mario draghi

CHI DOPO DRAGHI? ANCORA DRAGHI! - I PARTITI SONO IN TILT IN VISTA DELLE ELEZIONI 2023: IL CENTRODESTRA E’ A PEZZI, IL M5S NON ESISTE PIU’, I FORCHETTONI DEL CENTRO HANNO AMBIZIONI DI “PESARE” – SE DALLE URNE DOVESSE USCIRE UN QUADRO INCERTO, CHI MEGLIO DI UN DRAGHI-BIS PER METTERE IN SICUREZZA IL PAESE? – SE SI ANDRA’ AL VOTO A METÀ MAGGIO, MARIOPIO RESTEREBBE IN CARICA FINO A GIUGNO-LUGLIO (NEL 2018 DOPO IL VOTO CI VOLLERO TRE MESI PER FARE IL GOVERNO) E, DI FATTO, SAREBBE LUI A SCRIVERE LA NADEF, LA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DEF CHE VA PRESENTATA ALLE CAMERE ENTRO IL 27 SETTEMBRE DI OGNI ANNO…

Adalberto Signore per “il Giornale”

 

mario draghi g7 germania

C'è chi lo racconta come lo scenario più temuto e chi, invece, lo auspica come la migliore delle soluzioni possibili. Di certo, c'è che l'inatteso esito elettorale di una tornata amministrativa che sulla carta avrebbe dovuto dire poco, ci consegna un panorama politico di instabilità e confusione. Scricchiolano le coalizioni, da una e dall'altra parte. Con il centrodestra alle prese con una resa dei conti che ormai da anni viene costantemente rinviata a data da destinarsi e il centrosinistra che vede compromesso quel «campo largo» sul quale Enrico Letta avrebbe voluto costruire l'imminente campagna elettorale.

 

Emmanuel Macron Mario Draghi

Da una parte domina il conflitto - ormai più umano che politico - tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Dall'altra si fanno i conti con la variabile impazzita di Giuseppe Conte, che un giorno minaccia il suo personale Papeete (ma senza avere il coraggio di andare fino in fondo) e quello dopo viene richiamato all'ordine da un Beppe Grillo che quasi sembra commissariarlo.

 

Un quadro, insomma, di grande incertezza. Tra e dentro gli schieramenti. Al punto che lo scenario di un Draghi dopo Draghi inizia ormai a farsi strada come una delle soluzioni probabili. Alle elezioni politiche, ci mancherebbe, mancano almeno nove mesi e tutto può ancora succedere.

 

MARIO DRAGHI

Ma è evidente che se dalle urne non uscirà un vincitore è su quello schema che si tornerà a ragionare. Soprattutto se lo scenario geopolitico resta quello che è ora, con una guerra ai confini dell'Europa e una crisi economica che il prossimo anno si farà sentire ben più di adesso. La bussola, insomma, non potrà che essere quella della stabilità. E - ovviamente al netto di quello che vorrà poi fare Mario Draghi - ha un senso che possa essere proprio l'ex numero uno della Bce a continuare a guidare un processo simile.

 

Andrej Plenkovic Edi Rama Mario Draghi

Soprattutto se nei prossimi mesi continuerà a ritagliarsi quel ruolo di leadership internazionale che ormai da qualche tempo sembrano riconoscergli anche i suoi omologhi europei. Certo, Emmanuel Macron e Olaf Scholz sono alle prese con complicate questioni interne e sembrano muoversi sullo scenario internazionale con qualche titubanza.

 

Ma è indubbio che Draghi sia riuscito a riagganciare l'Italia allo storico tandem franco-tedesco (la visita a Kiev ne è stata la conferma plastica) finendo anche per imporre la linea su dossier centrali nella politica europea (dal pressing sullo status di candidato all'ingresso in Ue dell'Ucraina fino alla questione del price cap sul gas su cui ha spinto ancora al G7 che si è chiuso ieri in Baviera).

 

MARIO DRAGHI LUIGI DI MAIO

Ed è proprio in questo scenario che, pur essendo la legislatura in scadenza a marzo, si potrebbe finire per andare al voto con un certa calma, magari a metà maggio (l'articolo 61 della Costituzione dice che le «elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti»). Il che significa che Draghi resterebbe in carica fino a giugno-luglio (nel 2018 dopo il voto ci vollero tre mesi per fare il governo) e, di fatto, sarebbe lui a scrivere la Nadef, la Nota di aggiornamento del Def che va presentata alle Camere entro il 27 settembre di ogni anno.

 

mario draghi volodymyr zelensky

Se il risultato delle urne, come è possibile, non dovesse individuare un vincitore, è evidente che molti - a partire dal Quirinale - guarderebbero a Draghi. Che dovrebbe semplicemente continuare il lavoro iniziato e perfino già programmato con le previsioni economiche e finanziarie della Nadef 2023. Uno scenario, si diceva, che preoccupa - per ragioni diverse - sia Giorgia Meloni che le due leadership che in questi anni hanno cavalcato l'onda sovranista (Salvini) e quella populista (Conte).

 

KLAUS IOHANNIS MARIO DRAGHI VOLODYMYR ZELENSKY EMMANUEL MACRON OLAF SCHOLZ

La prima perché ha la legittima ambizione di far diventare FdI il primo partito del centrodestra, vincere le elezioni e poi sedere a Palazzo Chigi. Il leader della Lega e l'ex autoproclamato avvocato del popolo, invece, perché sono consapevoli del fatto che se Draghi dovesse restare premier avrebbero margini di manovra davvero stretti (Conte in particolare, che con l'ex Bce ha sempre avuto un rapporto conflittuale). Tifa per il Draghi dopo Draghi, invece, il mondo di centro che proprio in questi giorni sta cercando di riorganizzarsi.

mario draghi olaf scholz emmanuel macron sul treno per kiev

 

In prima linea il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che se ha deciso di arrivare allo strappo in maniera così netta e durante un passaggio parlamentare tanto delicato come quello sull'invio di armi in Ucraina difficilmente lo ha fatto senza confrontarsi con i suoi interlocutori di riferimento. Ma per il bis di Draghi a Palazzo Chigi sono schierati anche pezzi di Pd e di Forza Italia.

 

Che lo vedono come garanzia di stabilità in un quadro politico sempre più caotico e che uscirà dalle urne delle prossime politiche più sfilacciato che mai. Uno scenario complesso e incerto, che potrebbe spingere il vento di chi invoca una riforma delle legge elettorale in senso proporzionale. Pubblicamente nel centrodestra sono tutti contrari, ma la conflittualità di queste settimane sta dando il là a riflessioni fino a ieri inattese. Perfino dentro Fratelli d'Italia.

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...