luigi di maio giuseppe conte usa russia

COSA DICONO RUSSI E UCRAINI DELLA SCISSIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE? – SEMBRA INCREDIBILE, MA LA DECISIONE DI LUIGI DI MAIO HA AVUTO UN’AMPIA ECO TRA MOSCA E KIEV. IL CONSIGLIERE DI ZELENSKY, MYKHAILO PODOLYAK, SI È SPERTICATO IN LODI: “OGNI POLITICO SCEGLIE COME ENTRARE NEI LIBRI DI STORIA MONDIALE. UN ATTO FORTE DI LUIGI DI MAIO, UN LEADER CHE COMPRENDE LE SFIDE DEL TEMPO PER L'EUROPA” – SUI MEDIA DI PROPAGANDA FILO-CREMLINO INVECE CONTE È DIVENTATO UN MEZZO EROE: “HA INSISTITO PER FERMARE L’INVIO DI ARMI, CHE POTREBBERE METTERE A RISCHIO LA DE-ESCALATION NEL CONFLITTO”.

luigi di maio annuncia la scissione dal m5s 2

1 - CONSIGLIERE ZELENSKY, DI MAIO HA SCELTO LA PARTE DEL BENE

(ANSA) - "Ogni politico sceglie come entrare nei libri di storia mondiale. Un atto forte di Luigi Di Maio, un leader che comprende le sfide del tempo per l'Europa. La politica italiana è una questione di competenza solo dell'Italia. Ma siamo grati a tutti coloro che hanno scelto la parte del bene".

 

Lo scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il giorno dopo la rottura del ministro degli Esteri con i 5 Stelle motivata anche con la crisi in Ucraina.

 

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

2 - CONTE IL RUSSO, DI MAIO L’ATLANTISTA. COSA DICE LA STAMPA A MOSCA

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

Qualcuno avvisi Rocco Casalino: Giuseppe Conte ha un problema di spin russo. All’indomani della scissione di Luigi Di Maio e della cinquantina di parlamentari che hanno detto addio al Movimento Cinque Stelle per formare un nuovo gruppo, Italia per il futuro, la rassegna stampa russofona non è un bel colpo d’occhio per l’ex premier.

 

GIUSEPPE CONTE E VLADIMIR PUTIN

Ovunque, dai giornali vicini al Cremlino alla stampa filo-ucraina, il divorzio pentastellato è raccontato in un solo modo: una crisi di politica estera. Da una parte il Movimento contiano, barricadero e contrario all’invio di armi all’Ucraina. Dall’altra Di Maio l’atlantista e il suo gran rifiuto per difendere, parole sue dall’hotel Sina Bernini Bristol, “l’appartenenza all’area euroatlantica”.

 

Che la giornata d’aula di martedì racconti una storia un po’ diversa – i Cinque Stelle hanno votato la risoluzione chiesta da Mario Draghi senza colpo ferire – è solo un dettaglio. Tass, la più grande agenzia stampa del governo russo: “Il ministro degli Esteri si attiene alla linea del governo guidato da Draghi sulla crisi in Ucraina che prevede, tra l’altro, l’invio di armi al Paese”. Il Movimento di Conte, invece, “ha insistito per fermare le spedizioni”.

 

luigi di maio annuncia la scissione dal m5s 3

Ria, l’altra agenzia preferita dal Cremlino, titola così: “Il ministro degli Esteri italiano lascia il Movimento Cinque Stelle per divergenze sull’Ucraina”. I litigi sul limite dei due mandati, le antipatie personali finiscono sullo sfondo, impercettibili. All’origine dell’implosione grillina, si legge in bella vista sul sito, “ci sono stati notevoli disaccordi tra Di Maio e alcuni leader dei Cinque Stelle sulla crisi ucraina, quando tutti hanno dovuto scegliere da che parte della storia stare”. L’agenzia non manca di ricordare come Conte abbia “proposto una risoluzione speciale” per impegnare l’Italia “a non continuare a fornire armi a Kiev, in quanto ciò potrebbe seriamente mettere a rischio la de-escalation nel conflitto”.

 

SALVINI PUTIN CONTE DI MAIO

Che dire della stampa di opposizione, o quel che ne è rimasto? Stessa orchestra: Meduza ad esempio spiega che Di Maio ha detto addio al Movimento “per la sua riluttanza a sostenere l’invio di armi all’Ucraina”. Si accoda Novaya Gazeta, il giornale russo costretto all’esilio dove hanno scritto il Nobel Dmitry Muratov e la giornalista dissidente assassinata Anna Politokvskaja: se il titolare della Farnesina ha sbattuto la porta è perché ritiene che “Conte abbia minato gli sforzi del governo per sostenere l’Ucraina”.

di maio conte

 

È un continuo, anche sui quotidiani ucraini, che rilanciano la narrazione di uno scisma grillino dovuto a due posizioni opposte, inconciliabili sulla guerra russa. Di Maio ha salutato Conte e il Movimento perché “non sostenevano l’Ucraina”, apre oggi la Pravda, versione Kiev. Cioè l’esatto contrario di quanto giurato dal presidente della Camera Roberto Fico, quando ha sferrato l’attacco che ha fatto traboccare il vaso, “sosteniamo l’Ucraina in tutti i modi e siamo nel Patto atlantico”. Che sia vero o meno, a Mosca e Kiev non ne sono convinti.

carla ruocco luigi di maio VLADIMIR PUTIN E GIUSEPPE CONTEluigi di maio annuncia la scissione dal m5s 6luigi di maio annuncia la scissione dal m5s 4MATTEO SALVINI CONTESTATO IN POLONIA CON LA MAGLIETTA DI PUTINluigi di maio annuncia la scissione dal m5s 7luigi di maio annuncia la scissione dal m5s 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…