giorgetti meloni

DOPO LA SCONFITTA ELETTORALE, SALVINI BECCA I CEFFONI DI GIORGIA MELONI E GIANCARLO GIORGETTI - LA “DUCETTA”: “LA POLARIZZAZIONE SUL SINGOLO OFFRE MOLTI ALIBI AGLI AVVERSARI. LA SUA CITOFONATA NON L'AVREI FATTA” - GIORGETTI: “CI È MANCATO IL VOTO DELLE CITTÀ. DA QUANDO L'ATTRAZIONE BERLUSCONIANA SUI CETI BORGHESI È VENUTA A MANCARE, NON SIAMO RIUSCITI A COLMARE IL VUOTO. SERVIRÀ UNO SFORZO DI VISIONE PER PARLARE CON PIÙ EFFICACIA A QUEGLI ELETTORI…”

1 - GIORGIA MELONI: "ORA SALVINI FACCIA GIOCO DI SQUADRA LA SUA CITOFONATA NON L'AVREI FATTA"

Alessandro di Matteo per “la Stampa”

 

giorgia meloni ospite di fuori dal coro

Giorgia Meloni, ormai tutti si aspettavano lo sfondamento del centrodestra in Emilia Romagna. Cosa è successo?

«Sapevamo che l'Emilia Romagna era una sfida complessa. Il dato politico è che il centrodestra è diventato competitivo in una regione nella quale fino a due anni fa nessuno pensava che potesse stare in partita. Ora sembra quasi che gli sconfitti siamo noi, ma il dato va letto in maniera diversa: il vero sconfitto è M5s, il principale partito di governo che è scomparso. Poi, non mi nascondo dietro un dito: in Emilia Romagna abbiamo combattuto per vincere, e i dati dicono che eravamo in partita. Ma non posso recriminare niente. Nello specifico di Fdi, più che raddoppiare i voti delle ultime europee che dovevo fare?».

 

giorgia meloni diretta facebook di capodanno 1

Lei vuole evitare polemiche. Ma in Emilia Fdi ha quasi raddoppiato i voti rispetto alle europee, Salvini invece ne ha persi 69 mila e altri 70mila in Calabria. Qualcosa vorrà dire, o no?

«E' tutto il giorno che mi vengono fatte domande su questo. Capisco che l'eventuale divisione interna del centrodestra sia giornalisticamente interessante. Ma è importante fare squadra quando si perde, quando si vince è facile. Abbiamo combattuto questa battaglia come una squadra, sarebbe ingeneroso che adesso ci mettessimo a recriminare. Non si può dire che in Emilia Romagna la Lega vada male. Sì, ha perso qualcosa, ma Salvini ha fatto una campagna senza risparmiarsi».

 

Ecco, forse si è speso fin troppo. Secondo Irene Pivetti la leadership solitaria è un errore.

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

«Se c'è una lezione che possiamo trarre è che sicuramente può essere utile un maggiore gioco di squadra. Siamo una realtà eterogenea, è bene farlo vedere. La polarizzazione sul singolo offre molti alibi agli avversari. Sicuramente per il futuro auspico maggiore gioco di squadra. Ma ognuno fa la campagna elettorale con il suo "stile", il nostro risultato è ottimo alla fine. Ho sentito Conte dire che "inizia il declino": mi viene da ridere! Fa il presidente del Consiglio di un governo nel quale la forza di maggioranza relativa - M5s - non esiste più nelle urne. Noi abbiamo tenuto tutti col fiato sospeso fino alle 4 del mattino.

La sinistra festeggia ma dalle politiche in poi si è votato in 9 regioni e ne hanno perse 8.

GIORGIA MELONI NELLA VIGNETTA DI MANNELLI

Poi tutto si può fare meglio, ma non penso che dobbiamo recriminare».

 

Nemmeno sulla famosa citofonata?

«Ho detto che non l'avrei fatta quella cosa, perché devi sempre porti il problema del rischio di emulazione. Ma non so dire se quella scelta abbia tolto consenso. Salvini ha sicuramente polarizzato moltissimo, e anche questo non sappiamo se può aver aggiunto o tolto. Ma nelle campagne elettorali è sempre così, ognuno fa delle scelte... Io sono contenta di come abbiamo fatto la campagna elettorale noi, che abbiamo scelto di stare molto sui temi. Sapendo che questo avrebbe fatto parlare meno di noi, ma che il territorio avrebbe apprezzato la nostra concretezza».

 

In primavera si vota in altre sei regioni. Fdi chiederà più visibilità per queste sfide?

«Abbiamo degli accordi ed è tutto pronto per presentare un progetto credibile e competitivo. In Puglia abbiamo indicato Fitto, nelle Marche Acquaroli, e come sempre sosterremo i candidati presidenti che ci verranno proposti per le altre regioni».

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

 

Il governo dura o no?

«La valutazione sta al presidente della Repubblica. Io dico che c'è un margine per interrogarsi se questo parlamento sia ancora rappresentativo del popolo italiano o se non sarebbe più rispettoso scioglierlo per andare a nuove elezioni. Detto ciò è vero che il tracollo del M5s fa sì che i loro parlamentari vedano elezioni come fumo negli occhi.

 

Ma hanno anche bisogno di immaginare un futuro. Non escludo che si producano due, tre, quattro gruppi parlamentari che devono dimostrare che servono a qualcosa, distinguersi dagli altri. Questo produce un logoramento quotidiano che può fare implodere il governo anche a prescindere dalla volontà dei singoli. Sono ottimista che si possa comunque votare in questo 2020, non ho perso le speranze e sono più motivata di prima».

 

salvini giorgetti

2 - GIANCARLO GIORGETTI: "MATTEO È STATO EROICO MA ADESSO DOBBIAMO FARE BRECCIA NELLE CITTÀ"

Ugo Magri per “la Stampa”

 

Vuol sapere se speravamo di vincere in Emilia Romagna?

“Sì, perché sono proprio le speranze ad alimentare le imprese. Poi ovviamente», osserva Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, «sapevamo benissimo che al momento del voto gli elettori grillini avrebbero subìto il richiamo della foresta e avrebbero fatto vincere il candidato Pd, come difatti è avvenuto».

 

Tutta qui l'autocritica?

«Ci è mancato il voto delle città. La destra raccoglie molto più nelle campagne che nei centri urbani. Da quando l'attrazione berlusconiana sui ceti borghesi è venuta a mancare, non siamo riusciti a colmare il vuoto. Servirà uno sforzo di visione per parlare con più efficacia a quegli elettori».

 

Fatto sta che per la prima volta Salvini deve vestire i panni dello sconfitto.

matteo salvini giancarlo giorgetti 1

«L'unica sua colpa è di non accontentarsi. Qualcun altro, meno dotato di coerenza e coraggio, sarebbe stato felice di riprendersi i voti delle Europee, già un successo incredibile. Matteo invece ha fatto la scommessa di collocare l'asticella altissima, mettendo in palio il governo nazionale. Non è riuscito a superarla, però il tentativo rientra nel suo modo schietto, onesto e lineare di far politica».

 

Pensa che abbia esagerato?

«Al contrario: Salvini è stato eroico. Lui e tutta la Lega. Siamo scesi nella fossa dei leoni a lottare a mani nude contro i poteri economici, mediatici, perfino ecclesiastici. Prendiamo atto del risultato e andiamo avanti. Ma i veri sconfitti vanno cercati altrove».

 

SALVINI CONTE

Dove?

«Nei Cinque stelle, purtroppo, perché scompare l'elemento di novità che avevamo condiviso. Dopo queste elezioni non sono più un movimento politico e non diventeranno un vero partito. Saranno al massimo un gruppo parlamentare. Quello che avrebbe potuto fare la Corte costituzionale, cioè permettere che la gente si esprimesse sul sistema maggioritario, lo hanno fatto gli elettori rilanciando il bipolarismo destra-sinistra e spazzando via l' anomalia grillina».

 

Le elezioni politiche sono più lontane o più vicine?

«Si allontanano. Fino al referendum sul taglio dei parlamentari penso che non torneremo alle urne. A questo proposito, girano argomenti contraddittori».

 

Di che tipo?

matteo salvini giancarlo giorgetti

«Sento, ad esempio, che non si potrebbero sciogliere le Camere prima del referendum confermativo perché in quel caso verrebbe eletto un Parlamento di 945 membri invece di 600, e ciò costringerebbe subito dopo a rifare le elezioni. Ma allora, seguendo la stessa logica, pure il Parlamento in carica ha 945 membri, anch' esso verrebbe delegittimato dal referendum e dovrebbe andarsene immediatamente a casa. Secondo noi della Lega sarebbe giusto così. Però, ripeto, non credo che ciò avverrà».

 

Cosa glielo fa pensare?

«Figuriamoci se i grillini, rimasti senza elettori, rischieranno le poltrone per mettersi di traverso al Pd. Erano partiti come anti-Casta, in futuro si accontenteranno di restare sulla sedia anche a costo di perdere qualunque potere di indirizzo politico».

 

Un destino subalterno?

giuseppe conte nicola zingaretti 1

«Sì, a meno che un Di Battista non provi a rivitalizzarli in chiave autonoma; però sinceramente ci credo poco. Del resto, Conte aveva capito l' antifona subito dopo le elezioni europee e si era rifugiato sotto l'ombrello protettivo di Zingaretti. Così, senza nemmeno muovere un dito, il segretario Pd si è preso la guida del governo».

 

Quindi il vero vincitore è Nicola Zingaretti? Qualcuno invece sostiene che è tutto merito delle Sardine

«Non scherziamo. La sinistra è riuscita a mantenere il controllo dell' Emilia Romagna perché la vecchia macchina del partito si è ricompattata e ha funzionato a pieno regime. Ma è uno schema che non può essere riproposto in altre zone d'Italia, dove quella struttura organizzativa appartiene al passato. In caso di elezioni politiche, le regioni "rosse" non basteranno».

 

GIORGETTI E SALVINI

Una vittoria di Pirro, allora?

Noi ci auguriamo che i "Dem" dormano sugli allori e, paghi di aver tenuto l' Emilia Romagna, si illudano di avere ritrovato la formula del successo. Se non cambiano rotta, tanto meglio per noi. Così faremo meno fatica non appena torneremo davvero a votare».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”