CONTE SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI – DOPO L’INTESA LETTA-CALENDA PEPPINIELLO APPULO SBOTTA CONTRO "LA NUOVA AMMUCCHIATA" - "IL PD CI HA UMILIATI” – COSTRETTO AD APRIRE LE PORTE A DI BATTISTA (“CI CONFRONTENEREMO E VALUTEREMO”), LA POCHETTE CON IL NULLA INTORNO ANNUNCIA LE “PARLAMENTARIE”: DEVE PIAZZARE COME CAPILISTA I SUOI FEDELISSIMI NEI POSTI MIGLIORI, ANCHE PER GARANTIRSI MAGGIORI POSSIBILITÀ DI “SOPRAVVIVENZA” IN CASO DI FLOP...

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1. ELEZIONI: CONTE, PARLAMENTARIE PER SCEGLIERE I CANDIDATI M5S 

(ANSA) – "Dobbiamo assolutamente farle, è un passaggio che rientra nella democrazia diretta per dare agli iscritti la possibilità di dare indicazioni sulla scelta dei candidati". Lo dice il leader M5s Giuseppe Conte ad Agorà, rispondendo a chi gli chiede se il Movimento sia pronto a scegliere i candidati attraverso le parlamentarie.

 

 

 

2. CONTE: I DEM CI HANNO UMILIATO

Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”

 

DI BATTISTA CONTE DI BATTISTA CONTE

È l'ora di pranzo quando, dopo un estenuante braccio di ferro, il segretario dem e il leader di Azione siglano l'intesa elettorale che, di riflesso, isola anche definitivamente il Movimento Cinque stelle. Giuseppe Conte non la prende con filosofia e sbotta: «Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl».

 

E poi: «Il Pd ci ha umiliati. È un'alleanza elettorale, i cittadini si sentiranno presi in giro. Salario minimo legale, lotta all'inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda - aggiunge l'ex premier -. Nessun problema, ce ne occuperemo noi».

 

giuseppe conte enrico letta 2 giuseppe conte enrico letta 2

Ma adesso il presidente grillino non ha più tempo e deve serrare i ranghi per studiare la geografia del Rosatellum e provare a piazzare come capilista i suoi fedelissimi nei posti migliori, anche per garantirsi maggiori possibilità di «sopravvivenza» nel caso in cui i risultati dovessero scendere sotto l'asticella del 12%.

 

Conte, che sta proseguendo sul sentiero del ritorno ai tempi dei grillini duri e puri degli esordi, starebbe appunto trattando anche un grande ritorno: «Alessandro Di Battista è una persona seria, assolutamente leale - dice nonostante le critiche feroci ricevute proprio da "Dibba" quando nel febbraio 2021 mollò il M5S dopo l'ok a Draghi -. Ci confronteremo con lui e vedremo se condividerà questo nuovo percorso con queste regole statutarie e questa carta dei principi e dei valori».

 

ALESSANDRO DI BATTISTA IN RUSSIA ALESSANDRO DI BATTISTA IN RUSSIA

Intanto, da ieri, i 5 stelle hanno lanciato sulla loro piattaforma online il vademecum per presentare la propria autocandidatura per il Parlamento. Nonostante i tempi strettissimi, insomma, le «parlamentarie» per selezionare gli aspiranti deputati e senatori si rifaranno, per la terza volta dopo quelle per le Politiche del 2013 e del 2018.

 

Mentre si attendono ancora le regole per le candidature vere e proprie. La prima incognita da superare è quella di una eventuale deroga al principio di territorialità. Le regole del Movimento impongono infatti che una persona possa candidarsi solo in un collegio che comprende la propria città di residenza. Questa limitazione, oltre alla corsa nella «blindata» Puglia dello stesso Conte e del suo portavoce Rocco Casalino, causerebbe ulteriori grattacapi al leader nella scelta dei capilista.

 

giuseppe conte enrico letta giuseppe conte enrico letta

Gli aspiranti parlamentari, oltre al proprio curriculum, devono inviare sul sito pentastellato anche una copia in pdf del casellario giudiziale: devono, insomma, dimostrare la fedina penale pulita. E dopo quello sulla «territorialità», questo passaggio rappresenta un ulteriore scoglio da superare nella costruzione delle liste elettorali. «Voglio vedere come faranno a candidare Chiara Appendino...», soffia sul fuoco uno dei transfughi passati con Di Maio.

 

Il riferimento è all'ex sindaca di Torino, che nella testa di Conte rappresenterebbe una delle punte di diamante nella rosa dei candidati; ma sulla fedina di Appendino pesa appunto una condanna in primo grado. Ma è già stata trovata una scappatoia. Il regolamento M5S prevede una distinzione: chi è stato condannato per colpa e non per dolo può candidarsi: Appendino rientra nel primo caso.

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