enrico letta pier carlo piercarlo padoan mario draghi daniele franco monte dei paschi di siena mps

DRAGHI HA UN MONTE DI GUAI - IL PROBABILE NAUFRAGIO DELL'ACQUISIZIONE DEL MONTE DEI PASCHI È UNA QUESTIONE PRIMA DI TUTTO POLITICA: ORCEL VUOLE TROPPI TAGLI E UN MUCCHIO DI SOLDI, CIRCA 7 MILIARDI, PER FAR FRONTE AL DEFICIT. TUTTO A SPESE DELLO STATO - IL PREMIER E IL MINISTRO FRANCO NON INTENDONO METTERCI LA FACCIA, E UN ALTRO IMBARAZZO SAREBBE QUELLO DI COPRIRE TUTTO IL COTÉ LEGATO AL PD, CHE A SIENA È DI CASA…

Marcello Zacché per www.ilgiornale.it

 

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

Il probabile naufragio dell'acquisizione del Monte dei Paschi da parte di Unicredit è una questione prima di tutto politica. L'aspetto finanziario è in secondo piano. E non solo perché Mps, dopo il salvataggio statale del 2017 (governo Gentiloni e ministro del Tesoro Padoan), è una banca pubblica. Ma soprattutto perché in questa fase politica si tratta di una grana colossale sia per Mario Draghi, sia per una delle grandi gambe del suo governo, vale a dire il Pd.

 

DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI

Il succo della questione è il solito: il prezzo. Nello specifico Unicredit è disponibile a prendere Mps a due condizioni: ridurre i 21.000 dipendenti e ottenere una dote di capitale per far fronte al deficit patrimoniale presente e potenziale.

 

L'operazione si fa, dunque, solo se il numero uno della banca milanese Andrea Orcel trova un accordo su questi punti con il Mef, il venditore. E dopo qualche mese di trattativa, ieri le parti hanno rotto. Per il Mef, Orcel chiede troppi esuberi (ben oltre un terzo del totale) e troppi soldi, circa sette miliardi.

 

andrea orcel

Unicredit, da parte sua, non ritiene di fare un'operazione di sistema senza garantire ai suoi azionisti privati un adeguato ritorno. Niente di strano, dunque, se non che ci troviamo di fronte a una rottura generata dall'improvviso imbarazzo del venditore a mettere sul tavolo le risorse dei contribuenti.

 

andrea orcel di unicredit

Orcel, a ben guardare, segue uno schema già visto nel recente passato, sia quando Intesa ha rilevato le banche venete, sia quando le popolari Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara sono finite a Ubi: due operazioni che avevano in comune un corposo incentivo pubblico.

 

Per questo 20 giorni fa Orcel ha scritto una lettera al direttore generale del Mef Alessandro Rivera per chiedere di chiudere l'operazione entro il 27 ottobre, giorno del cda di Unicredit. La risposta è la rottura di ieri.

 

monte dei paschi di siena

Il punto è che con Mps si è arrivati al dunque senza che il governo abbia voluto metterci realmente la faccia. La trattativa con Orcel la conduce in solitaria proprio Rivera. Mentre sia Draghi sia il ministro Franco si sono tenuti alla larga.

 

È che tirare fuori 7 miliardi per Mps significa togliere in un sol colpo ai contribuenti la stessa cifra che il governo vuole stanziare in manovra per ridurre le tasse. Mentre per salvare qualche migliaio di bancari non coperti dal fondo esuberi serve ricollocarli in aziende pubbliche, di nuovo a spese di Pantalone. Arrivati al punto, chi se ne assume la responsabilità? Fa tutto Rivera? E come fanno a uscire allo scoperto Draghi e Franco?

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Agli imbarazzi di cui sopra si aggiungerebbero immediati anche quelli di dover coprire tutto il coté legato al Pd, il partito che tramite gli enti locali senesi ha prima nominato i vertici di Mps per un ventennio, e poi ha gestito la crisi di Mps con suoi uomini di governo, tra i quali spicca il caso più clamoroso: quel Pier Carlo Padoan, ministro del Tesoro del salvataggio del 2017 e ora approdato proprio alla presidenza di Unicredit.

 

Vedremo presto se quelle di ieri saranno state solo forzature del Mef per chiudere salvando in qualche modo la faccia. Anche perché in caso contrario Draghi avrà un problema in più: solo 60 giorni per vendere Mps. E rispettare un impegno preso con la sua ex Bce.

 

2 - "SU MPS NEGOZIATI INTERROTTI NONOSTANTE L'IMPEGNO DELLE DUE PARTI"

Andrea Greco per www.repubblica.it

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA MPS

In un comunicato congiuto Tesoro e Unicredit formalizzano la rottura del negoziato avviato il 29 luglio. Nessun dettaglio sui motivi, né sul destino della banca di Siena, che entro Natale deve trovare 3 miliardi

 

Il ministero del Tesoro e Unicredit ufficializzano la rottura del negoziato per la compravendita del Monte dei Paschi, avviato in esclusiva il 29 luglio. Con uno scarno comunicato congiunto, le due controparti hanno confermato le indiscrezioni della vigilia.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Questo il testo: "Nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti, Unicredit e il Mef comunicano l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di banca Mps”.

 

Nessuna indicazione sui motivi della rottura - secondo indiscrezioni c'era una distanza di 2-3 miliardi sulla dote pubblica da offrire al compratore - e nemmeno sul destino della banca senese. Che a questo punto dovrà trovare, sul mercato o con altra iniezione pubblica di denaro, nuovi fondi per colmare un deficit patrimoniale che la vigilanza aveva stimato attorno ai 3 miliardi di euro, sulla base dei conti semestrali 2021.

 

monte dei paschi di siena

A questo punto il Tesoro potrebbe chiedere più tempo all'Unione europea per riprivatizzare la banca, che come da impegni del 2017 dovrebbe essere venduta dal socio pubblico entro la primavera 2022. Quanto ad Unicredit, dovrebbe andare avanti, per ora, sulla strada "in solitaria", che prevede la presentazione dei risultati dei nove mesi giovedì, e verso metà novembre il nuovo piano strategico d'impresa, il primo firmato dall'ad Andrea Orcel.

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…