franco gabrielli elisabetta belloni marco mancini

COME DAGO-ANTICIPATO, MARCO MANCINI E’ STATO FATTO FUORI DAI SERVIZI SEGRETI DAL TANDEM GABRIELLI-BELLONI: A METÀ LUGLIO SARÀ PENSIONATO (A 61 ANNI) - DOPO L’INCONTRO CON RENZI ALL’AUTOGRILL, IL COPASIR AVEVA CHIESTO UN'INDAGINE - FESTEGGIANO I SUOI TANTISSIMI NEMICI NELL'AMBIENTE. NEL 2020 È STATO A UN PASSO DA UNA PROMOZIONE IMPORTANTE, LA VICEDIREZIONE DEL DIS, CON LA SPONSORIZZAZIONE DI CONTE E VECCHIONE - ORA CHE E' FUORI DAI SERVIZI, COSA FARA' MARCO MANCINI? DARA' FONDO AI SUOI RICORDI O AI SUOI ARCHIVI? - DA SGRENA AD ABU OMAR, LA PARABOLA DELLO 007 PIU’ CHIACCHIERATO 

FARE UN BEL SERVIZIO AI SERVIZI - FRANCO GABRIELLI E ELISABETTA BELLONI PREPARANO IL REPULISTI TRA GLI 007: VIA QUELLI CHE NON HANNO UN PASSATO IRREPRENSIBILE (MARCO MANCINI SOTTO INCHIESTA) - L'AGENZIA NAZIONALE DI CYBERSECURITY SARÀ A CAPITALE "MISTO", CIOÈ PUBBLICO-PRIVATO, DIPENDERÀ DAL GOVERNO E NON RIENTRERÀ NEL DIS, COME VOLEVANO CONTE E VECCHIONE. AVRÀ UN AD CHE È STATO GIÀ INDIVIDUATO NEL DIRETTORE DELLA POLIZIA POSTALE, L'OTTIMA NUNZIA CIARDI…

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/fare-bel-servizio-servizi-franco-gabrielli-elisabetta-belloni-270674.htm

 

COME SI STA MUOVENDO IL NUOVO CAPO DEL DIS, ELISABETTA BELLONI? STA METTENDO IN CANTIERE UN MINI-REPULISTI TRA GLI 007: AVVISATE MARCO MANCINI (E ALTRI) DI PREPARARE LA VALIGIA - GLI INCONTRI "ESPLORATIVI" CON IL CAPO DELL'AISI, MARIO PARENTE, E CON QUELLO DELL'AISE, IL GENERALE GIOVANNI CARAVELLI (CON CUI I RAPPORTI SONO OTTIMI DA TEMPO), PER DETERMINARE GLI OBIETTIVI STRATEGICI DELL'INTELLIGENCE - I DUBBI SULL'AGENZIA PUBBLICO-PRIVATA SULLA CYBERSECURITY…

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/come-si-sta-muovendo-nuovo-capo-dis-elisabetta-belloni-sta-mettendo-271404.htm

 

1 - PALAZZO CHIGI E LA GUERRA DI SPIE MANCINI COSTRETTO AD ANDARSENE

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

ELISABETTA BELLONI

Si chiude nella maniera forse più indolore, tranne che per il diretto interessato, la parabola di Marco Mancini ai servizi segreti. Su forte sollecitazione dall' alto, che in questo caso vuol dire il premier Mario Draghi attraverso le persone del sottosegretario Franco Gabrielli e della nuova direttrice Elisabetta Belloni, lo 007 che parlava ai politici va in pensione. Mancini, a quel che risulta, non frequenta già più il suo ufficio presso il Dipartimento informazioni e sicurezza. Sta smaltendo le ferie arretrate. E a metà luglio scatterà il pensionamento. Scelta quasi obbligata, dopo le forti polemiche delle ultime settimane e dopo che il Copasir aveva chiesto ufficialmente che si aprisse sul suo conto un' indagine interna.

 

marco mancini

Marco Mancini, classe 1960, uno che ha scalato il cielo degli apparati, dopo aver iniziato la carriera come brigadiere dei carabinieri nel lontano 1979, ha ormai quarantadue anni di servizio alle spalle. Può andare in pensione. E così accadrà. Ove mai avesse recalcitrato, gli avrebbero fatto notare che nell' intelligence vige una regola: il rapporto fiduciario.

 

Se cade, e in questo caso la fiducia era caduta, il soggetto può essere restituito all' amministrazione di provenienza su due piedi e senza appello. Nel suo caso, sarebbe rientrato nella Benemerita, da dove era uscito nel 1985 per entrare nel Sismi: non avrebbe avuto scampo nemmeno lì, tra i suoi antichi colleghi, e sarebbe dovuto andare in pensione ugualmente. Ma senza i vantaggi della pensione come è per un dirigente dei servizi segreti.

franco gabrielli foto di bacco

 

Mancini se ne va, dunque. Festeggiano i suoi tantissimi nemici nell' ambiente. Amici, gliene sono rimasti davvero pochi. E non si può dimenticare che nel corso del 2020 è stato a un passo da una promozione importante. Era sponsorizzato dall' allora premier, Giuseppe Conte. Dall' allora direttore del Dis, Gennaro Vecchione.

 

E da molti esponenti del M5S e forse, sotterraneamente, anche di altri partiti. Ma quella promozione all' ultimo, per dissenso fortissimo del Pd, non si fece. E poi, quando circolò la voce che Conte, nella mirabolante avventura di creare il gruppo parlamentare dei Responsabili, stesse avvicinando qualche senatore attraverso agenti segreti, molti pensarono proprio a lui, Mancini, che da sempre bazzica con ostentato presenzialismo i caffè attorno al Parlamento.

 

2 - DA SGRENA AD ABU OMAR LA PARABOLA DELLO 007 CHE PIACEVA AI POLITICI

Francesco Grignetti per “la Stampa”

marco mancini e matteo renzi

 

Galeotta fu la telecamera che filmò l' incontro dell' autogrill. Era il 23 dicembre scorso. Il senatore Matteo Renzi e l' agente segreto Marco Mancini sostarono per 40 minuti a chiacchierare nel parcheggio. Li filmarono. Addirittura fu registrata la voce di Mancini che salutava e si metteva «a disposizione». Il tutto poi fu trasmesso da Report, su Raitre. E fu l' inizio della fine per lo 007.

 

Secondo quel che se ne sa, nel corso dell' incontro Renzi chiese notizie su quel che accadeva nell' ambiente e Mancini, a sua volta, chiese appoggio per una promozione. Ambiva fortemente a tornare in campo, e sperava di diventare vicedirettore dell' Aisi, l' agenzia interna, quella che si occupa di antiterrorismo e controspionaggio. Ma nei boatos c' era un' altra versione, ben più letale agli occhi della politica: Mancini si sarebbe speso con Renzi, che stava già muovendosi per la spallata finale, affinché lasciasse campare Conte un altro anno.

 

elisabetta belloni

Dopo quella prima rivelazione, si è poi scoperto che Mancini aveva interlocuzioni di prima grandezza con i politici di casa nostra. Oltre Conte e Renzi, ha visto Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Era in confidenza con la ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta. Niente male per un agente segreto che viene direttamente dalla Prima Repubblica. Il grande pubblico lo scopre nel 2005 sulla scaletta di aereo che riporta in Italia la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, rapita in Iraq.

 

marco mancini

Per liberarla, è appena morto un uomo eccezionale quale Nicola Calipari. Formalmente Marco Mancini era il suo vice. Di fatto, si capì in seguito, Mancini sembrava piuttosto messo lì a controllarne le mosse dal capo, il luciferino Nicolò Pollari, berlusconiano più di tutti i berlusconiani.

 

Era una stagione davvero opaca, perfino brutale. Il Sismi di Pollari, che in Mancini aveva il suo vero uomo d' azione, ebbe un ruolo nel creare un allarme attorno a Saddam Hussein che non resse alla prova dei fatti: una presunta corsa ai materiali radioattivi in Niger, la convinzione che Saddam stesse producendo gas proibiti in siti occulti, l' idea che avesse a disposizione missili di lunghissima gittata che minacciavano Israele e perfino l' Europa.

marco mancini

 

Alla prova dei fatti, dopo la guerra del Golfo, si dimostrò che non c' era nulla di vero. Ma «quel» Sismi contribuì a creare il mostro. E non meraviglia che la Cia ne fosse molto soddisfatta. Pochissimi anni dopo, quando il terrorismo islamista imperversava, di nuovo a braccetto, la Cia e «quel» Sismi organizzarono una guerra sporca agli islamisti. E venne il rapimento illegale di un imam, Abu Omar, che dal camminare in una tranquilla strada di Milano si ritrovò in poche ore in una prigione segreta egiziana, dove la tortura era pratica usuale.

 

giuliana sgrena e marco mancini

Il nostro governo negò di avere dato il via libera. Il direttore Pollari, lo stesso. E con il cerino in mano rimase il solito Marco Mancini, che da tanti anni era il referente della Cia per il Nord Italia. Fu arrestato. Per salvarlo al processo, fu imposto il segreto di Stato su tutto il dossier. E addio magistrati. Era il luglio 2006. Pochi mesi dopo, Mancini veniva arrestato di nuovo nell' ambito della inchiesta sulle intercettazioni illegali Telecom.

 

Un' inchiesta inquietante, che si lascia dietro una scia sulfurea, dato che non s' è mai capito bene chi fossero gli intercettati e che cosa fosse venuto a scoprire Mancini e il suo amico Giuliano Tavaroli. Di certo furono utilizzate ad arte alcune intercettazioni per colpire Massimo D' Alema e Piero Fassino.

tavaroli

 

Fatto sta che anche questo secondo procedimento è finito in una bolla di sapone per un ennesimo segreto di Stato, sui rapporti tra Sismi e Telecom. Nel frattempo, Mancini ha galleggiato dentro e fuori i servizi segreti.

Ma senza mai perdere di vista la politica. Sperando di tornare operativo. Finché forse anche lui, che si considerava il più furbo di tutti, non è caduto nella trappola di qualcuno ancora più furbo. 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…