alfonso bonafede giuseppe conte

COME VOLEVASI DIMOSTRARE, L’OTTIMISMO DI CONTE ERA FORTEMENTE ESAGERATO – SONO PASSATE POCHE ORE DAL COLLOQUIO DI “GIUSEPPI” CON DRAGHI SULLA GIUSTIZIA E GIÀ I GRILLINI DURI E PURI PROMETTONO BATTAGLIA E MINACCIANO DI SCENDERE IN PIAZZA CONTRO LA RIFORMA CARTABIA – MA L’AVVOCATO DI PADRE PIO FATICA A TENERE BUONI I PENTASTELLATI ANCHE SU ALTRI FRONTI: UNO PER TUTTI, LA QUESTIONE AMBIENTALE E LA DELUSIONE PER IL MINISTRO CINGOLANI…

Paolo Bracalini per "il Giornale"

 

giuseppe conte dopo l incontro con mario draghi 1

Tanto tuonò che non piovve. L'incontro che doveva essere uno scontro tra Conte e Draghi si risolve nel perfetto stile contiano, un po' di qui un po' di là, per tenersi buoni i Cinque stelle ma senza mettersi in rotta di collisione con Draghi.

 

I retroscena dei giorni scorsi, fatti uscire appositamente dalla propaganda dell'ex premier per minacciare chissà quali sfracelli sulla riforma della giustizia, si sciolgono come ghiaccioli nell'afa romana prima del ritorno di Conte a Palazzo Chigi, stavolta solo come leader grillino fresco di nuovo statuto.

ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE

 

Chi si aspettava un braccio di ferro per difendere l'eredità Bonafede (il primo sponsor di Conte in politica), addirittura il prologo di una crisi di governo, è rimasto deluso, ma chi conosce Conte non poteva che aspettarsi questa marcia indietro. E così l'Aventino grillino finisce in una resa, tanto nessun parlamentare M5s sarebbe mai disposto a far cadere il governo e rischiarsi la poltrona alle elezioni.

 

mario draghi giuseppe conte

Quella che doveva essere una riforma «inaccettabile», inizio di un «Vietnam» in Parlamento, nel colloquio con Draghi diventa magicamente un testo su cui si può certamente discutere e mediare (del resto Conte lo ha fatto con i leghisti prima, con il Pd poi, con Grillo che gli ha dato pubblicamente dell'incapace, figuriamoci se non scende a compromessi con l'ex presidente della Bce).

meme su giuseppe conte e beppe grillo

 

«Ho assicurato un contributo attento e costruttivo del M5S - dice Conte dopo l'incontro di un'ora con Draghi - . Ho ribadito che saremo molto vigili nello scongiurare che non si creino soglie di impunità. Si continuerà a lavorare e il M5S sarà molto attento per miglioramenti e interventi che possano scongiurare soglie di impunità».

 

marta cartabia mario draghi

Altro che scontro, è anzi lui a dire che sulla giustizia «dobbiamo mettere via le bandierine e le ideologie», a partire da quelle del M5s, «bisogna assicurare tempi certi della giustizia ma allo stesso tempo garantire i diritti delle vittime», dice con l'equilibrismo di un funambolo.

 

giuseppe conte dopo l incontro con mario draghi 2

Scontenti i duri e pure grillini, i militanti pentastellati del Coordinamento «Parola agli attivisti», capeggiati dalla consigliera regionale Francesca De Vito, si preparano a scendere in piazza Montecitorio per chiedere agli eletti M5S di non retrocedere sulla prescrizione e sui punti chiave della riforma Bonafede.

 

francesca de vito

Contento invece Letta che si rallegra per le parole del leader in pectore del M5s da cui deduce chiaramente che la riforma verrà approvata. Infatti quando chiedono a Conte se il M5s voterebbe la fiducia, l'avvocato svicola: «Non ne abbiamo parlato». Anche da Palazzo Chigi trapela che qualche aggiustamento tecnico ci sarà - come già previsto nel Cdm che ha varato la riforma Cartabia - ma senza stravolgimenti. La riforma resta insomma sostanzialmente blindata.

 

GIANNELLI VIGNETTA CONTE GRILLO

Lo stesso metodo Conte lo segue per la questione Cingolani, un altro fronte aperto dentro il M5s. Il ministero della Transizione Ecologica, figura quasi imposta da Grillo come condizione per l'appoggio al governo Draghi, è stata una grande delusione per i Cinque Stelle, al punto che dentro il gruppo parlamentare qualcuno ha proposto addirittura una mozione di sfiducia al fisico Cingolani, considerato un sabotatore dei programmi ecologici grillini.

 

Aprire lo scontro però significa mettere in pericolo la tenuta del governo, cosa che il M5s non vuole fare. Pertanto anche su questo Conte dà un saggio di cerchiobottismo: «Il ministro Cingolani ha tutta la nostra fiducia, sta lavorando molto e il M5S darà un grande contributo. Tutti parliamo di transizione ecologica ma bisogna rimboccarsi le maniche e passare dagli slogan ai fatti concreti».

 

ROBERTO CINGOLANI

Tutto qui, una ritirata che provoca lo sgomento dei parlamentari M5s: «Hanno lasciato perplessa la maggior parte dei componenti della commissione Ambiente della Camera le parole di pieno sostegno a Cingolani, pronunciate da Conte dopo l'incontro con Draghi. Proprio in queste ore stiamo lavorando per dare un aspetto più green al decreto Semplificazioni, e queste parole non aiutano» riferiscono alle agenzie i grillini della commissione. Tanto che circolano voci di un prossimo blitz dei grillini alla Camera.

giuseppe conte conferenza stampa al tempio di adriano 5GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”