di maio di battista

GIGGINO SI PREPARA: VUOLE RIPRENDERSI IL MOVIMENTO AGLI STATI GENERALI, ACCHIAPPANDO IL 20% DI DIBBA-PEOPLE (TRA 10 GIORNI TORNA DALL'IRAN). C'È PERÒ L'INCOGNITA-GRILLO: PARTECIPERÀ AL CONGRESSO? LUI È SCHIERATO CON I FILO-PD - DI MAIO DA UNA PARTE VA IN PIAZZA E SOLLETICA CHI AGITA IL CARTELLO ''NO ALLEANZE'', DALL'ALTRA PREFERISCE MANTENERE LO STATUS QUO: LA BELLONI RESTA ALLA FARNESINA, PER BENASSI (FAVORITO DA CONTE) SI APRE UN PASSAGGIO VERSO LE PARTECIPATE DI STATO O ADDIRITTURA I SERVIZI?

DAGONEWS

 

ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO

Luigi Di Maio oltre a pomiciare nei parchi come un adolescente in calore, sta preparando la sua strategia in vista degli Stati Generali dei 5 Stelle. Intende riprendersi il Movimento, e l'intento era chiaro anche quando a sorpresa è salito sul palco di Piazza Santi Apostoli sabato scorso: mossa strana per uno che neanche un mese fa ha mollato l'incarico di capo politico.

 

Invece in quella piazza c'erano dei cartelli molto significativi: ''NO ALLE ALLEANZE'', un messaggio della frangia più anti-sistema dei grillini, che Luigino intende corteggiare in vista del congresso. Lui è convinto di controllare ancora circa il 50% del Movimento, tra parlamentari e attivisti storici, mentre il 20% è composto dalle vedove di Dibba, che tra 10 giorni tornerà dall'Iran e a dire la sua tra gli attivisti. Il restante 30% è quello dei filo-Pd, la sinistra governista.

 

Il piano è dunque presentarsi agli Stati Generali squadernando i successi del Movimento sotto la sua gestione (il Reddito di Cittadinanza e…beh, qualcos'altro gli verrà in mente), sussurrare alla mitica ''base'' che da quando lui ha lasciato la guida politica il M5s ha perso il 4% nei sondaggi, e sedurre i Dibba-people per riconquistare la maggioranza.

luigi di maio e alessandro di battista in auto 2

 

C'è però un'incognita: che farà Grillo? L'ex Garante-ora-Elevato non ha ancora annunciato se parteciperà alla convention – ma sarebbe davvero strano se non lo facesse – e non si è schierato in maniera chiara neanche quando Vito Crimi ha assunto il comando temporaneo, senza dare alcuno scossone al Movimento rispetto all'era dimaiana.

 

Beppone è vicino al gruppo filo-Pd capeggiato da Fico, ma è pur sempre quello che avrebbe voluto un Movimento eternamente all'opposizione, mai alleato con i vecchi partiti. Invece si è ritrovato i suoi giovani parlamentari a brigare per allearsi con il più vecchio dei partiti ancora in vita (la Lega) e poi si è costretto a fare un patto con il Pd, ovvero il più odiato dall'altro fondatore, Casaleggio senior. Il tutto pur di levarsi di torno Salvini.

 

luigi di maio vito crimi

Di Maio, da perfetto epigono democristiano, cammina su questa stretta fune: da una parte alliscia chi non vuole più alleanze, dall'altra si vuole comprensibilmente tenere stretta la prestigiosa poltrona di Ministro degli Esteri. La realtà è che non ha ancora metabolizzato quel fugace, elettrizzante giorno d'agosto in cui Salvini, avendo capito che il suo piano di andare al voto non avrebbe funzionato, gli ha offerto la presidenza del Consiglio.

 

Non gli sembrava vero, lui, premier a 32 anni. Oltre ogni sogno più roseo, il trionfo del Movimento che finalmente ''si prendeva'' i palazzi del potere. Come ogni sogno, è seguito il brusco risveglio, rappresentato dal ''vaffa'' di Grillo davanti a quest'idea quantomeno azzardata. Per questo Di Maio sembrava così freddo in quei giorni rispetto alla proposta di allearsi col Pd: fino alla chiusura dell'accordo, lui era convinto di potersi giocare la carta di Palazzo Chigi.

LUIGI DI MAIO INCONTRA BEPPE GRILLO A ROMA 5

 

In questa fase pre-congressuale, ha anche preso un'altra decisione: Elisabetta Belloni non si tocca. Nelle ultime settimane si erano rincorse voci su una possibile fuoriuscita dell’ambasciatrice dal ruolo di segretario generale. C’è chi dava la “zarina” candidata in Eni o Cdp, ma a quanto pare Giggino avrebbe deciso per preservare lo status quo. Nessuna scossa, nessun stravolgimento.

 

Le cose alla fine non vanno male, neanche con il capo di gabinetto Ettore Sequi. Meno felice sara’ Conte, che dovrà invece trovare un’altra strada per il suo candidato Benassi. Che a questo punto potrebbe essere dirottato su qualche partecipata di rilievo o, persino, ai servizi…

luigi di maio elisabetta bellonipietro benassi

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...