DIBBA, IL CHE GUEVARA DEL “POPULISMO CHIAGNE E FOTTE” - PANARARI INTERPRESA IL VIDEO SFOGO DI ALESSANDRO DI BATTISTA: “L'IMPRESSIONE È CHE ABBIA VOLUTO SALTARE IL TURNO PER UNA RAGIONE DI FONDO: QUELLA DI ATTENDERE LUNGO LA RIVA IL PASSAGGIO DELLO ZOMBIE (COPYRIGHT: GRILLO) A 5 STELLE. E, DOPO LA SUA IMPLOSIONE, DI RACCOGLIERNE INFINE I COCCI PER RIFONDARLO, FACENDONE IN TUTTO E PER TUTTO IL ‘SUO’ MOVIMENTO”

-

Condividi questo articolo


Massimiliano Panarari per “la Stampa”

 

ALESSANDRO DI BATTISTA ALESSANDRO DI BATTISTA

Più Catilinarie che parlamentarie. Almeno a giudicare dalla requisitoria del «Dibba furioso» nel video con cui ha illustrato le motivazioni della sua mancata candidatura.

E, nella fattispecie, si tratta, ancora più appropriatamente, di «Grillarie», dato che Alessandro Di Battista ha indirizzato il suo J' accuse innanzitutto contro il Co-fondatore, di cui «politicamente oggi non si fida», imputandogli di essere stato il principale sponsor dell'ingresso nel «governo dell'assembramento».

 

Cronache di un matrimonio che si era guastato già da parecchio, e aveva visto due personalità con una certa considerazione di sé - un'attitudine assai diffusa, e trasversale, nel paesaggio politico dell'«Età egolatrica» - impegnate a consumare l'antico idillio in un crescendo di diffidenze reciproche e falliti ricongiungimenti.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA ALESSANDRO DI BATTISTA

Il fuggi fuggi dalle parlamentarie costituisce un fenomeno generalizzato, che ha investito, tra gli altri, Rocco Casalino, finito pure lui, a quanto pare, nella black list di Beppe Grillo. Ma nell'elettorato pentastellato, alla vigilia di una prova elettorale che si preannuncia come l'ennesima (assai problematica) ordalia, era precocemente cresciuta l'attesa del ritorno salvifico del figliol prodigo. E, contestualmente, a montare era stata pure la preoccupazione dei vertici pentastellati per una figura giudicata troppo ingombrante, da mettere rigidamente sotto tutela e a cui imporre alcune "abiure", afferma sempre Di Battista, che nel video attacca frontalmente anche Roberto Fico e salva soltanto Giuseppe Conte.

 

BEPPE GRILLO E ALESSANDRO DI BATTISTA BEPPE GRILLO E ALESSANDRO DI BATTISTA

Testimonianza di come nell'odierna atmosfera da Basso impero della fu formazione dell'«uno vale uno» tutto ruoti attorno alla sopravvivenza politica dei singoli e al nodo di una leadership monocratica, prevedibile - ancorché mai risolta - eredità di un partito prima bipersonale (quando Gianroberto Casaleggio era in vita), e poi personale del solo Grillo (giustappunto, il «padre padrone» a cui «Ale» non intende "sottomettersi").

 

ALESSANDRO DI BATTISTA ALESSANDRO DI BATTISTA

Di qui, la scelta di rimanere in partita sul suo terreno di gioco preferito, quello della disintermediazione e dell'appello neoplebiscitario al popolo antisistema. E di continuare ad adottare lo schema di gioco prediletto: quello del "cavaliere dell'ideale antagonista", solo contro tutti e sdegnato da ogni inclinazione compromissoria degli ex compagni di lotta diventati "politici di professione". Con una novità, però, da sottolineare: ovvero, i numericamente non così trascurabili commenti negativi sui social dei fan, che lo incolpano, in buona sostanza, di sottrarsi alla lotta e di essere un "parolaio" (come da buona tradizione degli pseudorivoluzionari...).

 

grillo di battista grillo di battista

Di Battista - a tratti in trance solipsistica da volontà di potenza - solleva, comunque, questioni centrali riguardanti il grillismo e la sua informe «forma-partito»; e lo fa avvolto in un format comunicativo, a lui molto consono, di vittimismo passivo-aggressivo, tipico di quello che si potrebbe chiamare il «populismo chiagne e fotte» (chiedendo venia per l'etichetta un po' eccepibile sotto il profilo del rigore politologico). Resta così - come da sua autodefinizione - un «attivista politico e reporter».

 

ALESSANDRO DI BATTISTA ALESSANDRO DI BATTISTA

Almeno per il momento, perché l'impressione è che abbia voluto saltare il turno - pur in presenza delle resistenze interne ricordate nel videomessaggio - per una ragione di fondo: quella di attendere lungo la riva il passaggio dello zombie (copyright: Grillo) a 5 Stelle. E, dopo la sua implosione, di raccoglierne infine i cocci per rifondarlo, facendone in tutto e per tutto il "suo" Movimento.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."