ELLY, FACCE RIDE! LA MULTINGENDER SCHLEIN DICE DI RIENTRARE NEL PD “IN PUNTA DI PIEDI”. TALMENTE IN PUNTA DI PIEDI (O DI BIRKENSTOCK) CHE SI CANDIDA ALLA SEGRETERIA – L'EX VICEPRESIDENTE DELL'EMILIA ROMAGNA IERI HA RIPRESO LA TESSERA DOPO CHE NEL 2015 AVEVA LASCIATO IL PARTITO SBATTENDO LA PORTA - ORLANDO STA PENSANDO DI APPOGGIARLA, MENTRE BETTINI...

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Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

elly schlein elly schlein

Ieri per il Pd è stato il giorno delle donne. Ossia, delle candidate. Paola De Micheli, la prima a scendere in campo per la successione a Enrico Letta, ha presentato a Roma il suo libro-manifesto, «Concretamente, prima le persone». Nonostante i riflettori siano puntati sugli altri due candidati, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, De Micheli non demorde: «Credo che ci siano tutte le condizioni per riuscire a vincere le primarie.

Finalmente una donna, una militante, che fa la segretaria del Pd».

 

meme enrico letta elly schlein meme enrico letta elly schlein

Una frecciata all'altra donna in lizza, che solo ieri ha ripreso la tessera, a cui poco dopo se ne aggiunge una seconda: «Io ho una profonda conoscenza del partito». La destinataria di queste parole è ancora una volta Schlein. Come De Micheli, l'ex vicepresidente della regione Emilia-Romagna ha dalla sua il fatto di essere donna, ma la sua frequentazione con il Pd è di tipo assai diverso. Iscrittasi nel 2013, diventata europarlamentare nel 2014, dimessasi dal partito (ma non dal seggio di Strasburgo) nel 2015 in polemica con Matteo Renzi, Schlein ieri ha compiuto il passo necessario per candidarsi alla segreteria. Ha preso la tessera nel Circolo della Bolognina.

 

elly schlein 2015 elly schlein 2015

«Entro qui in punta di piedi e con grande umiltà innanzitutto per ascoltare», ha premesso per fugare le paure di chi teme che voglia snaturare il partito. E infatti ha tenuto a precisare: «Non sono qui perché cerco di sostituire il Pd, ma per provare insieme a rinnovarlo». Tra i rinnovamenti da mettere in atto c'è anche quello del nome: Schlein ha aperto alla proposta del sindaco di Bologna Matteo Lepore di «aggiungere il termine lavoro al nome del partito». E ieri sono arrivate nuove adesioni alla candidatura dell'ex vice di Bonaccini. Si sono schierati al suo fianco sia il virologo Andrea Crisanti che il parlamentare dem Roberto Morassut, a cui piace l'idea di un Pd movimentista. E spostato a sinistra, come prova l'adesione di Schlein alle iniziative della Fiom: «Saremo al loro fianco e a quello della Cgil per lo sciopero generale».

 

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Anche Andrea Orlando è dato in costante (e veloce) rotta di avvicinamento. Al contrario di Goffredo Bettini, che - impegnato in un tour per la presentazione del suo libro - sembra voler contribuire dall'esterno al progetto del nuovo Pd. Peraltro Bettini, nello stupore dei suoi compagni di partito, non è stato messo nel comitato che stilerà la nuova carta dei valori dem e quindi è normale che si tenga defilato. Difficile, quindi, che appoggi uno dei candidati in lizza. Continua a macinare nuovi consensi anche Bonaccini: è in arrivo, con un ruolo di primo piano nel suo team, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno. Così il Pd, che per dirla alla Dario Nardella dopo le elezioni del 25 settembre «sembrava un pugile suonato», ora cerca di riprendersi. In questo senso Enrico Letta puntava molto sulla manifestazione di sabato 17. Ma non sarà un'adunata oceanica, come dimostrano la scelta della piazza poco capiente (Santi Apostoli, a Roma) e le numerose telefonate alle federazioni «rosse» di Emilia-Romagna e Toscana per sollecitare i pullman di militanti.

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