vladimir putin volodymyr zelensky benjamin netanyahu joe biden

CHE PRESIDENTE E’ STATO JOE BIDEN? - IL GIUDIZIO DEL POLITOLOGO IAN BREMMER: “IL BILANCIO INTERNAZIONALE DEI SUOI ANNI DI PRESIDENZA NON È POSITIVO: C’È LA MACCHIA NERA DEL RITIRO DALL’AFGHANISTAN NELL’ESTATE DEL 2021. LE MODALITÀ DI QUELL’USCITA DI SCENA SONO STATE DISASTROSE. E, POI, LE DUE GUERRE ATTUALI. CERTO, BIDEN HA AVUTO IL MERITO DI TENERE INSIEME L’OCCIDENTE NELLA DIFESA DELL’UCRAINA MA NON È RIUSCITO A MOSTRARE DETERRENZA NEI CONFRONTI DI PUTIN: LA STRATEGIA DELLE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA SI È RIVELATA POCO EFFICACE E DOPO PIÙ DI DUE ANNI DI GUERRA L’UCRAINA HA PERSO TERRENO. IN MEDIO ORIENTE, L’AMERICA SI È ISOLATA IN UN APPOGGIO INCONDIZIONATO A ISRAELE SALVO POI DOVER PRENDERE LE DISTANZE DA UN NETANYAHU…”

1 - IAN BREMMER: «UNA DECISIONE TARDIVA, CHE PERÒ SALVA LA SUA EREDITÀ PIÙ EFFICACE DI OBAMA»

IAN BREMMER

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

«Con la decisione di ritirarsi, anche se tardiva, Joe Biden mette almeno parzialmente in salvo l’eredità politica della sua presidenza che è stata di grande rilievo all’interno, mentre a livello internazionale i risultati sono stati molto meno positivi». […] il politologo Ian Bremmer […] commenta la lettera di Biden arrivati agli americani via social media.

 

JOE BIDEN E ZELENSKY

Alla loro convention i repubblicani l’hanno dipinto come uno dei peggiori presidenti della storia. Se riconquisteranno la Casa Bianca e il Congresso, cosa resterà della sua legacy? Donald Trump vuole cancellare quanto fatto da Biden.

«Trump non può cancellare la buona gestione della pandemia, l’efficacia della campagna vaccinale […] E poi la positiva legislazione bipartisan che ha consentito di evitare la recessione e di rilanciare l’economia prima e meglio di altre parti del mondo. Nella gestione della crisi, ma anche, più in generale, con le riforme economiche, Biden è stato molto più efficace anche di Obama che era una rockstar mentre Joe non ha mai avuto carisma.

PUTIN BIDEN

 

Eppure è riuscito a far varare dal Congresso piani importanti per il futuro dell’America: dall’“Inflation Reduction Act” con le misure per l’ambiente e la transizione energetica al piano per le infrastrutture vitali del Paese, al “Chips Act” che dà ulteriore impulso alla ricerca nelle tecnologie più avanzate e allo sviluppo di produzioni strategiche in territorio americano. Non vedo come Trump possa disfare tutto questo, né quale convenienza ne avrebbe».

 

Risultati positivi che gli americani non sembrano avergli mai riconosciuto: nei sondaggi è sempre stato un presidente impopolare, anche prima che emergessero in modo evidente i problemi legati alla sua senilità.

netanyahu biden

«È vero, ma il ritiro è legato soltanto a questo peggioramento abbastanza improvviso delle sue condizioni di salute. Biden è sempre stato, anche da senatore, un personaggio internazionale, un ponte tra l’America e l’Europa […] Mi ha fatto stringere il cuore […] durante il vertice della Nato a Washington, vedere diversi leader europei emotivamente provati […] nell’incontrare un vecchio amico divenuto […] più fragile, lento. Lento nei movimenti e anche mentalmente. Fino al punto di non riconoscere alcuni di loro […]».

 

E il Biden gestore del ruolo degli Stati Uniti nel mondo?

IAN BREMMER

«Lì le cose non sono andate altrettanto bene. […] Biden è stato un collante: un fattore di stabilità e di tutela delle alleanze dell’America tanto sul fronte dell’Atlantico quanto su quello del Pacifico. Come senatore e come vice di Obama conosceva e rassicurava tutti. […] gli europei avevano un rapporto pieno di fiducia reciproca solo con due americani, Joe Biden e il repubblicano John McCain. Ma il bilancio internazionale dei suoi tre anni e mezzo di presidenza non è altrettanto positivo: c’è la macchia nera del ritiro dall’Afghanistan nell’estate del 2021.

 

biden zelensky vertice nato

È vero che era necessario porre termine alla guerra più lunga della storia americana e che la trattativa con i talebani era stata già male impostata da Trump nell’ultimo anno della sua presidenza, ma le modalità di quell’uscita di scena dell’America sono state disastrose. E, poi, le due guerre attuali. Certo, Biden ha avuto il merito di tenere insieme l’Occidente nella difesa dell’Ucraina invasa dalla Russia rafforzando e ampliando la Nato, ma è anche vero che non è riuscito a mostrare una vera capacità di deterrenza nei confronti di Putin: la strategia delle sanzioni contro la Russia si è rivelata poco efficace e dopo più di due anni di guerra l’Ucraina ha perso terreno. E anche in Medio Oriente, l’America si è in un certo senso isolata in un appoggio incondizionato a Israele senza coordinarsi con gli europei né con gli alleati nel mondo arabo. Salvo, poi, dover prendere le distanze da un Netanyahu incontrollabile e spregiudicato». […]

JOE BIDEN KAMALA HARRIS

 

2 - BREMMER “PER I DEM C’È LA POSSIBILITÀ DI VEDERE LA VITTORIA”

Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”

 

«Ammiro la scelta di Joe Biden. Ha messo l’interesse del paese e del suo partito davanti alle sue ambizioni personali e alla sua storia politica. Una scelta tormentata e difficile […]». Ian Bremmer […]

 

Joe Biden ha infine ceduto alle pressioni e agli appelli arrivati da più parti...

«Ha appena messo nelle mani dei democratici una concreta possibilità di vittoria. La sua uscita di scena dà uno scossone positivo al partito […] Così facendo galvanizza la base, rimette in moto l’entusiasmo e l’attivismo porta a porta […]».

putin zelensky biden

 

Quanto peserà il suo endorsement a Kamala Harris? Dobbiamo già considerarla il candidato ufficiale dei democratici o sul suo nome ci saranno obiezioni all’interno del partito?

«L’endorsement ad Harris era scontato: hanno lavorato insieme, ed è un evidente segno di continuità e di difesa della sua legacy. A questo punto lei è decisamente la favorita, […] anche per dare un segnale di democrazia e dialettica interna, probabilmente qualcuno la sfiderà e ci sarà una qualche forma di mini-primaria. […]».

 

biden netanyahu 2

Donald Trump se lo aspettava?

«Decisamente sì, da settimane la sua campagna attacca Kamala Harris che prima aveva ignorato. È ancora sicuro di vincere e a oggi i sondaggi gli danno ragione. Ma il cambio di candidato è comunque per lui una cattiva notizia […] Adesso sono i democratici ad avere l’attenzione di elettori e media: gli hanno sfilato i titoloni sulle prime pagine dei giornali, proprio quando lui era all’apice della visibilità. Una bella botta mediatica».

 

E ora come reagirà?

IAN BREMMER

«Com’è suo stile, attaccando a tutto tondo. E anche i suoi faranno di tutto. Lo speaker del partito repubblicano Mike Johnson lo ha già annunciato, daranno battaglia legale, contestando il cambio di candidato in corsa. Non possono far molto, il regolamento interno al partito democratico permette ai delegati di cambiare cavallo in base a una regola di coscienza che prevede, fra l’altro, la possibile malattia di un candidato. Ma certo presumibilmente questo li spingerà a parlare nuovamente di elezioni rubate».

 

kamala harris joe biden

Chi - o cosa - ha dato la spinta decisiva a Joe Biden? Fino a ieri sembrava non disposto a mollare...

«[…] l’ex Speaker della Camera Nancy Pelosi […] e poi il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer, quello della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries e gli altri big del partito. Senza il loro sostegno, non avrebbe mai potuto vincere: ieri persino il moderato Joe Manchin gli ha voltato le spalle. […]».

 

Kamala Harris può farcela?

«[…] piace ai donatori. E ha il sostegno delle donne: se lo è guadagnato girando il Paese parlando della battaglia per il diritto d’aborto. […]».

 

biden zelensky vertice nato

Chi potrebbe scegliere come numero due?

«Sospetto che al sua fianco vedremo un uomo bianco, moderato, forte negli Stati considerati a rischio. Insomma, una figura capace di opporsi a J.D. Vance. Azzarderei i nomi del governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, vincitore in uno Stato chiave che porta ben diciannove voti elettorali, il numero più alto fra gli Stati a rischio. Oppure il senatore dell’Arizona Mark Kelly, ex astronauta molto noto, la cui moglie, l’ex deputata Gabby Giffords, subì un grave attentato durante un comizio elettorale ed ora è una delle più importanti attiviste anti-armi d’America».

joe biden con kamala harris festa del 4 luglio

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DELLA PROCURATRICE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, PROTETTA DA UNA MAXISCORTA DA PAURA, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA IL MINISTRO CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE STATUNITENSE IN ITALIA TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELLA PRIMA ITALOAMERICANA DIVENTATA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOATRI - BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DEI FRATELLINI DI GIORGIA MELONI…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...