi i dipendenti del ministero, essendo risaputo il gusto per la battuta anche un po' grassoccia che anima la Capitale. Bocciati comportamenti ed esternazioni verbali «tendenti a svalutare o mortificare la persona in relazione all'attività lavorativa da questa svolta». Nel mirino anche gli atteggiamenti «sessisti» di ogni genere.

 

Qualche esempio? «Insinuazioni e pressioni: comportamenti inappropriati e offensivi tesi a ottenere e proporre prestazioni sessuali»; «apprezzamenti sul corpo»; «sguardi insistenti e gesti alludenti al rapporto sessuale»; «discorsi a doppio senso a sfondo sessuale»; «esposizione di materiale pornografico»; «allusioni alla vita privata sessuale»; «proposte esplicite di relazioni sessuali».

 

GIUSI BARTOLOZZI

Il capo di gabinetto in pectore, essendo ancora in fase di valutazione, ieri ha rifiutato le interviste. Chi lo conosce bene ci ha riferito, però, il suo motto: «Sono un tecnico che cerca di rendersi utile, che si dà degli obiettivi e cerca di realizzarli, ma non sono il mago Zurlì».

 

La vice dovrebbe essere, come detto, Giusi Bartolozzi, giudice prima a Gela e poi a Palermo e considerata vicina alla corrente centrista di Unicost. Moglie del vicepresidente della Regione Sicilia Gaetano Armao (passato da Forza Italia al Terzo polo di cui è il candidato presidente alle prossime elezioni regionali), è entrata in parlamento con gli azzurri. Il 4 novembre 2020, insieme a quattro colleghi di partito (tra cui Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo ed Elio Vito) ha votato a favore del cosiddetto disegno di legge Zan presentato per contrastare l'omotransfobia.

 

carlo nordio 2

Insomma sia Rizzo che la Bartolozzi più che degli estremisti sembrano molto attenti all'utilizzo delle parole e quindi ai dipendenti del ministero converrà evitare battutacce da film di Bombolo o Tomas Milian. Nel luglio 2021 la Bartolozzi annunciò il suo voto contrario a un emendamento di Forza Italia sulla riforma della giustizia in discussione alla Camera dei deputati che puntava all'ampliamento del perimetro della riforma Cartabia all'abuso d'ufficio e alla definizione di pubblico ufficiale, un emendamento che secondo la Bartolozzi era troppo pro-Silvio. Le agenzie rilanciarono questa sua dichiarazione: «Voterò in dissenso dal mio gruppo. Non possiamo attendere oltre nell'approvazione della riforma».

 

GIUSI BARTOLOZZI 2

A quel punto Forza Italia decise di rimuoverla dalla commissione Giustizia e spostarla a quella Affari costituzionali e la parlamentare se ne andò sbattendo la porta e traslocando nel gruppo Misto. La compagna di Berlusconi, Marta Fascina, scrisse un comunicato di fuoco contro la Bartolozzi: c«Accade che parlamentari eletti nel nostro movimento decidano sorprendentemente di non votare emendamenti presentati dal nostro apogruppo in commissione Giustizia e previamente condivisi con la Presidenza del gruppo.

GIUSI BARTOLOZZI

 

Con ciò deludendo le aspettative di milioni di cittadini che hanno creduto e credono nella nostra carta dei valori» di «partito liberale, moderato e garantista». Quindi propose la decadenza da parlamentare per chi i cambia casacca alla Bartolozzi: «Non si tratta di silenziare le voci critiche di deputati o senatori, ma di impedire di utilizzare i partiti come taxi per raggiungere lauti stipendi e posizioni di potere, salvo poi (una volta raggiunto l'obbiettivo) cambiare idea, ideali, valori, partito». Adesso la Bartolozzi viene considerata vicina al Terzo polo, per via della candidatura del marito e della vicinanza politica a Enrico Costa, ex responsabile Giustizia di Forza Italia passato con Calenda. Chissà se la sua nomina sarà vissuta dal partito di Berlusconi come una provocazione.

Ultimi Dagoreport

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...