ursula von der leyen raffaele fitto

FITTO DEPOTENZIATO! – URSULA VON DER LEYEN HA TOLTO AL VICEPRESIDENTE ITALIANO DELLA COMMISSIONE UE L’IMPORTANTISSIMA GUIDA DELLA DIREZIONE GENERALE DELLE RIFORME, CRUCIALE IN VISTA DELLE POSSIBILI MODIFICHE AL BILANCIO UE – FITTO È L’ULTIMO DELL’ORDINE GERARCHICO TRA I SEI VICE DI URSULA. E GLI ITALIANI VENGONO PRATICAMENTE ESCLUSI ANCHE DALLA PARTITA DEI CAPI DI GABINETTO: ROMA NE OTTIENE SOLO UNO SU VENTISETTE (I TEDESCHI NE HANNO QUATTRO)

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

LA SQUADRA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DI URSULA VON DER LEYEN

«Raffaele!». Quando Ursula von der Leyen ha fatto il giro del tavolo per salutare uno a uno i suoi nuovi commissari alla prima riunione ufficiale, si è avvicinata a Fitto per un doppio bacio sulle guance.

 

Poi il neovicepresidente, abito scuro e la consueta cravatta azzurrina, si è seduto al suo posto tra l’Alto Rappresentante Kaja Kallas e l’inossidabile Valdis Dombrovskis, con il quale dovrà condividere il dossier del Recovery Fund.

 

Con un’importante novità che è stata certificata alla riunione di ieri mattina […]: l’ex ministro del governo Meloni conserverà le deleghe alle politiche di Coesione e alle Riforme, ma – a differenza della portoghese Elsa Ferreira che lo ha preceduto in quel ruolo –, perderà la guida della direzione generale per le Riforme, destinata a diventare sempre più cruciale in vista della possibile riforma del bilancio che punta a legare la distribuzione dei fondi Ue all’effettiva realizzazione delle riforme da parte dei singoli Stati.

 

raffaele fitto ursula von der leyen

La struttura per la quale lavoravano circa 200 funzionari (e che fino a marzo aveva come direttore generale un italiano: l’ex presidente della Consob, Mario Nava) verrà infatti affiancata alla task force Recovery e inglobata nel segretario generale della Commissione. Dunque, finirà sotto il diretto controllo di von der Leyen.

 

Nella contesa con il Parlamento europeo, la presidente della Commissione aveva difeso a spada tratta la nomina di Fitto a vicepresidente esecutivo, ma ora che l’esecutivo si è ufficialmente insediato, iniziano a emergere con chiarezza gli equilibri interni a Palazzo Berlaymont.

 

URSULA VON DER LEYEN RAFFAELE FITTO

Anche quelli tra i sei vicepresidenti. Von der Leyen ha messo nero su bianco l’ordine gerarchico, che servirà per esempio a stabilire chi avrà il compito di presiedere le sedute in caso di assenza della tedesca: la prima in grado è la spagnola Teresa Ribera, seguita nell’ordine dalla finlandese Henne Virkkunen, dal francese Stéphane Séjourné, dall’estone Kaja Kallas e dalla romena Roxana Minzatu, mentre Fitto risulta essere l’ultimo della lista.

 

Un altro importante metro per misurare l’influenza di un Paese all’interno del collegio dei commissari è quello della presenza di connazionali nei gabinetti e in particolare di quelli che hanno il grado di capo di gabinetto o di vice.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7

Sono infatti loro a preparare le riunioni settimanali del collegio e a negoziare sui testi dei singoli provvedimenti: avere più funzionari del proprio Paese al tavolo aiuta indubbiamente a esercitare la propria influenza. Così come è fondamentale avere dei connazionali all’interno di quei gabinetti che lavorano ai provvedimenti più importanti. Ma i risultati dicono che per l’Italia non è andata benissimo, specialmente se si fa il confronto con la Germania e la Francia che confermano il loro dominio nei posti-chiave.

 

[…]  Ogni Paese aveva una lista di funzionari da sponsorizzare, ma a quanto risulta per l’Italia gli elenchi erano almeno tre. Diverse fonti al corrente dei negoziati confermano che, accanto alla lista ufficiale della rappresentanza, ce n’era anche una di Palazzo Chigi gestita dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e pure una con i funzionari “storici” più vicini al Pd. Il risultato è il minimo sindacale: ci sarà un solo capo di gabinetto italiano su ventisette. Si tratta di Vincenzo Matano, apprezzato funzionario di lungo corso al Parlamento europeo, che guiderà il team di Raffaele Fitto, con il quale aveva già lavorato proprio all’Eurocamera nel gruppo dei Conservatori.

 

VINCENZO MATANO

Dopodiché l’Italia è riuscita a piazzare solo due vicecapi di gabinetto da due commissari che tra l’altro ricadono già sotto la supervisione di Fitto: Pierpaolo Settembri lavorerà con il greco Apostolos Tzitzikostas (Trasporti) e Francesca Arena con il cipriota Costas Kadis (Pesca e Oceani). In totale sono circa una decina gli italiani sparsi negli uffici dei commissari, ma a oggi non ce n’è neanche uno nella squadra della vicepresidente Ribera […] e nemmeno in quello del francese Séjourné

 

[…] La Germania ha ben quattro capi di gabinetto (che guideranno i team di von der Leyen, Dombrovskis, Sefcovic e Zaharieva) e cinque vice, mentre la Francia – nonostante un governo traballante – ha un solo capo di gabinetto, ma ben sette vice (tra cui quelli della presidente von der Leyen e dell’Alto Rappresentante Kallas).

GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN giorgia meloni spiega il no di fratelli d italia alla conferma di ursula von der leyen 2

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”