cacciari

LA DEMOCRAZIA IN CRISI “DA DISTANZA” – CACCIARI: "LA PANDEMIA HA ESALTATO I MALI STORICI DELLA POLITICA ITALIANA. DAL PARLAMENTO ESAUTORATO DA OGNI FUNZIONE ALLA RIDUZIONE DEL NUMERO DEI DEPUTATI, QUELLO CHE VIENE PORTATO AVANTI È L'ATTACCO AL RUOLO DELLE ASSEMBLEE RAPPRESENTATIVE. È URGENTE UNA RIFORMA RADICALE PER SALVARE L’ITALIA DA UNA DERIVA AUTORITARIA" - "PUÒ UN PRESIDENTE PARTORITO DAL GRILLISMO FARSI PROMOTORE DI UNA NUOVA FORMA DI PARLAMENTO E GOVERNO?"

Massimo Cacciari per “l’Espresso”

 

massimo cacciari (2)

Le crisi svolgono essenzialmente una funzione maieutica, la loro arte è quella della levatrice, traggono fuori da noi ciò che già in noi era in germe, maturava. Piccole o grandi sono sempre apocalissi, che significa rivelazioni: ciò che si nascondeva dietro il sipario e che ancora ci sforzavamo di ignorare, ecco ora si palesa, inaggirabile, infuggibile. Si capisce allora la formidabile idiozia dell'interrogarsi se saremo migliori, peggiori o uguali a prima.

 

il parlamento ai tempi del coronavirus 12

Saremo quel che siamo e il nostro operare seguirà al nostro essere; ma finalmente non potremo ignorarlo, neppure cacciando il cervello diecimila leghe sotto i mari. E riconoscendo finalmente ciò che siamo, forse riusciremo a giudicarlo e a scovare in noi qualche risorsa per affrontarlo e magari modificarlo.

 

 

Sarebbe già molto se ora, per citare un autore a me caro che così parlava in un'epoca assai più tragica di questa (almeno al momento), prestassimo ascolto «a coloro che con la massima oggettività e la massima discrezione esprimono il tormento e la miseria della loro epoca». Il presente sembra riflettere il nostro recente passato in una forma "diabolicamente" capovolta, in realtà ne mostra la vera immagine.

 

MASSIMO CACCIARI

L'epoca in cui ogni distanza deve venire meno, in cui appare intollerabile alla nostra ansia di simultaneità ogni confine spaziale, si specchia perfettamente nello slogan osceno del "social distancing". La pandemia e l'esigenza di contrastarla non c'entrano nulla in quanto tali. Ciò che è rivelatore sono i modi in cui esse vengono narrate e gestite.

il parlamento ai tempi del coronavirus 11

 

L'epoca del preteso annullamento delle distanze è il grembo da cui questa, in cui siamo giunti a chiamare sociale una distanza fisica di sicurezza, si genera. Perfettamente separati lo si era anche prima:

 

dove la distanza si annulla, si annulla la prossimità, che esige il riconoscimento dell'altro come un problema e un compito, che debbo affrontare senza poterlo mai risolvere. I "sistemi" dell'"universale conversazione" producono il più perfetto degli isolamenti.

 

MASSIMO CACCIARI

Nessuna solitudine è più profonda di quella in cui vive chi crede di comunicare perfettamente proprio grazie all'annullamento di ogni fisica prossimità. Così si edificano le fabbriche della paura. Così ci si rinserra in case inospitali e in staterelli pseudo-sovrani.

 

Stiamo rischiando il definitivo annullamento di ogni spazio pubblico. Tutto nel nostro presente già congiurava a un tale fine. I modi e il discorso con cui la crisi che attraversiamo viene affrontata possono completare l'opera.

 

Non permettono forse, finalmente, i mezzi di cui disponiamo di eseguire a distanza grandissima parte delle nostre attività? A distanza, anzi, il lavoro è più smart, insegnare e apprendere più economico e "universale", conferenze e convegni assemblare pubblici vastissimi.

 

Da quanto tempo sono vuote le nostre piazze, o riempite da effimeri tromboni? Per non parlare di quei luoghi in cui si discuteva di politica (come si chiamavano? partiti?). C'erano festival di cultura che attraevano migliaia di persone. Troppe. Meglio consentire che lo spazio pubblico si riduca a qualche movida, per la chiacchiera e la birra. Il resto a casa, al sicuro. Apriamo il bar, dove il contagio, se c'è è fisico soltanto, ma usiamo prudenza massima per scuole, uffici, teatri e musei.

 

il parlamento ai tempi del coronavirus 13

Per vedere Raffaello non più di 5' per sala - un solerte guardiano ci inviterà a "superare" rapidamente la Fornarina o la Velata. Forse sarà concesso fotografarle. E d'altra parte non avviene così ormai da decenni? Come guarda il turista-tipo se non attraverso il suo cellulare o il suo ipad?

 

La distruzione dello spazio pubblico è in corso da tempo - ora che lo constatiamo "grazie" al discorso politico sul Covid, troveremo la forza per reagirvi? Per il momento, meglio procedere nel solco della "distanza sociale", non importa se attraverso le "grida" più sconclusionate e contraddittorie. Anche qui abitudine antica, che la crisi si limita a evidenziare ed esaltare.

 

MASSIMO CACCIARI

L'inflazione normativa è vizio storico del Paese, forse quello che segna la nostra maggiore distanza, e qui sì la parola è a proposito, dagli altri europei. Norme sovrapposte, conflitti di competenza, leggi illeggibili, con le quali amministratori e funzionari debbono quotidianamente lottare.

 

Le decretazioni della Presidenza del Consiglio degli ultimi mesi esprimono la quintessenza di questo incoercibile impulso normativistico cui si accompagna un autentico delirio sanzionatorio, in omaggio alle tendenze più plebee del senso comune. Vecchissima storia anche questa: credere che sia la minaccia della sanzione a contare più della forza persuasiva implicita nella norma. No, non bisogna avere fiducia che il tuo concittadino capisca benissimo di per sé che non deve andare in giro abbracciandosi e baciandosi durante un'epidemia - no, occorrono due decreti al mese, cento regole, mille sanzioni.

giuseppe conte conferenza stampa a villa pamphilj 4

 

la protesta dei gilet arancioni il generale pappalardo

La vita sarà tanto più bella quanto più regolata da ordinanze per ogni possibile caso. Questa è la cultura politica che la gestione della crisi ha messo a nudo, coscienti o meno ne siano i protagonisti. Il Parlamento è specchio del Paese, si diceva. Vero oggi più di sempre. Da agorà per eccellenza, dove la forza delle parole, insieme alla capacità di ascolto, doveva condurre alla intesa pacifica anche sui più forti contrasti, il Parlamento si è ridotto da anticamera dei partiti nella prima Repubblica, a confuso esecutore, nelle sue oscillanti maggioranze, della volontà dell'esecutivo. Fino al miserevole spettacolo del Parlamento "a distanza", esautorato da ogni funzione, di questi mesi. Che, a questo punto, l'opinione pubblica lo percepisca sempre più come "ente inutile" è logica conseguenza. Perché non eleggere subito un esecutivo e basta, e cioè chi comanda, e finiamola lì?

 

cacciari

Quale altra logica si esprime nel modo in cui attualmente viene pubblicizzata la "grande riforma" della riduzione del numero dei deputati? Solo la più ignobile ipocrisia può mascherare la verità: passo dopo passo è l'attacco al ruolo delle assemblee rappresentative che viene portato avanti. Ma l'attacco funziona perché queste assemblee non funzionano, e non funzionano da decenni. O i democratici sanno riformarle o vincerà chi democratico non è. Tertium non datur.

giuseppe conte conferenza stampa a villa pamphilj 6

 

Nella sceneggiata degli Stati Generali tra le altre molte cose di cui non si è parlato sta appunto la questione della ripresa di un'iniziativa riformatrice in questo campo. E per forza: può un presidente partorito dal grillismo farsi promotore di una nuova forma di Parlamento e Governo? L'evoluzione può serbarci delle sorprese, certo. E la speranza è l'ultimo dei mali.

giuseppe conte conferenza stampa a villa pamphilj 7la protesta dei gilet arancioni il generale pappalardo giuseppe conte conferenza stampa a villa pamphilj 2pappalardola protesta dei gilet arancioni il generale pappalardo 4la protesta dei gilet arancioni il generale pappalardo 2pappalardogiuseppe conte conferenza stampa a villa pamphilj 5

CACCIARICACCIARI

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)