italo bocchino dago gianfranco fini mara carfagna sabina began

DAGOREPORT - DAGO: “È VERO: IO E ITALO BOCCHINO SIAMO STATI AMICI PER ANNI. E PERCHÉ IL RAPPORTO SI È IMPUTRIDITO ED È FINITO NEL CESSO E' UNA STORIA POLITICA CHE MERITA DI ESSERE NARRATA" -  ALL’INIZIO SEMBRAVA CHE STUDIASSE PER DIVENTARE GIANFRANCO FINI, IL CONDUCATOR DI UNA “DESTRA DI SINISTRA”, CONSERVATRICE E LIBERALE. DEFUNTO IL "FINISMO", TRAVIATO DA CATTIVE AMICIZIE, DISTINGUENDO POCO LE RELAZIONI POLITICHE E QUELLE D'AFFARI, È FINITO PER DIVENTARE UN BEL AMI CHE SI SBATTE PER RISALIRE SUL CARRO DEL VINCITORE (“MELONI È LA NUOVA MERKEL" - ''SONO RINATO GRAZIE A MELONI, PER FARE UNA COME LEI CI VOGLIONO MILLE SCHLEIN” - “I MELONI? MEGLIO DEI KENNEDY”) - ECCO PERCHÉ LE MELONI SISTERS NON GLI FANNO METTERE IL PIEDINO A PALAZZO CHIGI; E QUANDO APPARE SMALTATO COME UNA VASCA DA BAGNO SUGLI SCHERMI DE LA7 L’ORTICARIA NON VIENE SOLO A LORO MA ANCHE A ME…”

ITALO BOCCHINO A UN GIORNO DA PECORA

italo bocchino foto di bacco

L'ex deputato e direttore editoriale del Secolo d’Italia, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.

 

Lei viene indicato da molti come il giornalista più meloniano in circolazione. Ma secondo Dagospia in realtà la premier la detesterebbe. “Non è assolutamente così, Dagospia sta conducendo una battaglia contro il governo e la Meloni, quindi mette un po’ di zizzania e ci sta. D’altra parte Roberto è bravissimo a farlo, ora è contro di me ma siamo stati amicissimi per 20 anni, anzi molti articoli del sito li abbiamo scritti pure insieme”.

 

DAGO-RISPOSTA

italo bocchino gabriella buontempo

Ciò che dice Bocchino nell’intervista a “Un giorno da pecora” è del tutto vero, verissimo: siamo stati amici per anni. Ma mi piace aggiungere alle sue parole, perché quel rapporto si è imputridito ed finito nel cesso.

 

Tutto era nato con le nozze, nell’anno di grazia 1995, con la mia carissima amica Gabriella Bontempo, erede dell’immobiliarista napoletano Eugenio, simpatizzante socialista, nonché nipote amatissima della mecenate e collezionista d’arte Graziella Lonardo.

 

All’inizio della nostra amicizia sembrava che Bocchino studiasse per diventare Gianfranco Fini, il Conducator del revisionismo che, un bicchiere dopo l’altro di acqua di Fiuggi, aveva evacuato le scorie del fascismo (“Male assoluto”), quindi pronto per fondare quella “destra di sinistra”, conservatrice e liberale, sempre annunciata e mai realizzata.

italo bocchino giorgio almirante

 

Invece, una volta metabolizzati i funerali della “destra di sinistra”, il braccio destro di colui che aveva battagliato l’autoritarismo di Silvio Berlusconi spezzando il Popolo della Libertà (“Che fai, mi cacci?”, reagì Fini), conquistando tra gli osanna della sinistra paginate di articoli e interviste su “Repubblica” (grazie anche al rapporto stretto con Fabrizio Dini, lobbista principe di Carlo De Benedetti ), oggi è diventato un ex politico che se ne inventa una al giorno per risalire sul carro del vincitore.

 

Ecco farsi avanti un "Melonino" tromboneggiante le consuete overdose ingenuamente ‘’salivari’’: “Meloni è la nuova Merkel, ha preso un paese dissestato per colpa di Conte”; ‘’Alla Meloni devo la mia rinascita pubblica. Nei talk smonto le falsità contro il governo"; “A FdI do il voto e il due per mille”; "Meloni ha fatto un capolavoro, rimettendo insieme tutti i cocci della diaspora a destra";"Sono rinato grazie a Meloni, per fare una come lei ci vogliono mille Schlein”; ‘’Mi sono convertito al melonismo, ci credo come un ortodosso. E come tutti i convertiti sono più convinto di altri"; “I Meloni? Meglio dei Kennedy…”, e via salivando.

 

italo bocchino gianfranco fini

Per la verità, non c’è mai stata una rottura ufficiale tra l'ex colonnello di Gianfranco Fini e Fratelli d'Italia. Semplicemente, quando nel 2012 Ignazio La Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni fondarono FdI, Bocchino non fu considerato e viceversa. Quando la Meloni vinse le elezioni del 2022, lui pensava di essere rivalutato. Invece, come direbbe la buonanima di Funari, “gna fatta”.

 

Troppo inquieto e pretenzioso e soprattutto inaffidabile, contornato com’è da amicizie del tipo: Marco Mancini, ex spione del Sismi di Pollari, che quando scende a Roma è suo ospite; l’altro spione, Giuliano Tavaroli, coinvolto nello scandalo dei dossier illegali Telecom-Sismi; l’algido Riccardo Pugnalin, un tempo segretario di Marcello Dell’Utri, poi convertito alla causa renziana, sempre di casa nei Servizi, ed oggi scodinzolante melonismo che gli ha prodotto un posto ai rapporti istituzionali all’Aspi.

 

italo bocchino mara carfagna

Se poi vogliamo aggiungere una spruzzata di Bisignani, la filiera delle cattive amicizie è fatta ( “Repubblica”, 2011: ‘’Sarebbe stato Italo Bocchino a rivelare a Luigi Bisignani che la procura di Napoli stava indagando su Alfonso Papa”; “La Stampa”, 2011: “Parlando a telefono con il suo amico Italo Bocchino, Luigi Bisignani afferma: “L’Eni è l’ente più grosso amico mio…perché sono molto legato a Scaroni. Ribadisco che ho facilitato la costituzione di rapporti commerciali tra Visibilia (ovvero tra la Santanchè) ed Eni, Enel e Poste italiane”).

 

Da bravo Bel-Ami, Bocchino non ha mai distinto troppo le relazioni politiche da quelle d'affari. L’imprenditore napoletano Alfredo Romeo lo ebbe come consulente per riferimento nel mondo politico e giornalistico, al punto che nel 2008 risultarono intercettazioni che provocarono la richiesta d'arresto di Bocchino, nel frattempo diventato vice presidente vicario di Fabrizio Cicchitto del gruppo parlamentare del Pdl. Archiviato: nulla di illecito.

 

italo bocchino sabina began

E siamo ai pasticci familiari: l'uomo che avrebbe dovuto salvare l'Italia dal berlusconismo-padrone e invece non ha salvato neanche il suo partito, dalla presunta “macchina del fango” diventa protagonista della macchina del gossip. Deflagra nel 2011 la liason di Bocchino con Mara Carfagna, all’epoca ministro per le Pari opportunità. E Gabriella Bontempo si fa intervistare da Vanity fair, dove dichiara: “Sono due anni e mezzo che so della relazione di mio marito con la Carfagna”.

 

bocchino sabina began 2

Bocchino, nel frattempo diventato l'uomo più in vista di Fli dopo Fini, non poteva far finta di niente. E, anche lui durante un'intervista (con Fabio Fazio a Che tempo che fa) frigna mea culpa: “A prescindere dal merito che riguarda il privato di alcune persone, ho capito che si tratta di un elemento di forte sofferenza per mia moglie. Quindi colgo l’occasione per chiedere scusa degli errori che ho commesso”.

 

IL PROTOTIPO BOCCHINO MELONI - I BOCCALONI - VIGNETTA BY MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANO

Della serie: chiagne e fotti. Durante l’estate, i paparazzi lo fotografano sparanzato a Ravello con Sabina Began. L’”ape regina” del Banana squaderna a ‘’Vanity Fair’’ gli sms ricevuti e lui si difende con un video-post su Facebook: ““La macchina del fango’’ è sempre al lavoro ma al posto di Lavitola viene utilizzata la cosiddetta ‘ape regina”, una persona che avrei fatto bene a non frequentare, sebbene questo sia accaduto attraverso amici comuni””. Quindi l’Italo in calore annuncia una querela per diffamazione. Risposta di lei: “Il signor Bocchino continua a cercarmi ogni giorno con sms e telefonate. Se va avanti così lo denuncio per stalking”.

 

 

Ecco perché le Meloni Sisters, Scurti e Fazzolari (Mantovano compreso) non gli fanno mettere nemmeno il nasino a Palazzo Chigi; e quando appare smaltato come una vasca da bagno sugli schermi de La7 l’orticaria non viene solo a loro ma anche a me, che ho creduto in lui (cazzo, non c’è mai un cartello che ti avvisa…).

 

gabriella buontempo italo bocchinoitalo bocchino gabriella buontempoangela tatarella italo bocchinoitalo bocchino pippo marra renato brunettaITALO BOCCHINO E LE CENE ELEGANTI - VIGNETTA BY MANNELLI ignazio la russa e italo bocchino

italo bocchino e gabriella bontempojpeggianfranco fini e italo bocchinomara carfagna italo bocchinoitalo bocchino giuseppe tatarellagiuseppe tatarella italo bocchino

 

gianni alemanno italo bocchinoitalo bocchino angela tatarella fabrizio tatarellaitalo bocchino fabrizio cicchitto angelino alfanoitalo bocchino luigi crespi raffaele tovazziguido castelli angelino alfano italo bocchinoitalo bocchino salvatore sottileITALO BOCCHINO E MAURIZIO BELPIETRO

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…