carlo nordio magistrati magistratura toghe

A CHI GIOVA UNO SCONTRO GOVERNO-TOGHE? E INFATTI NORDIO FA DIETROFRONT SUL “BAVAGLIO” AI MAGISTRATI – NEL DECRETO GIUSTIZIA, È SPARITA LA NORMA CHE PUNISCE LE TOGHE NEL CASO IN CUI PRENDANO POSIZIONE IN PUBBLICO SUI TEMI DELL’ATTUALITÀ POLITICA (VEDI IL CASO DELLA GIUDICE SILVIA ALBANO SUI TRATTENIMENTI DEI MIGRANTI IN ALBANIA) – NEL PIENO DELLO SCAZZO CON L'ANM, IL GUARDASIGILLI HA VOLUTO EVITARE L'ENNESIMO ATTO DI SFIDA… 

Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

 

CARLO NORDIO

Addio alla norma bavaglio. Sul tavolo del Consiglio dei ministri, previsto per oggi, arriva il decreto giustizia che ha generato un duro scontro con la magistratura. Oltre alle nuove regole sulla cyber security, prevedeva una stretta disciplinare per giudici e pm. In particolare l’ipotesi di sanzionare i magistrati che non si astengono «quando sussistono gravi ragioni di convenienza».

 

Tra queste c’è chi ha evocato il caso della giudice Silvia Albano, accusata di aver anticipato in convegni il «no» alle convalide dei trattenimenti dei migranti in Albania, poi pronunciato in Tribunale.

 

Silvia Albano - foto lapresse

Ma, a sorpresa, nel testo che entrerà in Cdm quella norma non ci sarà. Fonti di via Arenula anticipano al Corriere che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non ha intenzione di inserirla. In un momento così teso nei rapporti con l’Anm, ha riflettuto in questi giorni, che potrebbe apparire un atto di sfida. Molte infatti sono state le critiche delle toghe: «Vuole zittire i magistrati», «Si vuole un magistrato burocrate», «è un bavaglio». E dall’Anm è partito un invito «quantomeno a riscrivere la norma» per evitare fraintendimenti.

 

giorgia meloni carlo nordio

[…]  Fonti vicine al ministro Nordio smentiscono che sia stato lui a volerla inserire nel decreto giustizia. Anzi. Dall’inizio, assicurano, il guardasigilli ha avuto perplessità sull’ipotesi di irrigidire le sanzioni disciplinari, peraltro in un decreto che contiene norme che riguardano la cyber security e i giudici di pace, la crisi d’impresa e l’edilizia penitenziaria fino al rinvio delle elezioni dei consigli giudiziari.

 

Non gli è mai sembrata un’esigenza sentita e tantomeno urgente. E la giurisprudenza, ne è convinto, già declina le sanzioni disciplinari per le toghe senza necessità di irrigidirle.

 

Giuseppe Santalucia - presidente anm

A metterla in campo, assicurano, non è stato nemmeno il governo. L’ipotesi è nata a seguito dell’abolizione dell’articolo 323 sull’abuso di ufficio. È stato sollevato il problema del vuoto normativo nel caso in cui qualche magistrato non si astenesse in casi non tassativamente catalogati ma richiesti appunto da «gravi ragioni di convenienza». […]

 

Duro quindi il giudizio dell’Anm. «Io non posso parlare del provvedimento di cui domani mi occuperò in udienza, del caso concreto, ma devo poter parlare dei temi generali, altrimenti non potrò più parlare di nulla», aveva protestato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. E aveva ammonito: «Ci stiamo incamminando su un crinale pericolosissimo» e sono le stesse istituzioni europee «a richiamare i giudici al diritto-dovere di intervenire ogni qualvolta ne venga messa in discussione l’autonomia». […]

Francesco Paolo Sisto Silvia Albano - foto lapresse

Ultimi Dagoreport

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – GIAMPAOLO ROSSI IERI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI NON HA INCONTRATO SOLO I FRATELLINI D’ITALIA, MA TUTTI I PLENIPOTENZIARI PER LA RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI). TUTTI SI SONO LAMENTATI CON L’EX FILOSOFO DI COLLE OPPIO, MA IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOTENENTE DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI ALLEGRI DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO DI LARIANO…

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....