nardella giorgia meloni

CONTE, LA SENTI QUESTA VOCE?  OLTRE MILLE SINDACI FIRMANO LA PETIZIONE PER CONVINCERE DRAGHI A RESTARE A PALAZZO CHIGI - L'IRA DI GIORGIA MELONI: “MI CHIEDO SE SIA CORRETTO CHE QUESTI SINDACI E GOVERNATORI CHE RAPPRESENTANO TUTTI I CITTADINI USINO LE ISTITUZIONI COSÌ, SENZA PUDORE, COME SE FOSSERO SEZIONI DI PARTITO. E’ UN’AZIONE SPUDORATA” - E TRA I FIRMATARI CI SONO ANCHE MOLTI SINDACI DI CENTRODESTRA, TRA CUI IL PRIMO CITTADINO DI VENEZIA, LUIGI BRUGNARO, E IL SINDACO DI GENOVA, MARCO BUCCI - DARIO NARDELLA: “FORSE FRATELLI D'ITALIA SPERA DI LUCRARE CONSENSI DAL CAOS ISTITUZIONALE ED ECONOMICO DEL PAESE, MA DALLA CENERE SI RACCOGLIE SOLO CENERE”

Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI E IL CARTELLO ELEZIONI SUBITO

Oltre mille sindaci, e questo era il conteggio a metà della giornata di ieri. Sabato erano stati poco più di cento i primi cittadini che avevano firmato la lettera appello al premier: «Draghi rimani al tuo posto». Quindi sono state novecento le firme in un solo giorno, ieri, domenica.

 

«Da quello che abbiamo saputo il presidente Draghi è stato molto colpito dai vari appelli, soprattutto da quello bipartisan dei sindaci», ha detto Matteo Ricci primo cittadino di Pesaro, coordinatore dei sindaci del Pd commentando l'iniziativa, un pressing che non è piaciuto a Giorgia Meloni. Ha detto la leader di Fratelli d'Italia: «Mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini usino le istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito».

 

Dario Nardella, sindaco del Pd di Firenze tra i coordinatori dell'iniziativa ha risposto a stretto giro: «Mi dispiace che Meloni non noti che tra i firmatari ci sono moltissimi esponenti di centrodestra. Forse Fratelli d'Italia spera di lucrare consensi dal caos istituzionale ed economico del Paese, ma dalla cenere si raccoglie solo cenere».

 

dario nardella

Non ci sono sindaci di FdI tra i 1.000 firmatari dell'appello. E anche alcuni leghisti, quelli del Veneto per esempio, hanno preso le distanze formali. Ma tra i promotori dell'appello a Draghi c'è il sindaco di centrodestra di Venezia Luigi Brugnaro, presidente di Coraggio Italia e quello di Genova Marco Bucci. Ci sono poi le firme di altri primi cittadini di questo schieramento, come quella di Alessandro Ghinelli, sindaco di centrodestra di Arezzo e del sindaco di Vercelli Andrea Corsaro. O anche del sindaco di Magenta Luca Del Gobbo, esponente di Noi con l'Italia: «È il momento della responsabilità, del senso di appartenenza, della serietà».

 

MARCO BUCCI

Nutrita l'adesione dei primi cittadini di Forza Italia, come rileva Annalisa Baroni, deputata azzurra: «Ci sono tanti amministratori locali di Forza Italia che hanno firmato l'appello: chi è chiamato ogni giorno a risolvere sul territorio i problemi dei cittadini sa bene che perdere una guida come Mario Draghi sarebbe un gravissimo errore».

 

Per Giorgia Meloni sarebbe un errore non andare subito al voto: «Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione condividano l'appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall'Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa nazione all'immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari».

 

luigi brugnaro

Poi l'affondo: «La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura». Le sue parole hanno scatenato reazioni, soprattutto quelle del Partito Democratico. Da Piero Fassino, al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini al senatore Andrea Marcucci, che attacca la leader di Fratelli d'Italia: «Giorgia Meloni insulta i sindaci che hanno firmato l'appello a Draghi confermando di essere un'analfabeta istituzionale».

 

EDMONDO CIRIELLI

È stato Edmondo Cirielli, deputato di FdI, a prendere le difese della sua leader: «È incredibile Marcucci non comprenda il semplice ragionamento della Meloni. Anche un analfabeta capirebbe che ha criticato l'uso della carica istituzionale per fini di parte». Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, tra i promotori della lettera-appello, ha spiegato l'iniziativa:«È nata perché noi sindaci siamo a contatto con i cittadini, sentiamo i loro umori, tra il deluso e il disorientato, che non capiscono le ragioni della crisi che mette al centro del dibattito l'inceneritore di Roma. C'è qualcuno dei politici che sarebbe in grado di dire che farebbe il lavoro meglio di Mario Draghi in questo momento? Abbiamo il mondo che ci guarda e rischiamo di fare la figura dei cioccolatai» .

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."