jens stoltenberg a davos

ECCO UN ALTRO PENTITO A SCOPPIO RITARDATO DELLA GLOBALIZZAZIONE: STOLTENBERG! - IL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO VA A DAVOS A BATTERSI IL PETTO: “ABBIAMO LAVORATO INTENSAMENTE PER UN'ECONOMIA GLOBALIZZATA. IL LIBERO COMMERCIO CI HA PORTATO PROSPERITÀ E RICCHEZZA MA UNA PARTE DI QUESTO COMMERCIO, ALCUNE INTERAZIONI CON REGIMI AUTORITARI, MINANO LA NOSTRA SICUREZZA. LE RELAZIONI ECONOMICHE CON QUEI SISTEMI POLITICI POSSONO CREARE VULNERABILITÀ” - BEN SVEGLIATO, JENS!

 

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

jens stoltenberg a davos

Negli ultimi trent' anni, quasi tutti i leader che si erano alternati nella hall del Centro Congressi di Davos avevano un unico messaggio. Veniva da Tony Blair o Barack Obama così come dal leader cinese Xi Jinping o dal direttore di turno del Fondo monetario internazionale.

 

Ciascuno lo presentava secondo il proprio stile alla platea dei grandi investitori, ma tornava sempre fuori un punto comune: bisogna aprire le frontiere quanto più possibile agli scambi, perché la dipendenza commerciale dei Paesi gli uni dagli altri avrebbe portato pace insieme alla crescita economica.

globalizzazione

 

Che qualcosa sia cambiato nelle leggi non scritte del World Economic Forum - quelle della globalizzazione post-1989 - si è avvertito ieri quando sul palco è salito Jens Stoltenberg. Ex premier norvegese, qualche mese fa ha congelato la propria nomina a governatore della Norges Bank perché la Nato gli ha chiesto di restare segretario generale per un anno in più.

 

jens stoltenberg kajsa ollongren

Era scoppiata la guerra in Ucraina e l'Alleanza atlantica non voleva aprire scontri interni per sostituirlo. In pochi giorni Stoltenberg ha messo da parte un ruolo di leadership in economia per uno di rilevanza geopolitica. E ieri a Davos ha espresso una visione in linea con questa scelta: «Molti di noi qui e io stesso abbiamo lavorato intensamente per un'economia globalizzata. Il libero commercio ci ha portato prosperità e ricchezza - ha detto -. Ma una parte di questo commercio, alcune interazioni con regimi autoritari, minano la nostra sicurezza. Le relazioni economiche con quei sistemi politici possono creare vulnerabilità».

 

globalizzazione1

Tutti in sala hanno pensato a quello che fin qui è il primo passaggio a vuoto nella risposta occidentale a Mosca: l'incapacità dell'Unione europea, dopo tre mesi di guerra, di ridurre le entrate della Russia dal gas e dal petrolio. Putin usa fino in fondo l'arma dell'energia. «La libertà è più importante del libero commercio - ha avvertito Stoltenberg -. Proteggere i nostri valori è più importante che fare profitti».

 

Ma il segretario generale della Nato non pensava solo alla dipendenza dei Paesi europei dal gas di Mosca. E lo ha messo in chiaro quando ha iniziato a parlare della Cina e al ruolo delle aziende di Stato di Pechino nelle aste per la gestione delle reti di telecomunicazioni in 5G di ultima generazione di vari Paesi occidentali.

 

jens stoltenberg kajsa ollongren

«Quelle reti sono fondamentali, sono una questione vitale di sicurezza», ha avvertito. Il norvegese è stato invece più comprensivo verso la Turchia, con cui si prepara a negoziare perché tolga il veto all'ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato. Ursula von der Leyen, per parte propria, si è detta aperta all'uso delle riserve congelate della Banca di Russia per finanziare la ricostruzione dell'Ucraina. Poi ha presidente della Commissione ha accusato: «La Russia usa il blocco dell'esportazione di grano ucraino come un'arma, bisogna trovare il modo di scardinarlo».

jens stoltenberg VIKTOR ORBAN JENS STOLTENBERG JENS STOLTENBERG SANNA MARIN

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...