teatro carlo felice genova fabiana dadone

FRANCESCHINI BATTE UN COLPO SULLE CONSULENZE AI COLLABORATORI DELLA DADONE – LA DIREZIONE GENERALE SPETTACOLI DEL MINISTERO DELLA CULTURA HA CHIESTO LUMI ALLA FONDAZIONE CHE GESTISCE IL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA. CI SONO IRREGOLARITÀ? I FONDI PUBBLICI CON CUI SONO STATI PAGATI MARCO SANZARI, MANUELA SVAMPA E MATTEO VENTRICELLI (PER UNA SPESA TOTALE DI 200MILA EURO) ARRIVANO DALLE CASSE DEL PREMIO PAGANINI, CHE HA PER PRESIDENTE, A SUA VOLTA, UN UOMO VICINISSIMO ALLA PENTASTELLATA. SONO SOLO COINCIDENZE?

 

 

Lorenzo d'Albergo e Giuseppe Scarpa per www.repubblica.it

 

fabiana dadone coi piedi sulla scrivania

Adesso anche il ministero della Cultura accende il suo faro sul Carlo Felice. Ieri mattina la direzione generale Spettacoli ha scritto alla Fondazione che gestisce il teatro per chiedere conto delle tre consulenze affidate ad altrettanti strettissimi collaboratori di Fabiana Dadone, la ministra grillina alle Politiche giovanili. Ci sono irregolarità?

 

La storia è quella raccontata da Repubblica nei giorni scorsi e, come detto, riguarda i tre contratti firmati in un sol colpo dai fedelissimi della pentastellata. Una tripletta arrivata sette mesi dopo la sesta Conferenza sulle dipendenze, evento organizzato proprio dal dicastero di Dadone a Genova.

 

TEATRO CARLO FELICE GENOVA

Due giorni di incontri a palazzo Ducale e una serata in musica al Carlo Felice. Appuntamenti a cui hanno lavorato anche Marco Sanzari, Manuela Svampa e Matteo Ventricelli, i tre poi assunti da Carlo Felice per una spesa complessiva da 200 mila euro e l’incarico di curare la prossima edizione del premio internazionale di violino intitolato a Niccolò Paganini.

 

I fondi pubblici con cui sono stati e verranno pagati quegli incarichi arrivano dalle casse dello stesso premio Paganini, sostenuto direttamente dal comune di Genova. Un’organizzazione che per presidente ha a sua volta un uomo vicinissimo a Dadone. Si chiama Giovanni Panebianco ed è il suo capo di gabinetto.

 

GIOVANNI PANEBIANCO

Un intreccio di coincidenze di cui nessuno dei protagonisti sembra sapere nulla. Ma di cui ora si occupa il ministero della Cultura. La direzione generale Spettacolo pone due quesiti di legittimità sulle maxi-consulenze. Il primo riguarda proprio la procedura che ha portato alla contrattualizzazione dei tre collaboratori della ministra Dadone (ma prima lo erano stati anche dell'altro pentastellato Alberto Bonisoli, ex ministro della Cultura del governo gialloverde che aveva insediato il Soprintendente del Carlo Felice, Claudio Orazi, a Genova).

 

Ecco cosa scrive il direttore generale Antonio Parente: “Sembrano applicarsi alla Fondazione teatro Carlo Felice di Genova – in quanto ricompresa nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni ai sensi della legge 196/2009 nonché percettore di contributi pubblici – i principi di trasparenza e di buon andamento dell’amministrazione.

fabiana dadone 8

 

Con la verifica, da un lato, dell’economicità degli incarichi conferiti, possibile soltanto mediante l’indizione di procedure ad evidenza pubblica e, dall’altro, con la verifica del rapporto costi/benefici in relazione al conferimento degli incarichi in questione”. Chiara la domanda: c’è stata o non c’è stata una selezione prima di scegliere Sanzari, Svampa e Ventricelli?

 

Poi sotto con il secondo quesito. “Il conferimento di eventuali incarichi previsti in dotazione organica a favore di consulenti esterni potrebbe apparire elusivo dei vincoli procedurali e di spesa posti dall’ordinamento per le assunzioni a tempo indeterminato e determinato”, sottolineano dal ministero della Cultura. Insomma, le tre consulenze potrebbero essere null’altro che uno spreco di denaro pubblico. Nel giro di un paio di settimane il collegio dei revisori risponderà alla direzione generale Spettacolo.

 

fabiana dadone

Intanto oggi ci sarà la conferenza stampa di presentazione del Premio Paganini, con il presidente Giovanni Panebianco e il sovrintendente della Fondazione Claudio Orazi. Un’occasione per chiarire la storia delle consulenze. Una vicenda, a quanto pare, fin qui accaduta all’insaputa di tutti. Contattato, il neosenatore grillino e membro del Consiglio di indirizzo della Fondazione teatro Carlo Felice, Luca Pirondini ha spiegato di “non sapere nulla”, spiegando che “le collaborazioni non passano dall’organismo di cui faccio parte”. Il collegio dei revisori, però, ritiene che proprio il Consiglio di indirizzo avrebbe dovuto sapere e far sapere dei tre contratti. Il sindaco di Genova Marco Bucci, invece, ha ribadito l’autonomia gestionale del numero uno della Fondazione, Claudio Orazi. Nulla da dire sull’incrocio di nomi e date, sulle coincidenze di questa storia. Fatto sta che a occuparsi del premio Paganini sono le stesse quattro persone che ogni giorno lavorano fianco a fianco a Roma, negli uffici della ministra Dadone.

fabiana dadoneFABIANA DADONE fabiana dadone 1FABIANA DADONEla ministra della pa Fabiana Dadonefabiana dadone 7

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO