emmanuel macron intelligence college europe

INTELLIGENCE AL SERVIZIO DELL’EUROPA – NASCE A ZAGABRIA IL NUOVO “INTELLIGENCE COLLEGE IN EUROPE”, LA STRUTTURA INTERGOVERNATIVA (E NON COMUNITARIA) PER FAR COOPERARE LE AGENZIE DEI SERVIZI SEGRETI DI TUTTA EUROPA. A FIRMARE PER L'ITALIA C'ERA GENNARO VECCHIONE – SICCOME L’IDEA È DI MACRON IL SEGRETARIATO FISICO SARÀ A PARIGI (TE PAREVA) E LA PRESIDENZA ANNUALE SARÀ A ROTAZIONE TRA I 23 STATI ADERENTI. COLLABORERÀ CON LA NATO...

 

 

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

emmanuel macron e il collegio per l'intelligence europea

Chi ha detto che le agenzie di intelligence non debbano collaborare fra di loro? È vero il contrario. Per questo è stato lanciato oggi a Zagabria, Croazia, dalle delegazioni di 23 Paesi europei, il nuovo Intelligence College in Europe (Ice). A distanza di un anno dal discorso del presidente francese Emmanuel Macron alla Sorbonne di Parigi sull’opportunità della nascita di una piattaforma di formazione e condivisione delle tematiche di intelligence a livello europeo, il progetto diventa finalmente realtà. La firma della lettera di intenti nella capitale croata, che per l’Italia è siglata dal direttore del Dis (Dipartimento per l’informazione e la sicurezza) e coordinatore delle agenzie Gennaro Vecchione, dà vita al nuovo college dell’intelligence europea.

giuseppe conte gennaro vecchione

 

Il Segretariato avrà sede a Parigi, e la presidenza sarà a turno, su base volontaria degli Stati aderenti e della durata di un anno. Un Comitato direttivo detterà le linee strategiche implementate dal Segretariato e lo Stato che assume la presidenza annuale sarà coadiuvato da una troika composta dalle presidenze in uscita e in entrata. Gli altri organi di governance saranno costituiti in una prossima riunione delle agenzie.

 

trump macron 3

Si tratterà di una struttura intergovernativa e non comunitaria, perché i Trattati Ue delineano chiaramente l’intelligence come materia di competenza degli Stati membri, anche se le istituzioni di Bruxelles saranno coinvolte in un continuo dialogo con la nuova istituzione. I costi dell’organizzazione saranno contenuti. Da Zagabria i promotori fanno trasparire che l’Ice non è pensato per essere una struttura “a guscio rigido”, anche perché, almeno in un primo momento, saranno i singoli Paesi ad organizzare a turno eventi sul loro territorio a beneficio degli altri membri.

 

La piattaforma nasce con l’obiettivo di sfatare due “fake news” sul mondo dell’intelligence. La prima, per l’appunto, è l’assenza di canali di cooperazione fra le agenzie di intelligence dei Paesi europei. La seconda, altrettanto diffusa, è quella di tenore opposto, secondo cui invece l’Ue dovrebbe costruirsi una “Cia europea”, cosa che, come si è detto, è espressamente esclusa dalla lettera dei Trattati.

 

giuseppe conte gennaro vecchione 1conte macron

L’attività di promozione e sensibilizzazione dei temi di intelligence dell’Ice si muoverà contemporaneamente su tre piani. Il dialogo fra le diverse comunità di intelligence in Europa, a partire dal confronto dei rispettivi Direttori a un livello non operativo. La collaborazione fra le rispettive comunità e i decisori politici nazionali ed europei, per offrire un quadro di informazioni utili a prendere decisioni in settori sensibili come la sicurezza. Infine l’apertura del mondo dell’intelligence europeo al mondo accademico, con la pubblicazione di contenuti in collaborazione con alcune università degli Stati aderenti e programmi per creare una cultura comune dell’intelligence, che aiutino a far pervenire anche all’opinione pubblica il senso e lo scopo del lavoro delle agenzie. Un’esperienza che trova nell’Italia un eloquente precursore, grazie alla Scuola di formazione dell’Intelligence italiana, il polo formativo dei Servizi.

emmanuel macron intelligence college in europe

 

MACRON E CONTE

Dei 30 Paesi che si sono espressi nel marzo del 2019 a favore della nascita di un college europeo dell’Intelligence, 23 hanno apposto la loro firma a Zagabria. Gli altri sette hanno preferito uno status di adesione più flessibile. Il progetto è intergovernativo, e dunque ci sono i margini per una successiva entrata di altri Stati europei. Come con l’Ue, l’Ice collaborerà anche con la Nato. L’istituzione però, spiegano a Formiche.net i promotori da Zagabria, è appositamente stata creata al di fuori dell’alveo Nato perché vuole promuovere una cultura dell’intelligence a 360° e dunque non limitata alle applicazioni militari, e non a caso nella capitale croata sono presenti delegazioni di tutte le agenzie dei Paesi aderenti (per l’Italia, oltre al Dis, le agenzie per l’Interno e gli Esteri, Aisi e Aise, rappresentate da due vicedirettori).

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…