donald trump xi jinping giuseppe conte

DON’T GO HUAWEI – TRUMPONE HA CAPITO CHE IL SUO AMICO “GIUSEPPI” SUL 5G E I RAPPORTI CON LA CINA STA BLUFFANDO ALLA GRANDE, E SI PREPARA A STRIGLIARLO NEL PROSSIMO VERTICE NATO DI LONDRA – IL GOLDEN POWER FARLOCCO NON BASTA, I SORRISONI DI DI MAIO CON XI JINPING E IL SUO SILENZIO SU HONG KONG NON SONO PASSATI INOSSERVATI – INTANTO IN LIBIA GLI USA FANNO PRESSIONI SU HAFTAR CONTRO GLI INTERESSI ITALIANI

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

xi jinping conte

Il rapporto con la Cina e i finanziamenti alla difesa. Sono i temi su cui l' Italia deve aspettarsi di aver discussioni col presidente Trump, durante il vertice Nato a Londra, secondo autorevoli fonti dell' amministrazione che stanno preparando l' appuntamento del 3 e 4 dicembre. In Libia gli Usa sono intervenuti per fare pressioni sul generale Haftar, affinché chiuda la porta alla Russia. È uno sviluppo che va incontro agli interessi di Roma, ma ripropone anche il problema delle nostre relazioni con Mosca, troppo sbilanciate quando Salvini e la Lega erano al governo.

 

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

Trump poi accoglierà la sfida di Macron per la riforma dell' Alleanza, a patto che non preveda la creazione di una struttura parallela europea, mentre riprenderà il negoziato con Erdogan perché la scelta di installare i missili russi S-400 è incompatibile con la presenza nella Nato. Le fonti spiegano che il rapporto con la Cina, e la possibile assegnazione del network delle telecomunicazioni 5G a Huawei, torneranno sul tavolo perché le rassicurazioni fornite finora da Roma non sono bastate.

 

GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP

Il problema si lega alla Nato perché consegnare ai cinesi il controllo del 5G metterebbe a rischio la sicurezza delle comunicazioni dell' Alleanza e di infrastrutture strategiche. Ciò potrebbe portare all' emarginazione o l' esclusione dell' Italia dai processi legati in particolare all' intelligence. Ma in discussione ci sarà in generale il nostro rapporto con Pechino, anche perché ad esempio il silenzio su Hong Kong non è più tollerabile, dopo che Trump ha messo a rischio il negoziato commerciale firmando la legge di sostegno alle proteste.

 

HAFTAR E GIUSEPPE CONTE

I finanziamenti alla difesa

Con Roma poi si parlerà dei finanziamenti alla difesa. Finora Trump aveva risparmiato al premier Conte le critiche più severe, durante i vertici precedenti, ma l' Italia resta fra i fanalini di coda, con gli investimenti limitati all' 1,2% del pil, e questo non può durare a fronte degli impegni presi dagli altri europei. Sulla Libia Trump aveva sorpreso Mattarella, quando durante il loro incontro alla Casa Banca gli aveva chiesto come mai l' Italia favorisse Haftar.

luigi di maio xi jinping

 

L' amministrazione però ha le idee chiare, e il 24 novembre scorso una delegazione composta dalla vice consigliera per la sicurezza nazionale Victoria Coates, l' ambasciatore Richard Norland, il vice assistente segretario di Stato per l' energia Matthew Zais, e l' ufficiale di Usafricom Steven deMilliano, ha incontrato il generale. L' assistente segretario di Stato David Schenker è andato a Roma e ha chiarito che l' obiettivo era mettere in guardia Haftar dalla collaborazione con Putin: «Si tratta delle forze regolari russe e dell' organizzazione Wagner, schierate in numeri significativi sul terreno per aiutare Lna. Noi pensiamo che ciò sia incredibilmente destabilizzante».

xi jinping giuseppe conte a villa madama

 

 Quindi Schenker ha chiesto agli europei di bandire Wagner. Sono mosse che vanno incontro agli interessi dell' Italia, ma ci obbligano anche a fugare i dubbi sui nostri rapporti con Mosca.

vladimir putin a palazzo chigi incontra giuseppe conte 2

Negli ultimi tempi sono circolate voci riguardo la possibilità che gli Usa accettino l' annessione della Crimea alla Russia in cambio del via libera all' indipendenza del Kosovo, ma non trovano conferma. Hanno molto colpito invece le dichiarazioni di Macron sulla «morte cerebrale» della Nato. Gli americani pensano che il presidente francese abbia voluto attirare attenzione sulla necessità di riformare l' Alleanza, e su questo Trump concorda, però si opporrà all' idea di costituire una struttura di difesa parallela europea, a cui peraltro è contraria anche la Germania.

luigi di maio xi jinping

Il capo della Casa Bianca insisterà sul tema dei finanziamenti, ma stavolta userà toni più positivi, per sottolineare i progressi fatti dall' Alleanza da quando lui è in carica. Riprenderà poi il negoziato con Erdogan, appena iniziato con la visita alla Casa Bianca.  Gli Usa riconoscono le esigenze di sicurezza della Turchia, ma considerano lo schieramento dei missili S-400 incompatibile col programma F-35 3 la presenza nella Nato.

F35 IN ADDESTRAMENTO COREA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…