mattarella draghi

IL FANTA-SOSPETTO DI BELPIETRO: “E SE QUESTO GOVERNO FOSSE STATO STUDIATO CON DOVIZIA PER COMPLICARE LA VITA PROPRIO A DRAGHI, RENDENDOLO UN PO' PIÙ DEBOLE E UN PO' MENO ‘QUIRINABILE’? IN EFFETTI, AVERLO SPEDITO A PALAZZO CHIGI, A UN ANNO ESATTO DALLA SCADENZA DEL MANDATO DI MATTARELLA, RENDE L'EX GOVERNATORE POCO SPENDIBILE PER IL COLLE” - LA DAGO-IPOTESI: MATTARELLA RIELETTO E PROLUNGATO FINO A FINE LEGISLATURA PER POI LASCIARE IL TESTIMONE A DRAGHI…

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

MAURIZIO BELPIETRO

Alcuni giorni prima che Mario Draghi presentasse la lista dei ministri, un importante esponente politico mi ha manifestato un sospetto, che per ragioni di cronaca mi sembra giusto riferivi. Provate a immaginare che, a differenza di quanto annunciato, Sergio Mattarella punti al bis, cioè a essere nominato al Quirinale per un secondo mandato. Che cosa ci sarebbe di meglio che mandare allo sbaraglio il più autorevole concorrente per la presidenza della Repubblica?

 

Il dubbio che questa sia la vera intenzione del capo dello Stato, in effetti si è insinuato in me dopo aver visto la lista dei ministri. Dare l'incarico all'ex governatore della Banca centrale europea di formare un governo e poi zavorrare il nuovo esecutivo con alcuni nomi impresentabili è il modo migliore per tarpare le ali a una possibile nomina di Draghi per la successione di Mattarella.

 

MARIO DRAGHI ARRIVA AL QUIRINALE

Vi pare un'ipotesi cervellotica? Era sembrata tale anche a me, quando l'importante uomo politico me ne ha parlato, ma poi, dopo aver visto che il nuovo governo somigliava un po' troppo a quello passato, ho cominciato a ripensarci. Possibile, mi sono chiesto, che un uomo come Draghi non si sia reso conto che alcuni suoi ministri sono scartine?

 

Certo, sappiamo che il manuale Cencelli non è andato in pensione con la prima Repubblica, ma resiste ed è compulsato continuamente anche nella seconda, al punto che i posti si distribuiscono con il bilancino. Tuttavia, pensavo che un tipo come l'ex governatore della Banca centrale europea, ossia un peso massimo che ha saputo tenere a bada Angela Merkel e i falchi della Bundesbank, sarebbe stato in grado di addomesticare anche i gattopardi italiani. Invece, ahinoi, rieccoli, pronti per un altro giro di valzer con lo scudo del governo istituzionale.

MARIO DRAGHI E SERGIO MATTARELLA

 

Come si fa infatti a pensare che di un governo di alto profilo sollecitato dal capo dello Stato possa fare parte un tizio come Roberto Speranza, che non è un ministro, ma solo un auspicio? Uno che aveva rassicurato gli italiani un anno fa, garantendo che il coronavirus non sarebbe arrivato in Italia e che, a ogni buon conto, il nostro Paese sarebbe stato pronto ad accoglierlo come si deve, dopo 93.000 morti dovrebbe dimettersi.

 

Da noi invece, non solo la persona a cui è affidata la salute degli italiani è rimasta per un anno indisturbata al suo posto, ma gli è stato pure rinnovato l'incarico. Non si può dire meglio di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri che oltre a non sapere le lingue non conosce neppure l'italiano. Chi ci rappresenterà in giro per i mondo agli incontri ufficiali? Draghi o il deputato pentastellato?

Mattarella Draghi

 

Purtroppo, escludendo i vertici internazionali, sarà il secondo a stringere le mani e dare un'immagine del nostro Paese, con ciò che ne consegue. Non potrà andare meglio con Dario Franceschini, il quale, oltre ad avere il torto di aver fatto parte del precedente esecutivo, ha pure il guaio di credersi uno scrittore e in virtù di questo è convinto di avere i titoli come uomo di cultura e dunque come miglior ministro su piazza.

 

Non sto a rifare l'elenco degli altri impresentabili, a cominciare da Fabiana Dadone, versione sorridente di Lucia Azzolina, per finire con Stefano Patuanelli, che non dovrebbe occuparsi di agricoltura, ma praticarla. Possibile che un uomo navigato come Draghi non si sia accorto della caratura dei ministri che stava imbarcando? Dicono che l'ex governatore della Bce si sia preoccupato solo di designare tre o quattro collaboratori, convinto che basterà avere il controllo della borsa e dei ministeri chiave per poter vigilare sul resto.

SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHI

 

Dunque, avrebbe lasciato fare a Mattarella, il quale avrebbe ceduto alle pressioni e alla fine avrebbe diviso i dicasteri con la logica democristiana, ovvero cercando non solo di applicare un criterio proporzionale in base alla forza di ciascun partito, ma pesando gli incarichi e cercando di assegnare quelli più importanti alle forze che dovranno sostenere il governo. Sarà, ma a me sembra che il nuovo esecutivo nasca con figure al di sotto delle aspettative e rischi di danneggiare la stessa immagine di chi è stato scelto per guidarlo.

 

In pratica, dopo aver visto la lista dei ministri e aver scoperto che molte erano le riconferme, mi è tornato in mente il sospetto che mi è stato confidato giorni fa e ho cominciato a chiedermi se tutto non sia stato studiato con dovizia per complicare la vita proprio a Draghi, rendendolo un po' più debole e un po' meno «quirinabile».

lagarde draghi mattarella

 

In effetti, averlo spedito a Palazzo Chigi, a un anno esatto dalla scadenza del mandato di Mattarella, rende l'ex governatore poco spendibile per il Colle. Come si fa infatti a farlo capo dello Stato se poi rimane vuota la casella di capo del governo e per di più nel momento in cui c'è da gestire i soldi del Recovery plan? Va bene che l'uomo è descritto come dotato di superpoteri, ma neppure a Superman riuscirebbe l'impresa di saltare da un palazzo all'altro senza rischiare.

 

mattarella draghi gualtieri

Dunque? Ecco qui che si fa largo l'ipotesi dell'importante politico: e se Mattarella puntasse al bis per non essere da meno di Giorgio Napolitano? Magari anche lui non per un altro settennato, ma per un periodo più breve, giusto per passare alla storia come bis presidente. In fondo, oggi il capo dello Stato ha «solo» 79 anni, otto meno di quando il predecessore fu incaricato di un secondo mandato... Fantasie? Maldicenze? Forse. Ma, come si sa, tutto in politica è possibile. C'è chi ridiventa ministro e chi potrebbe ridiventare presidente.

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...