mario draghi

COME SARA’ IL GOVERNO DRAGHI? SOLO MINISTRI TECNICI E IL 50% DONNE - L'IPOTESI DI UNA CABINA DI REGIA CON I LEADER. DOPPIO SOTTOSEGRETARIO: GIORGETTI E ORLANDO (O PATUANELLI) – DANIELE FRANCO (ECONOMIA), CARTABIA (GIUSTIZIA), BELLONI (ESTERI), BERNABE’, COLAO O PANUCCI PER LO SVILUPPO ECONOMICO - IL FUTURO PREMIER POTREBBE SCEGLIERE COME PORTAVOCE STEFANO LUCCHINI, RESPONSABILE COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE DI INTESA SAN PAOLO

NIccolò Carratelli per “la Stampa”

 

Mario Draghi

Ancora 48 ore e poi, salvo imprevisti, Mario Draghi dovrà mettere in bella copia la lista dei suoi ministri per sottoporla al presidente Mattarella.

 

Molti scommettono che la squadra possa essere ufficializzata nella giornata di mercoledì. Ma prima il presidente incaricato dovrà prendere una decisione sulla formula, resa più complicata dalla larghissima maggioranza che si sta materializzando intorno al suo nome. Solo ministri tecnici, magari alcuni "di area" segnalati dai partiti, con i politici limitati agli incarichi di seconda fascia (viceministri e sottosegretari): soluzione ora preferita dal Partito democratico, in agitazione all' idea di far sedere i propri esponenti a fianco dei leghisti.

 

daniele franco

Che è poi l' assetto su cui lo stesso Draghi metterebbe subito la firma, se non fosse per le pressioni in senso opposto da parte della Lega e del Movimento 5 stelle. Il compromesso porterebbe ad una composizione mista: i tecnici nei ministeri di spesa più importanti e i politici a riempire le altre caselle, dando così maggiore spazio e visibilità ai partiti. A seconda della strada che verrà scelta e dei posti da occupare, inevitabilmente, cambieranno i nomi indicati all' ex presidente della Banca centrale europea.

 

Per capirci, Luigi Di Maio sarebbe pronto a entrare nel governo per restare alla Farnesina o in un altro ministero di primo livello, certo non per fare il sottosegretario. Stesso discorso per Lorenzo Guerini e Dario Franceschini, nel Pd, o per Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti nella Lega. Il nome di Giorgetti, in realtà, viene accostato al ruolo di sottosegretario, ma non uno qualsiasi, quello alla Presidenza del Consiglio, cioè a palazzo Chigi al fianco del suo "amico" Draghi. In uno schema a due, che dovrebbe prevedere un altro sottosegretario in quota Pd o M5s, nello specifico Andrea Orlando o Stefano Patuanelli.

stefano lucchini

 

C' è anche l' ipotesi di una cabina di regia con i leader di tutti i partiti della maggioranza, che Draghi potrebbe riunire periodicamente, tenendoli quindi fuori dalla squadra di governo, ma dentro l' attività di governo. Restando a Chigi, il futuro premier potrebbe scegliere come portavoce Stefano Lucchini, responsabile comunicazione e relazioni esterne di Intesa San Paolo.

 

ELISABETTA BELLONI

I tecnici in attesa Se per i nomi politici il foglio degli appunti di Draghi è pieno di cancellature e punti interrogativi, la colonna dei tecnici ha qualche sottolineatura in più, con almeno un paio di opzioni per le poltrone strategiche nella gestione dei miliardi del Recovery Plan. All' Economia resta forte la candidatura del direttore generale di Bankitalia, Daniele Franco, ex Ragioniere dello Stato. Più di quella del direttore dell' Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. In corsa c' è anche l' economista Carlo Cottarelli, che però può andare alla Funzione pubblica.

 

Allo Sviluppo Economico potrebbe essere promossa Marcella Panucci, ex direttrice generale di Confindustria e da poco nel ruolo di segretario generale proprio al Mise. Il banchiere Franco Bernabè è una valida alternativa, come pure il manager Vittorio Colao, che però non si è lasciato benissimo con Conte alla fine del lavoro della sua task force per la ripartenza dell' Italia. A Colao potrebbe anche essere affidata la delicata partita delle Infrastrutture, con tutte le grandi opere da sbloccare, sempre collegate al Recovery.

CARTABIA

 

Al Lavoro e Previdenza due opzioni autorevoli come l' ex presidente Istat, Enrico Giovannini, e l' ex presidente Inps, Tito Boeri. All' Istruzione è pronto il professor Patrizio Bianchi, lo scorso anno coordinatore del gruppo di esperti del ministero per pianificare il ritorno a scuola. Alla Giustizia sembra fatta per Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale. All' Interno, se Salvini davvero non metterà veti, dovrebbe restare Luciana Lamorgese. Agli Esteri, se salta lo schema con i politici ed esce Di Maio, potrebbe essere la volta buona per Elisabetta Belloni, attuale segretario generale della Farnesina.

MARCELLA PANUCCI

 

Stesso discorso alla Salute, se non resta Roberto Speranza arriverà una figura tecnica, come Rocco Bellantone, direttore del Gemelli e preside della facoltà di Medicina dell' università Cattolica, o l' immunologa Antonella Viola. Di certo, nei piani di Draghi, le donne in squadra non mancheranno: il premier incaricato ha già fatto capire di voler garantire un equilibrio di genere, la metà saranno ministre.

vittorio colao agli stati generalifranco bernabe foto di bacco (2)Mario DraghiMario Draghi

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."