emmanuel macron giorgia meloni

COSA HA IMPEDITO A GIORGIA MELONI DI VOLARE AD ALICANTE? HA UN’INFLUENZA REALE O UNA “MALATTIA” DIPLOMATICA? – LA DUCETTA SI È OFFESA PER IL NO DELL’ELISEO A UN BILATERALE CON MACRON IN SPAGNA, ARRIVATO NONOSTANTE I MOLTI MESSAGGI DISTENSIVI DALL’UNA E DALL’ALTRA PARTE E DOPO IL PAZIENTE LAVORO DIPLOMATICO, DIETRO LE QUINTE, DI MATTARELLA – IL “DIETROFRONT” DI PIANTEDOSI E L’INCORONAZIONE DI BIDEN CHE HA FATTO ALZARE LA CRESTA AL GALLETTO FRANCESE, SCELTO COME INTERLOCUTORE SULL'UCRAINA

EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI

DAGONOTA

Cosa ha impedito a Giorgia Meloni di volare in direzione Alicante, dove si tiene il vertice Eu Med-9? La premier ha un’influenza reale o la sua è una “malattia” diplomatica?

 

È evidente che nella testa della Ducetta siano rimaste ancora le scorie del durissimo scontro con la Francia, sui migranti. Dopo i messaggini apparentemente distensivi di Macron dopo la tragedia di Casamicciola, Giorgia ed Emmanuel si sono visti e salutati a Tirana, scambiandosi segnali di fumo e vaghe promesse sul futuro incontro proprio ad Alicante.

 

GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON MEME

Il governo italiano a quel punto ha fatto la sua mossa di apertura con il dietrofront di Piantedosi. Come spiega oggi Marco Bresolin sulla “Stampa”, il ministro dell’interno “ha fatto sapere ai partner europei di essere pronto ad accettare nuovamente i trasferimenti, come previsto dalle regole di Dublino, che ‘riprenderanno prossimamente con nuove tempistiche’”.

 

emmanuel macron sergio mattarella

Anche grazie al lavorio diplomatico di Mattarella, gli uffici diplomatici di Palazzo Chigi si sono quindi immediatamente attivati con l’Eliseo per organizzare, al vertice in Spagna, un bilaterale Meloni-Macron, per lasciare definitivamente alle spalle le loro ruggini. Ma da Parigi hanno detto: “absolument pas!”, “assolutamente no!”. La Ducetta, che possiede, come noto, un caratterino facilmente infiammabile, si è offesa e ha preferito desistere.

matteo piantedosi alla camera 8

 

La superbia mostrata da Macron nei confronti della Meloni, e del suo governo, è anche "colpa" di Joe Biden. Il presidente americano lo ha incoronato interlocutore principe dell’Europa, una volta uscito di scena Mario Draghi, sulla questione ucraina e i rapporti con la Russia. E il galletto dell’Eliseo sta alzando la cresta…

 

PIANTEDOSI FA DIETROFRONT L'ITALIA PRONTA A RIPRENDERE CHI È FUGGITO VERSO NORD

Marco Bresolin per “la Stampa”

 

emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi

Dietrofront del governo italiano sui migranti. Dopo aver sospeso le procedure di rimpatrio dei cosiddetti "dublinanti", vale a dire i richiedenti asilo che si sono spostati in altri Paesi Ue attraverso i movimenti secondari, Roma ha fatto sapere ai partner europei di essere pronta ad accettare nuovamente i trasferimenti, come previsto dalle regole di Dublino. Fonti del Viminale confermano a "La Stampa" che i trasferimenti «riprenderanno prossimamente con nuove tempistiche».

 

ocean viking migranti

Un cambio d'atteggiamento che è stato accolto con favore dai Paesi del centro-nord Europa, i cui ministri si erano riuniti mercoledì sera a Bruxelles per un pre-vertice dedicato proprio al problema dei flussi irregolari intra-Ue. Un'inversione a "u" rispetto alla linea dura che sulla carta potrebbe agevolare i passi avanti nella riforma del Patto sull'immigrazione e l'asilo, oggetto della discussione al Consiglio Affari Interni di ieri.

 

«Si tratta di un tema sempre molto sensibile, dove ogni Stato è chiamato a una forma di compromesso», ha riconosciuto il ministro ceco Vit Rakusan, presidente di turno dell'Ue. Ma la strada è ancora lunga e la redistribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo resta lontana. Al momento, infatti, rimane in vigore soltanto il meccanismo di redistribuzione su base volontaria ideato dalla presidenza francese, al quale tra l'altro Parigi non sta più partecipando, in attesa di un chiarimento con il governo italiano dopo lo scontro sull'Ocean Viking.

 

GIORGIA MELONI SERGIO MATTARELLA URSULA VON DER LEYEN

Al vertice dei ministri dell'Interno non ci sono stati progressi concreti sul dossier. Al termine della riunione la commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, ha spiegato che è stato raggiunto «un accordo politico sul delicato equilibrio tra solidarietà e responsabilità». Ma si tratta di un accordo «di principio», non sulla sostanza. Tanto che l'unico atto concreto compiuto nelle ultime ore sembra essere proprio solo il passo indietro del governo Meloni sui dublinanti.

 

La presidenza ceca aveva cercato di trovare un accordo su un meccanismo di redistribuzione per rendere strutturale il sistema attualmente in vigore e trasferirlo nel diritto Ue, ma a quanto pare bisognerà ripartire da zero. «Ora - ha detto il ministro Rakusan - la presidenza svedese dovrà lavorare alla parte tecnica per arrivare a una proposta legislativa». Il fatto che da gennaio sarà Stoccolma a dare le carte per i successivi sei mesi potrebbe non essere una buona notizia per l'Italia: la Svezia è tra quei Paesi che si lamentano per i movimenti secondari e che accusano l'Italia e gli altri Stati mediterranei di non rispettare le procedure.

 

LO SCONTRO DIPLOMATICO ITALIA FRANCIA VISTO DA GIANNELLI

«Dobbiamo far sì che il sistema di Dublino funzioni e che i migranti vengano registrati: questo è un punto su cui la presidenza svedese lavorerà» ha subito messo in chiaro arrivando all'Europa Building la ministra delle Migrazioni svedese, Maria Malmer Stenergard. Il ministro Matteo Piantedosi ha invece preferito non fermarsi a parlare con i giornalisti, né al suo arrivo e nemmeno in uscita. In serata ha diffuso una nota, ma soltanto per commentare le decisioni prese sull'allargamento di Schengen.

 

Il Consiglio ha dato il via libera all'ingresso della Croazia nell'area di libera circolazione (dal 1° gennaio spariranno i controlli alle frontiere terrestre e marittime, mentre per quelle aeree bisognerà attendere il 26 marzo), ma ha respinto la richiesta di Bulgaria e Romania. Il veto austriaco - unito al "no" dei Paesi Bassi per Sofia - ha impedito di estendere l'area di libera circolazione ai due Paesi.

 

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

«Un giorno triste per l'Ue - ha commentato il ministro Piantedosi in una nota -. Al Consiglio ho assistito alla mortificazione di due Paesi che sono ancora tenuti fuori da Schengen pur avendo ogni caratteristica per entrarvi. Nello stesso momento in cui l'Europa non riesce a trovare una soluzione comune di contrasto all'immigrazione irregolare, si frappongono ostacoli di ogni genere verso due popoli fratelli con i quali condividiamo radici e orizzonti comuni».

GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRONBEPPE SALA - URSULA VON DER LEYEN - IGNAZIO LA RUSSA - GIORGIA MELONI - PALCO REALE DELLA SCALA 2022meloni von der leyen macron trudeau biden beppe sala ursula von der leyen sergio mattarella ignazio la russa giorgia meloni palco reale scala 2022 OCEAN VIKINGS - MEME BY CARLI SERGIO MATTARELLA URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI MELONI MACRON

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...