giorgia meloni matteo salvini

CHI È IL PREMIER, MELONI O SALVINI? – FOLLI: ‘’MATTARELLA NON HA MESSO SOTTO TUTELA IL GOVERNO MELONI. SI È LIMITATO A SVELENIRE IL RAPPORTO CON PARIGI. PER GIORGIA RISOLVERE QUESTA CRISI DOVUTA ALL'INESPERIENZA EQUIVALE A UNA PROVA DI MATURITÀ NEL RAPPORTO CON L'EUROPA - È EVIDENTE CHE LA PREMIER SUBISCE LA PRESSIONE DI SALVINI, IL QUALE PENSA DI TRARRE VANTAGGIO DA UNA TENSIONE CONTINUA IN CUI A INDEBOLIRSI SAREBBE LA SUA ALLEATA-RIVALE. LEI HA SAPUTO METTERE NELL'ANGOLO IL CARROCCIO DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE MA OGGI LE PARTI RISCHIANO DI RIBALTARSI…’’

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

Stefano Folli per “la Repubblica”

 

La mediazione del Quirinale con Parigi sulla crisi dei migranti è avvenuta sulla base di un'intesa con il governo Meloni. Non ci sarebbe quasi bisogno di sottolinearlo, se si considera che il presidente della Repubblica, secondo Costituzione, non può prendere iniziative all'insaputa del premier incaricato o addirittura contro la volontà di questi. Da una tale ovvia considerazione derivano alcune conseguenze.

sergio mattarella emmanuel macron meeting 'il grido della pace' santegidio 3

 

La prima: Mattarella non ha certo delegittimato l'esecutivo in carica, al contrario ha colto nella posizione italiana alcuni punti di verità. In concreto, ha poco senso accapigliarsi sulla Ocean Viking o su altre navi in cerca di un approdo, quando è evidente che è urgente ripensare l'intero sistema degli sbarchi nel Mediterraneo.

GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON MEME

 

Per cui - secondo punto - i soccorsi in mare devono essere garantiti sempre, per ragioni umanitarie che è impossibile non vedere, ma sarebbe segno di autolesionismo chiudere gli occhi di fronte alla realtà: l'Europa esiste se si dimostra capace di definire una linea comune volta ad affrontare il tema delle migrazioni. Il che significa definire le questioni che riguardano i singoli Stati e le altre, quelle che coinvolgono la responsabilità dell'Unione nel suo complesso. E in prospettiva vuol dire fissare anche dei criteri comuni riguardo ai porti di partenza.

 

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

Il che - terzo punto - equivale a tracciare una politica verso i Paesi del Nord Africa, con riferimento ai turpi commerci che vi si svolgono a danno di decine di migliaia di esseri umani. È ovvio che la telefonata tra Mattarella e Macron non ha affrontato, né poteva farlo, il complesso dei problemi che hanno determinato la frattura tra Roma e Parigi. Tuttavia essa è utile per l'essenziale, cioè per evitare che il solco si trasformi in una lacerazione irrimediabile.

 

GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON

In quel caso a pagare il prezzo sarebbe in primo luogo il nostro governo nazional-sovranista, che non è in grado di sopportare un isolamento in Europa avendo dalla propria parte Malta, Cipro e la Grecia e contro le cancellerie che contano: si pensi al patto di stabilità e ai fondi del Pnrr Peraltro nemmeno Parigi, per certi aspetti soprattutto Parigi, può immaginare di uscire indenne da uno scontro con un Paese fondatore della comunità europea, qual è l'Italia.

 

emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi

Questa non è la riedizione della vicenda tragicomica dei "gilet gialli" (ricordate l'improvvida iniziativa nel 2019 del Di Maio prima maniera, cui Mattarella pose rimedio?), bensì una questione più seria proprio perché non tutti i torti sono da una parte e tutte le ragioni dall'altra. E perché è coinvolto un governo appena insediatosi, forte di un notevole sostegno elettorale; mentre il presidente francese si preoccupa, come è suo diritto, che il sovranismo italiano faccia da ricostituente all'analoga attitudine dell'estrema destra francese.

 

MELONI SALVINI BY DISEGNI

Mattarella non ha messo sotto tutela il governo Meloni, né potrebbe farlo senza aprire una crisi istituzionale. Si è limitato a svelenire il rapporto con Parigi, il che è nell'interesse della premier che in queste ore si trova a Bali. Nei prossimi vertici europei, che si annunciano cruciali, si vedrà se l'intervento del Quirinale avrà ottenuto il suo scopo.

 

Per Giorgia Meloni risolvere questa crisi dovuta all'inesperienza equivale a una prova di maturità nel rapporto con l'Europa. Ma è anche interesse di Parigi trovare una via d'uscita quanto prima. Questo è il primo cortocircuito da superare. Ce n'è un secondo e riguarda la relazione tra Fratelli d'Italia e la Lega.

 

endorsement di salvini a bolsonaro 2

È abbastanza evidente che la premier subisce la pressione di Salvini, il quale pensa di trarre vantaggio da una tensione continua in cui a indebolirsi sarebbe la sua alleata-rivale. Lei ha saputo mettere nell'angolo il Carroccio durante la campagna elettorale ma oggi le parti rischiano di ribaltarsi. E Meloni teme anche di deludere la parte più oltranzista dei suoi elettori, quelli che faticano ad adattarsi al cambio di scenario: non più rumorosa forza di minoranza, bensì partito di governo con precise responsabilità. Ma il rebus dovrà essere risolto in fretta, prima che si trasformi in un piano inclinato molto scivoloso.

MATTEO SALVINI VIGNETTA ELLEKAPPA

 

2 – SALVINI: IO SONO IL PREMIER

Massimo Franco per il “Corriere della Sera” - Non a caso ieri il leader del Carroccio e vicepremier, Matteo Salvini, ha insistito sul fatto che «tutto il governo» vuole contrastare «i trafficanti di esseri umani. E tutto il governo chiede che l'Europa non lasci sola l'Italia. È la posizione di tutto il governo». Quell'aggettivo, «tutto», è così insistito da far pensare, maliziosamente, a una forzatura imposta agli alleati.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)