matteo salvini luigi di maio

DAGO-SCENARI - SALVINI NON DORME TRANQUILLO: COSA SUCCEDERÀ SE ALLE EUROPEE I GRILLINI SCENDONO SOTTO IL 20% E DECIDONO, PER NON SPARIRE, DI STACCARE LA SPINA AL GOVERNO? - LE DUE STRADE DEL TRUCE INNAMORATO (GOVERNO DI CENTRODESTRA O GOVERNO DEL PRESIDENTE) FINISCONO NEL CUL DE SAC DI UNA FINANZIARIA LACRIME E SANGUE DA 40 MILIARDI -  RENZI A CACCIA DI SOLDI PER FONDARE UN PARTITO DI CENTRO. E INTANTO CAIRO SOGNA - IL SONDAGGIO RISERVATO DEL PD - IL PIANO DI MATTARELLA PER LA SUCCESSIONE AL QUIRINALE

VINITALY - SALVINI E LA SIGNORA CHE GLI CHIEDE DI MOLLARE DI MAIO

DAGONEWS

 

Matteo Salvini non dorme tranquillo. I sondaggi che lo vedono in testa dicono anche che la sua ascesa precipitosa si sarebbe fermata. I numeri riservati di un sondaggio del PD parlano di un 30-31% alle Europee che sarebbe comunque un grande risultato ma che ovviamente non garantirebbero la maggioranza (manco con Silvio e la Meloni) con l'attuale legge elettorale.

 

I fidanzamenti strombazzati non hanno portato grandi consensi: la disoccupazione è tornata a salire e i giornali sono zeppi di presagi grigio-neri sull'economia: alle brioches zeppe di pomiciate al parco o al buio del cinema, il popolo preferisce il pane. Se davvero i grillini finissero un decimale sotto il 20% (i numeri oggi dicono 19-22%), Di Maio sarebbe costretto a staccare la spina al governo.

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI

 

Il Capitone lo ha ribadito ai suoi: non sarà lui a far cadere i gialloverdi, non ha più niente da guadagnarci. Se il Movimento scegliesse il ritorno all'opposizione (per non morire) si aprirebbero due scenari, due strade che portano ambedue a un cul de sac:

 

A- il leghista prova a rabberciare un governo di centrodestra con Forza Italia, Fratelli d'Italia, più i soliti "responsabili" del gruppo misto  e qualche grillino al secondo mandato che non vuole rinunciare al mega-stipendio – proprio ora che manco bisogna più rendicontare nulla, sarebbe un peccato! –, con la mannaia di una finanziaria lacrime e sangue da circa 40 miliardi su cui mettere il faccione da solo;

sergio mattarella carlo cottarelli

 

luigi di maio berlusconi salvini meloni

B- Mattarella prova a mettere in piedi un governo del Presidente con un Cottarelli qualsiasi, featuring una finanziaria autunnale dettata da Bruxelles ed elezioni politiche nella primavera 2020. Chi voterebbe la fiducia a un simile esecutivo? Tutti: quale partito vorrà accollarsi una finanziaria da 40 miliardi, tra i 23 miliardi che occorrono per debellare l'aumento dell'Iva e il fardello di Quota 100 e Reddito di cittadinanza?

 

Questo scenario non dispiace alla Mummia del Quirinale, che è terrorizzato dalla sopravvivenza di questo governo: se durasse a lungo, sarebbe questo Parlamento ad eleggere il suo successore nel 2022. Meglio cambiare maggioranza: i leghisti sono meno imprevedibili e svalvolati dei grillini.

berlusconi salvini meloni fitto

 

La seconda soluzione non toglie le castagne dal fuoco che arde sotto le chiappe del ministro dell'Interno: riuscirò a mantenere questi consensi fino al 2020, soprattutto se nel frattempo passa una finanziaria lacrime e sangue da 40 miliardi, l'aumento dell'Iva e il conseguente siluro sui consumi? Un simile scenario sarebbe la prova drammatica del fallimento del governo gialloverde - ragiona il Truce innamorato - e avrebbe ripercussioni anche sulla Lega, che ultimamente fatica a tenere il passo del consenso social, soprattutto al Nord che non ha mai metabolizzato il Reddito di cittadinanza.

 

RENZI ZINGARETTI

Riuscirebbe Salvini, attraverso la ''Bestia'' di Morisi, a comunicare che la colpa della botta economica è del M5s, soprattutto se il M5s sarà fuori dal governo e libero di ricominciare a bombardare i Palazzi?

 

I sondaggi riservati danno un Pd in lieve crescita, così come Forza Italia, che torna sopra il 10%. Ma il problema resta quel macigno di astenuti/indecisi, in maggioranza composto in primis da ex elettori dem, a seguire i berlusconiani.

urbano cairo silvio berlusconi

 

Resta un bello spazio vuoto in quello che fu il centro e che ormai sarebbe occupato proprio da questi due partiti di (fu) sinistra e destra. Renzi dopo le europee sogna di tornare protagonista con un movimento cattolico/liberale che sradichi definitivamente le radici del Pci-Pds-Ds. L'obiettivo è puntare sui cattolici del terzo settore e sul mondo, non così piccolo, degli imprenditori del Nord ostili a questo governo e delusi dalla Lega diventata assistenzialista.

 

Non a caso la sua fondazione avrà sede a Milano e non a Firenze, e non a caso la Boschi sono mesi che gira per il Settentrione a incontrare possibili sostenitori (e finanziatori).

 

Aleggia sulla stessa ''area'' il fantasma di Cairo, che ha incontrato banchieri e industriali e sondato il gradimento. Berlusconi lo ha definito ''abbastanza simile a me, ma gli manca la mia determinazione'', e soprattutto una rete come quella di Publitalia degli anni '90 che fece da trampolino per la sua discesa in campo.

IL MEME DI OSHO SU RENZI DOPO LA VITTORIA DI ZINGARETTI ALLE PRIMARIE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…