giuseppe conte beppe grillo

CONTE VS GRILLO, UN’ANTIPATIA A CINQUESTELLE - GLI ULTIMI SCAZZI TRA I DUE, DOPO IL FLOP DEL M5S ALLE EUROPEE, APRONO L’ENNESIMA CRISI TRA I GRILLINI - I SEGUACI DI PEPPINIELLO APPULO MINACCIANO DI LASCIARE IL MOVIMENTO: “DEVONO STARE ATTENTI A NON SPEZZARE LA CORDA, ALTRIMENTI CE NE ANDIAMO…”. GLI ORTODOSSI FEDELI A GRILLO NON VEDONO L’ORA: “VADANO PURE. SENZA SOLDI E SENZA SIMBOLO, CHE È DI BEPPE. MENTRE I FONDI DEL 2 PER MILLE FINISCONO ALL’ASSOCIAZIONE” - DA “INCAPACE” A “PADRE PADRONE”, L’ETERNO DUELLO TRA IL CAPO POLITICO E IL FONDATORE…

1 - CONTE, È SCONTRO CON GRILLO: «NON È NELLE SUE MANI IL DESTINO DEL MOVIMENTO»

Estratto dell’articolo di Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

BEPPE GRILLO PRIMA DELL INCONTRO CON GIUSEPPE CONTE ALL HOTEL FORUM

Beppe Grillo contro Giuseppe Conte, round 2. Stavolta a colpire è il presidente M5S, dopo le bordate del garante («Ha vaporizzato il M5S») durante il suo show teatrale a Fiesole: «Il destino del Movimento non è nelle mani di Grillo. È nelle mani di una intera comunità di uomini e donne che deciderà del futuro all’assemblea costituente del prossimo settembre», attacca il leader. «Aggiungo che questa riflessione è già iniziata, con l’assembla congiunta e il consiglio nazionale. Hanno parlato tutti e abbiamo rinviato per le decisioni all’assemblea costituente».

 

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE 3

Con il fondatore «abbiamo parlato a lungo, un’ora e mezza, abbiamo scherzato, abbiamo riso, quindi l’ho lasciato in ottima forma, assolutamente coinvolto e pimpante. Poi, lasciamogli fare le battute che ritiene. A quella che ha fatto su Berlusconi (ha preso più voti da morto di Conte da vivo, ndr ) preferisco quella su Draghi grillino, che ho trovato più originale anche se più dannosa per la comunità del Movimento 5 Stelle».

 

Una replica quella di Conte che tocca sempre un tasto divisivo tra i due. Sarebbe stata proprio un’altra citazione di Draghi — le scuse del leader M5S per l’adesione al governo tecnico nell’intervista al Fatto — a far scattare Grillo, che avrebbe letto nelle parole dell’ex premier una mancata assunzione di responsabilità per la sconfitta alle Europee.

BEPPE GRILLO CON L AVATAR DI GIUSEPPE CONTE

 

Ciò che accade ai vertici ha riflessi indiretti tra gli eletti (e la base) 5 Stelle. Lo scontro verbale tra garante e leader è riverberato nei gruppi parlamentari, con commenti velenosi sia da parte dei contiani (più numerosi) sia da chi è schierato col fondatore. «Devono stare attenti a non spezzare la corda, altrimenti ce ne andiamo» sbotta un contiano. E c’è chi gli replica: «Vadano pure. Senza soldi e senza simbolo, che è di Beppe. Mentre i fondi del 2 per mille finiscono all’associazione».

 

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Volano stracci. C’è chi prova a predicare silenzio […] La tensione resta elevata. Una situazione incandescente che presto potrebbe essere incontrollabile. I vertici allargano il fronte dello scontro. Sia Conte sia Stefano Patuanelli (con un tweet) coinvolgono nella bagarre anche Virginia Raggi. «Che significa ritornare alle origini? Significa restart, rewind? Il contesto politico e sociale è completamente mutato. Se non lo riesci a interpretare, sei sempre più fuori», dice Conte commentando l’intervista al Corriere dell’ex sindaca di Roma.

conte e beppe grillo a roma alla manifestazione del m5s

 

A chi chiede se il campo prescelto sia quello progressista, il leader M5S risponde: «Assolutamente, poi se qualcuno ha inclinazioni di destra ne tragga le conseguenze». Parole che portano alla controreplica di Raggi: «Mi sono impegnata in prima persona contro Casapound e Forza Nuova. Non ho fatto mancare critiche al governo con la Lega. Credo di meritare rispetto». […] In questa fase il M5S appare diviso in tre macrogruppi: contiani, vecchia guardia e ortodossi, corrente storica numerosa che potrebbe spostare gli equilibri interni. In questa partita gioca un ruolo fondamentale Roberto Fico. L’ex presidente della Camera ieri era in piazza con Conte, ma è stato a stretto contatto anche con Grillo. Sarà lui il paciere?

 

2 - DA «INCAPACE» A «PADRE PADRONE» L’ETERNO DUELLO DEI DUE «MAI AMICI»

Estratto dell’articolo di Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

Conte Grillo

 

«Comunque sempre meglio della volta che gli diede dell’incapace», riflettono a voce alta nell’ala più ottimista del Cinque Stelle tutti quelli che si affannano da anni […] a cercare una sintesi impossibile tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, il capo politico e il garante, […] due che non solo non si sono mai amati o trovati […] simpatici, ma che hanno fatto del malcelato disprezzo reciproco la cifra stilistica di un rapporto che non è mai decollato.

 

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

E così, a commento della battuta con cui il fondatore ha liquidato il capo politico dopo la batosta alle Europee […] dentro l’universo pentastellato c’è chi compone i cocci dicendo che c’è stato di peggio, un tempo. Nel 2021, quando si cercava di risolvere il rebus sulle regole d’ingaggio della leadership contiana, su quanta tela l’Avvocato potesse tessere senza il permesso del Fondatore, Grillo faceva notare che, a suo modo di vedere, si stava consegnando la creatura nelle mani, testualmente, di «un incapace».

 

«Non ha visione politica né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni né capacità di innovazione. Io questo l’ho capito e spero possiate capirlo anche voi», aveva aggiunto. Qualche mese prima, era stato l’ex presidente del Consiglio a mordere: «Grillo decida se vuole fare il genitore amorevole o il padre padrone».

 

CONTE GRILLO

[…] il rapporto di non amore tra Grillo e Conte appare e scompare […] all’improvviso si scatenò la tempesta che nell’arco di qualche settimana finì per travolgere il governo Draghi. Allora era stato Grillo a rivelare al sociologo Mimmo De Masi (e non, attenzione, al diretto interessato) che il presidente del Consiglio gli aveva chiesto di togliere Conte dalla guida del M5S; De Masi l’aveva detto alla radio (a Un giorno da pecora ) e da lì il capo politico avrebbe di fatto aperto la crisi, formalizzata poi al Senato qualche settimana dopo.

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE

Sarà forse anche per questo, per rinfacciare implicitamente a Grillo la scelta di aderire al governo Draghi, su cui il garante s’era speso parecchio, che l’altro giorno Conte ha ritirato fuori l’argomento, attribuendo alle larghe intese di tre anni fa il tracollo alle Europee. Tra i due, intervallato da mesi e mesi in cui si ignorano, un round tira l’altro. Nell’ultima uscita televisiva del comico, ospite di Fabio Fazio, la stilettata che ha dato il titolo era per l’ex premier: «È perfetto per la politica. Quando parla, non si capisce nulla». L’altro, di rimando, ha passato il tempo a chiedere invano a chiunque di misurare l’ironia di Grillo […]

 

grillo draghi conte

Certo, qualche volta la frizione è scappata anche a Conte; come la volta in cui, per difendere la trattativa sui contorni della sua leadership, aveva fatto trapelare di «non essere il prestanome di nessuno», men che meno del garante.

 

Tutte le volte che ha potuto, incapace di resistere al latinorum contiano e alla metamorfosi di un Movimento ritenuto biodegradabile e ai suoi occhi trasformatosi in una sorta di nuova Democrazia cristiana, Grillo s’è tolto il sasso dalla scarpa. «Conte è un gentleman, infatti è uno specialista in penultimatum». E ancora, a un evento sull’intelligenza artificiale in cui i Cinque Stelle presentarono l’avatar di Conte: «È più espressivo di lui. Ha lo sguardo più incattivito». L’altro, a pochi metri, masticava amaro.

giuseppe conte beppe grillo giuseppe conte beppe grillo

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")