george soros emma bonino

EMMA CHIAMA E ''LA GRANDE BORGHESIA ITALIANA'' CACCIA I SOLDI - DAL FIGLIO DI SINDONA AL NIPOTE DI AGNELLI, DALLA MODELLA SVEDESE COMPAGNA DI DOMPÉ AI GRAND COMMIS DI BRUXELLES: TUTTI I FINANZIATORI DI ''+EUROPA'' - ''SOROS HA DONATO 200MILA EURO? MAGARI FOSSERO DI PIÙ! QUI È A RISCHIO LA DEMOCRAZIA, BISOGNA ESSERE GENEROSI''

Lupo Rattazzi

 

1. DA SINDONA JR AL NIPOTE DI AGNELLI: TUTTI I FINANZIATORI DI +EUROPA

Da www.adnkronos.com

 

C'è anche Sindona jr, ex militante storico dei Radicali italiani, tra i donatori di +Europa, il partito di Emma Bonino. Con mille euro versati il 26 aprile scorso, il figlio di Michele, banchiere della P2 legato alla mafia e condannato nel 1979 per essere stato il mandante dell'omicidio Ambrosoli, compare nell'elenco aggiornato dei 'contributi di persone fisiche, società e parlamentari' incassati dal movimento fondato dall'ex leader radicale a partire dal gennaio 2019.

 

 

Nella nuova lista spunta anche il nome di Lupo Rattazzi, nipote di Gianni Agnelli, con 5mila euro donati il 23 aprile scorso. Lupo, quinto figlio di Susanna Agnelli e Urbano Rattazzi, già allievo dell'economista Paolo Savona, attuale presidente della Consob, è un imprenditore: presidente di Neos (la compagnia aerea di Alpitour) e consigliere d'amministrazione di Exor, la holding della compagnia Agnelli.

sergio dompe con fidanzata jasmine e mariella boerci.

 

 

Nel 'portafoglio' di +Europa pure docenti universitari, consulenti finanziari, esponenti del mondo dell'impresa, avvocati e 'grand commis d'Europa' come l'ex direttrice generale della DG Salute e Consumatori (Sanco) della Commissione Ue, Paola Testori Coggi, candidata alle europee, che ha contribuito alla causa con 10mila euro il 26 aprile. C'è pure un contributo di 4.900 euro di Jasmine Lipovsek, ex fotomodella svedese, con un passato in tv, attuale compagna dell'imprenditore farmaceutico Sergio Dompé.

 

 

 

2. BONINO: ''È A RISCHIO LA DEMOCRAZIA, LA GRANDE BORGHESIA ITALIANA DEVE CONTRIBUIRE''

Davide Lessi per ''La Stampa''

 

A un certo punto Emma Bonino tira fuori dalla borsa un libro. S' intitola Sindrome 1933 , l' autore è Siegmund Ginzberg.

GEORGE SOROS EMMA BONINO

Nella quarta di copertina una domanda: «Cosa hanno a che fare la Germania del 1933 e l' Italia di oggi?». La radicale di +Europa riflette un attimo: «Sono preoccupata. Non parlo solo dell' attacco ai diritti acquisiti, penso all' aborto e alle unioni gay. È stato sdoganato un linguaggio volgare. E le parole di chi governa non costano solo in termini di spread, ma penetrano nella testa delle persone».

 

Bonino vede il rischio di una svolta autoritaria?

«Sì, ogni giorno stanno venendo meno a colpi di forconi i pilastri, già fragili, della nostra democrazia liberale».

 

A cosa si riferisce?

«Il Parlamento non conta più nulla. E mi spaventa un Paese che per promuovere la cosiddetta sicurezza è già al secondo decreto».

 

Che altro la preoccupa?

«Le agenzie indipendenti appena dicono qualcosa di negativo sul governo vengono zittite con un "si facciano eleggere prima di parlare". Me l' aveva detto anche Nelson Mandela quando lo incontrai: "Non avere paura del chiasso volgare dei cattivi, ma del silenzio assordante dei buoni". E io sono preoccupata».

 

Pensa anche alla vicenda di Radio Radicale?

jasmine, compagna dompe

«Sì, è una storia incomprensibile ma che racconta molto della cultura di questa maggioranza.

Tutti riconoscono i meriti di Radio Radicale e anche tra i senatori grillini sono in tanti a non condividere la linea del sottosegretario all' editoria Vito Crimi».

 

Il 26 maggio si vota e qualcuno ritiene che il governo non sopravviverà alle Europee. Come la vede?

«Il potere è un grande collante ed è difficile sradicare chi l' ha conquistato per la prima volta: Di Maio sa che è l' occasione della sua vita, se perde è fuori dai giochi. E poi c' è un problema di tempi: non si può andare al voto in infradito quest' estate né a ottobre quando bisognerà scrivere la legge di bilancio che sarà lacrime e sangue».

 

In realtà la Lega sostiene che se vincono i sovranisti poi in Europa cambia tutto. «Ricontratteremo le clausole Iva», ha detto il leghista Borghi in un' intervista pubblicata ieri da La Stampa .

«Difficilmente i sovranisti avranno la maggioranza nel Parlamento Ue. Vedo due strade possibili: o aumenterà l' Iva, come previsto dalle clausole di salvaguardia; oppure il governo sarà costretto a fare una patrimoniale».

 

Ce n' è una terza: sforare il deficit. Lo scenario dell' Italexit è pura fantascienza?

«La Lega continua a ripetere che vuole rimanere in Europa.

Quindi penso che alla fine faranno marcia indietro e toccherà ancora agli italiani pagare».

 

E così si accuserà di nuovo Bruxelles. Come si cambia la percezione comune di «un' Europa nemica»?

GEORGE SOROS EMMA BONINO

«L' unico modo è quello di dire la verità. Non come sta facendo Salvini che con le sue frasi come "l' Europa affama gli italiani" è uno spacciatore legalizzato di falsità. Nessuno racconta cosa fa veramente l' Europa. Pensi che quando vado nelle Università gli studenti danno per scontato tutto quello che abbiamo conquistato in questi anni: dalla libertà di movimento tra Stati alla moneta unica».

 

Come si fa a rilanciare il progetto europeo?

«Dopo l' euro ci siamo fermati.

È il nostro limite, manca l' integrazione politica. Per questo che nel nostro programma parliamo del progetto di Stati Uniti d' Europa».

 

Lei si candida come capolista in Italia centrale. Se +Europa dovesse superare la soglia del 4% andrà a Bruxelles o resterà al Senato?

«Io resterò a Roma, anche perché sono l' unica senatrice di +Europa eletta. Ma credo in questo ruolo di traino e bandiera: nelle nostre liste abbiamo le personalità con le più grandi competenze in materia europea: da Marco De Andreis a Paola Testori».

 

michele sindona

I suoi detrattori polemizzano perché +Europa ha ricevuto 200mila euro di donazioni dalla famiglia del filantropo ungherese Soros.

«Magari me ne desse di più (ride, ndr ). A me piacerebbe che la grande borghesia italiana avesse la stessa generosità di investire sulle promozioni delle libertà. Peccato che non sia così».

 

 

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