giuseppe conte luigi di maio

CONTE, MA 'NDO VAI? - SOLO 78 SU 237 PARLAMENTARI M5S HANNO VERSATO ENTRO LA SCADENZA DEL 30 APRILE I MILLE EURO PER FINANZIARE IL "PROGETTO CONTE" (E TRA CHI HA SALDATO DI MAIO NON C'È) - IACOBONI: "CONTE E CASALINO NON CONTROLLANO NEANCHE I GRUPPI PARLAMENTARI. È PIÙ FACILE CHE CONTE VENGA SOSTENUTO DA BETTINI, ZINGARETTI E D’ALEMA, CHE DAI 5STELLE - LA PRIMA VOLTA CHE SI PRESENTÒ ALL’ASSEMBLEA DEL GRUPPO PARLAMENTARE SU ZOOM (ESORDIO: “DIAMOCI DEL TU”), I PIÙ LAMENTAVANO DI NON AVERLO MAI, DICO MAI, INCONTRATO PRIMA…"

Dall'account twitter di Jacopo Iacoboni:

 

conte di maio

A lungo scrissi che Conte e Casalino non controllano il M5S, neanche i gruppi parlamentari. Lo riscrissi durante la crisi, quando il 95% ripeteva la storiella dei parlamentari M5S sulla linea “o Conte o voto”. Ecco: su 237 parlamentari, solo 70 hanno accettato di finanziare Conte

 

Traduco, con la franchezza che vi è dovuta: Conte non riesce ad assumere nemmeno la leadership del gruppo parlamentare attuale M5S. Figuriamoci se riesce ad avere dalla sua Di Maio, e per altro verso Casaleggio

 

conte di maio

Facendo una battuta, è più facile che Conte venga sostenuto da BettiniZingaretti e D’Alema, che dai 5S. La prima volta che Conte si presentò all’assemblea del gruppo parlamentare su Zoom (esordio: “diamoci del tu”), i più lamentavano di non averlo mai, dico mai, incontrato prima

 

Se non mi credete, ecco le cose che scrivevo nel pieno della crisi di governo, a gennaio, quando nessuno sapeva come sarebbe andata a finire, ma i miei più stimati amici scommettevano sul Trisconte.

io vi riferivo lo stato delle cose reale:

 

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

30 gennaio

In realtà, è solo una guerra psicologica, ripeto, graditissima all'avvocato. La realtà è altra: il 95% (stima per difetto) del gruppo dei senatori M5S non ucciderà politicamente Conte, ma se Conte cadesse, voterebbe tranquillamente un altro (altra) premier. Per sopravvivere.

 

M5S SOLO UN ELETTO SU TRE FINANZIA IL PROGETTO DI CONTE IL DUALISMO CON DI MAIO

Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

 

giuseppe conte e rocco casalino

Una chiacchierata a distanza, per chiarirsi le idee sulla fase politica e confermarsi reciproco sostegno. Giuseppe Conte e Luigi Di Maio tornano a parlarsi, o forse non hanno smesso nemmeno nei giorni tesi della svolta garantista del ministro degli Esteri, che tanto clamore ha suscitato nel Movimento e fuori. «Non c' è nessun dualismo» assicurano i rispettivi staff, che gareggiano a smentire tensioni e rivalità tra l'ex premier e l'ex capo politico.

 

«Giuseppe e Luigi si marcano a uomo, ma stanno attenti a non pestarsi i piedi - è la lettura di un esponente del governo che li sente entrambi -. Se le cose per il M5S vanno bene staranno insieme, se vanno male saranno alternativi». La clamorosa lettera di Di Maio al Foglio contro la gogna politica e mediatica continua ad agitare gli animi dei 5 Stelle, già parecchio insofferenti per la lunga attesa di un leader. Conte, che ha fatto ricorso contro Rousseau, aspetta il verdetto del garante della Privacy e spera che a giorni, se non a ore, Davide Casaleggio sia obbligato a consegnargli i dati degli iscritti.

 

giuseppe conte e luigi di maio

Ma il tempo passa, i parlamentari vedono che Letta e Salvini si sfidano un giorno sì e l'altro pure su chi più detta l'agenda del governo e se il segretario del Pd sale e scende le scale di Palazzo Chigi per incontrare Draghi, Conte ancora non può farlo. Il nervosismo tra gli scranni cresce e così la paura di restare fuori al prossimo giro. «Ma in politica il vuoto non esiste», è il leitmotiv tra i parlamentari. L'idea che allarma o incoraggia i gruppi, a seconda dei punti di vista, è che Di Maio quel vuoto di leadership voglia colmarlo, tanto più «che Conte non è stato ancora votato da nessuno».

 

Iacoboni

Una suggestione che i parlamentari vicini a Di Maio smentiscono con forza, assicurando che no, «Luigi non vuole fare il capo politico», ma certo continuerà a far sentire la sua voce: non solo in Parlamento, ma anche sui territori, dove chi non conosce direttamente il futuro leader si appoggia a lui.

 

Il post in cui Conte avverte che sui temi della giustizia il Movimento non può derogare alla sua storia e alle sue leggi ha spiazzato molti tra i deputati e i senatori, ma nelle stanze della Farnesina mostrano di averla presa con diplomazia: il ministro non ha ravvisato alcun tentativo di Conte di stoppare la sua svolta garantista e, quando l'ex premier si metterà alla guida del M5S, lo sosterrà lealmente. Lo stesso sforzo si avverte nello staff del giurista pugliese, che avrebbe letto la presa di posizione di Di Maio come «molto in linea con i valori del nuovo Movimento che Conte sta costruendo».

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

Insomma, da entrambe le parti si tenta di gettare acqua sul fuoco («c'è piena sintonia»), perché nessuno ha interesse a far divampare l' incendio. Il fallimento dell' operazione Conte sarebbe un disastro per tutti, Di Maio incluso. «Luigi non ha alcuna intenzione di sabotare - assicura un ex ministro del governo giallorosso -. Il suo piano è essere indispensabile perché se Conte non dovesse farcela, toccherebbe di nuovo a lui». Un piano B che è nelle cose, tanto che lo stesso avvocato, raccontano, pensa di chiamarlo a far parte della struttura gerarchica che sta costruendo.

giuseppe conte luigi di maio

 

Ma le voci si rincorrono e ogni notizia nel M5S viene letta alla luce del rapporto tra i due «big». Stando ai dati pubblicati ieri sul sito del Movimento, solo 78 su 237 parlamentari hanno versato entro la scadenza del 30 aprile i 1.000 euro per il «progetto Conte» e il nome di Di Maio ancora non risulta, come non ci sono quelli di Fico, Dadone, Castelli, Crippa, Di Stefano, Nesci, Sibilia e Brescia. L' ex vicepremier è in buona compagnia perché in pratica soltanto il 33% ha aderito a scatola chiusa al progetto con cui l' avvocato è sicuro di far risorgere presto i 5 Stelle.

 

Ultimi Dagoreport

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...