ILARIA SALIS TORNA DOVE TUTTO È COMINCIATO: IN CARCERE - QUESTA VOLTA L'EUROPARLAMENTARE, EX OCCUPANTE ABUSIVA DI CASE, NON ERA IN CATENE: HA VISITATO LA PRIGIONE DI SAN VITTORE, A MILANO, PER VERIFICARE LE CONDIZIONI DEI SUOI EX "COLLEGHI" - DOPO LA VISITA, SALIS HA PUBBLICATO UN VIDEO IN CUI RACCONTA LA VITA DEI DETENUTI. A RUBARE L'ATTENZIONE DEI FOLLOWER, PERÒ, NON È IL SUO ELOQUIO, MA UNA ZANZARA CHE LE RONZA IN FACCIA... - VIDEO

 

Estratto dell'articolo di Fabio Tonacci e Viola Giannoli per “La Repubblica”

 

ilaria salis 8

Ilaria Salis è tornata in carcere, ma la destra non esulti: questo non è l’incipit della notizia che vorrebbe leggere. Piuttosto è l’inizio dell’attività politica, sul campo, dell’insegnante di Monza che il voto europeo ha liberato dal pozzo ungherese dov’era precipitata un anno e mezzo fa.

 

L’aveva detto che una volta fuori si sarebbe occupata di detenzione e detenuti, col piglio di chi ha vissuto qualcosa che non augura a nessuno. L’azione, tuttavia, deve passare dalla conoscenza diretta. Dunque Ilaria Salis alle 9 di ieri mattina, accompagnata da due collaboratori, si è presentata al cancello della prigione più sovraffollata d’Italia mostrando il tesserino da europarlamentare. «Visita istituzionale». Prego, entri pure, hanno risposto i piantoni di San Vittore.

 

Tre mesi esatti dopo aver riguadagnato la libertà, eccola di nuovo tra mura di cinta, le celle, le finestre sbarrate. Questa volta il cammino è sciolto, senza il tintinnio di catene che ritmava il passo costretto.

 

Però i fantasmi ci sono ancora, non se ne sono mai andati. I volti persi, il tempo fermo, la costrizione, l’assenza. Le mani dei detenuti che penzolano stanche da sbarre d’acciaio quasi sempre chiuse. «Quelle mani erano anche le mie, a Budapest », racconta a Repubblica l’eurodeputata.

 

ilaria salis 7

«Mi sono rivista nelle stanze soffocanti, dove dormono in tre e non possono alzarsi dalla branda perché non hanno spazio. Ho rivissuto la sensazione di smarrimento quando i detenuti stranieri che ho incontrato mi hanno detto che sono dentro da due mesi e non hanno ancora potuto fare una telefonata». Lei dovette aspettarne sei di mesi.

 

[...]Tre ore di visita, nella calura agostana di Milano. Con lei la vice direttrice della casa circondariale e il vice capo delle guardie penitenziarie. «Il sovraffollamento in Lombardia ha numeri spaventosi — dice Salis — Solo a San Vittore è del 221 per cento, può ospitare 450 persone e ce ne sono più di mille. Gli assistenti sociali sono assegnati in base alla capienza e non alle presenze, sono oberati e questo impedisce i colloqui per la messa in prova e il passaggio alla semilibertà».

 

Salis ha visitato il reparto femminile, la sezione dei giovani adulti dove stanno gli under 25, l’infermeria e un raggio del maschile. «Ho cercato di parlare il più possibile con i reclusi, ne ho incontrati tanti ». Molti l’hanno riconosciuta, Ilaria, Ilaria, la chiamavano, sei quella che è stata per tanti mesi nella galera di Budapest, le dicevano. Le hanno mostrato i tagli sulle braccia e sulle gambe, le fasciature, le cicatrici, i segni dell’autolesionismo. E lei, «forza», «dovete resistere», «fatevi coraggio».

 

[...] «Qualcuno attende da più di un mese di sapere quando potrà essere visitato da un medico. E ci sono stranieri, il 75 per cento dei reclusi a San Vittore, che non riescono a chiamare a casa e le famiglie li danno per dispersi…». Di nuovo i fantasmi ungheresi, lei in una cella in condizioni inumane per 15 mesi, sei dei quali senza contatti con il padre e la madre.

ilaria salis 5

 

[...] «Tristezza perché donne e uomini rinchiusi mi fanno ripensare al mio dolore. Rabbia perché vedo violazioni gravissime, come nell’accesso alle cure mediche. Sulle carceri l’Italia sta tornando indietro. Solo nel femminile e in un raggio chiamato Nave le celle sono aperte, come dovrebbero essere. Altrove sono sempre chiuse, tranne che nelle ore d’aria e di s ocialità. Stiamo regredendo. Quindi sì, è rabbia che provo, perché nessuno dovrebbe stare così».

 

Quest’ultimo “così” va spiegato, perché ha un significato duplice: Ilaria Salis intende sia l’attuale situazione di emergenza in cui affoga il sistema, sia il carcere come istituzione in sé. Nelle misure su cui sta tergiversando il guardasigilli Nordio per alleviare il sovraffollamento non nutre alcuna fiducia: «Non serviranno a rendere più tollerabile la vita dei detenuti, e non credo nemmeno gli interessi farlo. L’unica logica che segue questo governo è punitiva e vendicativa». [...]

 

ilaria salis 4

San Vittore è stata la prima incursione in un penitenziario per l’eurodeputata che ha conosciuto il carcere ungherese per necessità, e ora vuole conoscere quelli italiani per missione politica. Ne seguiranno altre, di visite. «Io però credo che si debba andare verso una società che superi il carcere…». Eccolo il secondo così. «Davanti ai rapporti di ingiustizia un approccio è l’espulsione delle persone dalla società, chiuderle in un luogo per sentirsi al sicuro e non prendersene più carico. [...]

ilaria salis 2ilaria salis 3ilaria salis 1

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…