alfonso bonafede giuseppe conte

FINCHÉ C'È BONAFEDE, NON C'È SPERANZA (PER RENZI) - ''SE CONTE MI CHIEDE DI RINVIARE LA NORMA SULLA PRESCRIZIONE, MI DIMETTO''. E NON A CASO NELL'OPPOSIZIONE (PIÙ ITALIA VIVA) BALENA L'IDEA DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, PER FAR FUORI LUI E LA SUA RIFORMA - SI LAVORA SUL ''LODO CONTE'': NIENTE PRESCRIZIONE SOLO IN CASO DI CONDANNA SIA IN PRIMO GRADO CHE IN APPELLO

1 - GIUSTIZIA, È BATTAGLIA PER BLOCCARE BONAFEDE L'IPOTESI DELLA SFIDUCIA

Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera

 

alfonso bonafede 1

I toni, sulla prescrizione, si fanno sempre più duri. Eppure, dietro le quinte, in Parlamento, si lavora con pazienza certosina a un' ennesima mediazione, una sorta di «lodo Conte» riveduto e corretto.

 

Ma Alfonso Bonafede nega che ci siano trattative in corso. Anzi, il Guardasigilli annuncia: «La prescrizione andrà avanti ed entro dieci giorni sul tavolo del Consiglio dei ministri arriverà la riforma del processo penale e lì ognuno si prenderà le proprie responsabilità».

Bonafede fa mostra di voler tirare dritto, accusa Matteo Renzi di «fare minacce» e insinua che le dichiarazioni di Italia viva siano scritte «da Salvini e Berlusconi». Di contro, Italia viva al Senato sta pensando se non sia il caso di adottare un' iniziativa clamorosa: la mozione di sfiducia individuale al ministro della Giustizia. A palazzo Madama i numeri ci sarebbero, visto che le opposizioni certo non voterebbero per sostenere il Guardasigilli.

 

alfonso bonafede lorenzo fioramonti

È un' eventualità, questa, che per ora rimane sullo sfondo. Ma c' è. In una riunione con i suoi Renzi, ragionando ad alta voce, non l' ha esclusa: «Mi domando se alla fine, pur di impedire questo scempio dello stato di diritto, non sia il caso di pensare a una mozione di sfiducia individuale...Certo, sarebbe un' extrema ratio... Sia chiaro, io non ho nessuna intenzione di mettere in crisi il governo, però Bonafede deve mollare. Non sarà oggi, non sarà domani, ma lui questa battaglia la perderà. Al Senato non ha la maggioranza. Io su questo sono tranquillo, anche se mi dipingono come uno che urla e minaccia.

Sono convinto che pure il Partito democratico cercherà di convincere il ministro perché sennò, a furia di correre dietro ai grillini, rischia di perdere voti».

 

alfonso bonafede

Dunque Italia viva va avanti nella sua battaglia. E il capogruppo al Senato Davide Faraone avverte il Guardasigilli: «Caro Bonafede, non è Salvini che scrive i nostri testi, sei tu che ha scritto l' abolizione della prescrizione con lui. A noi non piace e la cambieremo. I numeri sono chiari, o li capisci o ci vediamo in Senato».

 

La giornata di ieri è stata tutto un rincorrersi di dichiarazioni di guerra. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D' Incà non le mandava certo a dire a Renzi: «Dovrebbe decidere cosa fare da grande, se vuole stare in maggioranza». Ettore Rosato gli replicava a muso duro: «Se Renzi smette di stare in maggioranza, D' Incà smette di fare il ministro. Il che non è necessariamente un dramma per l' Italia». E Bonafede, sempre più convinto che quella del leader di Iv sia una «provocazione» era netto: «C' è una maggioranza che lavora, però lavorare non significa urlare e strillare dalla mattina alla sera. Qualcuno si dovrebbe rendere conto che siamo in maggioranza, invece vedo toni da opposizione».

 

renzi zingaretti

Questo quadro preoccupa non poco il Partito democratico. I timori sono trapelati nei discorsi che in questi giorni Nicola Zingaretti ha fatto con i suoi: «Conte deve capire che noi sosteniamo il governo e lo stiamo aiutando, ma lui non può più continuare a rinviare perché così non è che si risolvono i problemi. No, in questo modo i problemi ritornano, invariati. E si dà agio a Italia viva, che è in cerca di visibilità, di fare propaganda senza aiutare a trovare soluzioni». Insomma, il Partito democratico - e lo dice anche Andrea Orlando - continua a volere dal governo quel «cambio di passo», che tarda ad arrivare.

 

 

Alla Camera, però, i pontieri ieri erano al lavoro. Rimaneggiavano il «lodo Conte».

Ed escludevano la sospensione della prescrizione, come prevede l' emendamento al Milleproroghe di Lucia Annibali, perché su questo punto Bonafede non transige. Perciò si continua a lavorare, con piccoli aggiustamenti all' ipotesi di abolire la prescrizione in caso di una doppia condanna, in primo grado e in appello. Ma la fine non sembra vicinissima: ieri sera correva voce di un rinvio alla prossima settimana del vertice dedicato alla giustizia.

 

 

2 - L'AVVISO DI BONAFEDE A CONTE: " SE MI CHIEDE IL RINVIO, LASCIO" SENZA ACCORDO, È SFIDA IN AULA

Ilario Lombardo per “la Stampa

 

«Se mi chiedono di accettare il rinvio della riforma della prescrizione mi dimetto. L' ho detto anche al presidente Conte: non esiste». Lo sfogo del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è stato raccolto dalla Stampa da ambienti vicini all' avvocato Guido Alpa, ambienti che il suo pupillo, il premier Giuseppe Conte, conosce molto bene e frequenta. Poi lo sfogo è rimbalzato anche alla Camera tra i partiti di maggioranza e di opposizione, ed è stato oggetto di dibattito dentro la pattuglia sempre più disorientata dei grillini. E in fondo non c' è da sorprendersi.

zingaretti renzi

 

Anche nella cerchia più stretta del Guardasigilli fanno questo ragionamento: se è la riforma che caratterizza di più Bonafede, a cui ha legato strettamente il suo nome, tanto più dopo essersi impuntato nel duro braccio di ferro con Matteo Renzi, non suonerebbe come una sconfitta accettare la sospensione? A maggior ragione ora che è capodelegazione M5S e proprio perché a chiedere il rinvio di un anno è Renzi, attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe della deputata Lucia Annibali che si voterà domani.

 

C' è un limite, per il ministro, che non può essere superato. Per il resto è pronto a sedersi e discutere, protetto dalle garanzie di mediazione offerte da Conte. Bonafede assicura che, come ulteriore prova di disponibilità, entro dieci giorni porterà in Consiglio dei ministri la riforma del processo penale, per non lasciare in un limbo eterno gli imputati. Dentro potrebbe essere contenuto il lodo Conte bis, anche detto «la scaletta», partorito dall' omonimo del premier e deputato di Leu Federico Conte. In pratica prevede il blocco della prescrizione solo in caso di doppia condanna, in primo e secondo grado.

 

Con l' assoluzione in appello, la prescrizione invece tornerebbe a correre. È un compromesso che anche gli uffici di Via Arenula avevano suggerito al ministro e sul quale si sarebbero ormai orientati tre partiti su quattro della maggioranza. Manca solo il via libera di Renzi.

 

AVVOCATI DI NAPOLI CON LE MANETTE PER PROTESTA CONTRO LA RIFORMA BONAFEDE DELLA PRESCRIZIONE

Se non dovesse arrivare, per Bonafede non resterebbe che il Parlamento. La sfida si sposterebbe in Aula. Il ministro lo dice da giorni e ieri lo ha ribadito: ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Il messaggio è stato trasferito ai capigruppo di Camera e Senato. La tesi da sostenere è che la prescrizione non è un argomento presente nel programma di governo. Per i vertici del M5S questo vuole dire che non c' è un vincolo di governo e che, come avvenne per la Tav, i grillini potranno difendere la bandiera in Aula, anche se lasciati soli, senza che per questo motivo venga messo a rischio il Conte II.

 

Perché il 24 si voterà il ddl del deputato di Forza Italia Enrico Costa che abroga la prescrizione e la maggioranza potrebbe uscirne platealmente spaccata. Ma la domanda è: in quel caso Bonafede si dimetterà? Sempre che il ministro non sospetti del bluff di Renzi.

La partita vera però potrebbe essere negli stessi giorni al Senato, dove Italia Viva è pronta a riproporre l' emendamento Annibali al Milleproroghe e dove i numeri sono molto più a rischio per il governo, perché Renzi può contare su 17 senatori.

 

Ma per i grillini altri cedimenti non sono possibili. Anzi, il dibattito politico offre occasioni per sognare una rivalsa, brandendo i temi più identitari che tornano in discussione, come la prescrizione, il taglio dei vitalizi, il dimezzamento dei parlamentari. Tutti successi precari del M5S. Non è un caso che, dopo un lungo silenzio, Luigi Di Maio sia tornato a parlare e non di esteri, per invitare «il popolo in piazza» il 15 febbraio: «Il sistema vuole cancellare le nostre leggi. Dobbiamo opporci alla restaurazione».

luigi di maio guarda fuori camera

Toni "dibattistiani" per difendere anche la prescrizione e darsi una rinfrescata di lotta mentre al governo si litiga.

 

Ma se la maggioranza è spaccata, non lo è di meno il M5S.

Solo subodorare la crisi fa entrare in fibrillazione alcuni grillini. Innervositi tanto dal muro di Renzi quanto da quello opposto di Bonafede.

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…