antonio tajani christine lagarde

IL GOVERNO MELONI HA DECISO: CON LA BCE È SCONTRO TOTALE – ANCHE IL SEMPRE MITE ANTONIO TAJANI CRITICA LA DECISIONE DI CHRISTINE LAGARDE SUI TASSI DI INTERESSE: “NON È POSITIVO PER L’UE E PER L’ECONOMIA REALE ITALIANA. È GIUSTO CHE LO FACCIA LA FED, MA IN EUROPA NON HA SENSO…” – IL MESSAGGIO DELLA PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA È STATO CHIARO: HA VINTO LA LINEA DEI FALCHI, E LA STRETTA DURERÀ A LUNGO. E I MERCATI SONO CROLLATI…

giorgia meloni antonio tajani

1. BCE: TAJANI, SCELTA SU TASSI NON HA SENSO

(ANSA) - "Secondo me, ferma restando l'indipendenza della Bce, non è positivo per l'Ue e per l'economia reale italiana alzare i tassi di interesse. E' giusto che lo faccia la Fed, ma in Europa non ha senso, visto che l'inflazione è legata all'aumento del costo dell'energia". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al decennale di FdI, in corso a Roma.

 

Con l'aumento meno consistente del previsto dei tassi, ha aggiunto Tajani, "anche a Francoforte si rendono conto che una linea troppo dura rischia di bloccare la microeconomia senza avvantaggiare la macro, quindi voglio ben sperare, pur essendo scettico sull'utilità di questa scelta. Ma è legittimo dire: non ha senso questa scelta. Ma se il buongiorno si vede dal mattino io voglio cogliere anche la parte positiva. Rimane la posizione scettica ma il segnale che è solo lo 0,5 va nel segnale di buonsenso".

 

ANTONIO TAJANI

2. BCE ALZA ANCORA I TASSI E RIDUCE DA MARZO I TITOLI IN BILANCIO

Isabella Bufacchi per “il Sole 24 Ore”

 

La Bce ha alzato ieri i tre tassi di riferimento di mezzo punto percentuale, dopo due rialzi da 75 centesimi, ma la presidente Christine Lagarde ha smentito l'ovvio nella riunione più "falcheggiante" dal suo arrivo: «non è un rallentamento», «non è un cambio di ritmo».

 

Perché negare l'evidenza? Perché il messaggio principale della Bce ieri era un altro: normalizzare la politica monetaria non basta, qui bisognerà stringere. La politica monetaria si è lanciata ieri in terreno "restrittivo", per riportare l'inflazione al 2% sul medio termine. Infatti, altri rialzi di mezzo punto sono in arrivo. E infatti, i mercati sono crollati.

 

christine lagarde

«La strada da fare è ancora lunga» ha detto più volte Lagarde, costringendo il mercato a guardare lontano, con le nuove proiezioni allungate al 2025. Intanto ieri stesso la Bce ha annunciato che a inizio marzo 2023 verranno ridotti l'ammontare dei reinvestimenti sui titoli in scadenza, decisione che ha avuto subito effetti negativi sulle Borse e sullo spread Bund-BTp.

 

Il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PAA) verrà ridotto a un «ritmo misurato e prevedibile», calerà in media di 15 miliardi al mese fino alla fine del secondo trimestre del 2023. A febbraio arriveranno i dettagli. Dopo il primo round, ci sarà una prima verifica anche per «preservare il funzionamento del mercato». Il ritmo della riduzione inizia pari a metà dei reinvestimenti, ha spiegato Lagarde. Un QT soft, ma resta da vedere che impatto avrà sui rischi di volatilità e illiquidità che già minacciano la stabilità finanziaria.

 

guido crosetto

Per far tornare tempestivamente l'inflazione al 2% sul medio termine, la Bce intende comunque concentrarsi sullo strumento principale, i tassi, che dovranno «aumentare ancora in misura significativa, a un ritmo costante», per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi.

 

Per la Bce, più che l'entità del singolo rialzo conta il punto terminale della serie di rialzi. La Bce prevede ora «ulteriori incrementi» che Lagarde ha quantificato in altri rialzi da 50 centesimi «per un certo periodo di tempo e in misura costante». Di rialzi dei tassi da mezzo punto ve ne saranno almeno altri due (o tre?) per Lagarde. In base alle informazioni disponibili, «il rialzo sarà di 50 centesimi alla nostra prossima riunione (2 febbraio) e possibilmente anche a quella successiva (16 marzo) e possibilmente anche oltre». Chissà. Lagarde ha fatto intendere che il tasso dei depositi al 3% previsto dai mercati è basso.

 

il grafico twittato da guido crosetto dopo il rialzo dei tassi

I tassi saliranno a livelli «sufficientemente restrittivi» e vi rimarranno «per il periodo di tempo che servirà a far diminuire l'inflazione frenando la domanda e a domare le aspettative di inflazione». La svolta restrittiva è stata ieri la conseguenza delle nuove proiezioni macroeconomiche. Gli esperti dell'Eurosistema hanno rivisto ieri «significativamente al rialzo" le proiezioni sull'inflazione nell'area dell'euro, mentre hanno previsto in modo ottimistico una recessione «relativamente breve e poco profonda», dando così spazi di manovra alla Bce.

 

La revisione delle nuove proiezioni dell'Eurosistema è stata «consistente»: nel 2022 l'inflazione è salita in media all'8,4% (+0,3% rispetto alle proiezioni di settembre), al 6,3% nel 2023 (+0,8%) e al 3,4% nel 2024 (+1,1%), la previsione più alta a confronto con la Commissione Ue e l'Fmi.

 

Il 2025 chiude le proiezioni al 2,3%, ben sopra il target del 2%. Al netto della componente energetica e alimentare l'inflazione di fondo o core, quella più seguita dalla Bce, resta anch' essa elevata nell'Eurozona: 3,9% nel 2022, 4,2% nel 2023, 2,8% nel 2024 e al 2,4% nel 2025. Nello scenario avverso, che mette in conto carenze di gas, razionamenti e cali della produzione, l'inflazione s' impenna al 7,4% nel 2023.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Le domande in conferenza stampa non si sono concentrate solo su tassi e Qt, hanno spaziato in campi più politici dove la Lagarde è a suo agio. A una domanda sul Mes collegata alla ratifica pendente in Italia e alle Omt, Lagarde ha detto: «speriamo che l'Italia ratifichi velocemente la riforma del Mes», parte integrante del completamento dell'Unione bancaria.

 

Lagarde ha chiarito che la ratifica della Germania è in arrivo dopo decisione della Corte costituzionale tedesca e che quindi l'Italia si trova ad essere l'unico Paese a non aver ratificato la riforma. Lagarde ha anche spiegato che anche senza ratifica resta aperta la possibilità di attivare le operazioni monetarie definitive Omt ideate sotto la presidenza di Mario Draghi. La conferenza stampa da falco e non più da civetta di Lagarde ha avuto l'effetto prevedibile sui mercati: Piazza Affari è crollata con l'indice Ftse Mib a - 3,45% , lo spread Btp-Bund è schizzato a 207 punti (+6%) con il rendimento del decennale italiano al 4,15% . Segno meno anche per Parigi e Francoforte, oltre -3%.

christine lagarde

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")